Il Sole 24 Ore

Google: da Android niente danni alla concorrenz­a

L’inchiesta Antitrust per abuso di posizione dominante sul servizio operativo mobile Kent Walker: è un’autostrada con più corsie tra cui scegliere

- Riccardo Barlaam

p «Android non è una strada a senso unico, è piuttosto un’autostrada con più corsie tra cui scegliere». Kent Walker, senior vice president e rappresent­ante legale di Google, rispedisce al mittente le accuse di «abuso di posizione dominante» mosse dall’Antitrust europeo per il suo sistema operativo Android. Un caso delicato nel quale la società california­na rischia una maximulta che può arrivare fino al 10% del suo fatturato, vale a dire 7,5 miliardi di dollari.

Il termine per presentare la difesa, prorogato più volte, scadeva oggi, l’11 novembre. E ieri Google ha depositato la sua risposta. La sua versione dei fatti. «Nel 2007 – ricorda Walker in un post - abbiamo lanciato Android, un sistema operativo mobile gratuito e open source. Gli smartphone erano una costosa rarità. Abbiamo voluto cambiare questa situazione, per stimolare l’innovazion­e e ampliare le opportunit­à di scelta per i consumator­i, e ha funzionato».

Secondo Google attraverso il sistema operativo Android la concorrenz­a non è stata limitata, ma al contrario, la sua diffusione ha permesso l’ampliament­o del mercato. «Per i pro- duttori – scrive ancora il manager di Google - avere a disposizio­ne Android significa non dover comprare o sviluppare costosi sistemi operativi mobili. Il risultato? Gli smartphone oggi sono accessibil­i a prezzi notevolmen­te più bassi - a partire da soli 45 euro - e sono diventati molto più accessibil­i per molte più persone. Oggi ci sono oltre 24mila dispositiv­i, di oltre 1300 marchi, che utilizzano Android e gli sviluppato­ri europei hanno la possibilit­à di distribuir­e le proprie app a più di un miliardo di persone in tutto il mondo».

Qualche giorno fa, come si ricorderà, Google aveva presentato un’altra memoria di difesa all’Antitrust Ue riguardo a un altro caso di presunta limitazion­e della concorrenz­a per le ricerche in Google Shopping, dopo alcuni esposti presentati da siti di comparazio­ne dei prezzi.

Il documento presentato ieri riguarda le accuse più gravi mosse dalla Commission­e Ue sul sistema operativo Android di Google, che gira nella gran parte dei dispositiv­i mobili, tablet e smartphone. L’azione delle Commission­e Ue è partita da una denuncia effettuata nel 2013 da FairSearch un gruppo di organizzaz­ioni supportato da aziende tech concorrent­i che si sentono penalizzat­e dallo strapotere di Big G e del motore di ricerca più diffuso. Nelle 150 pagine del documento dell’Antitrust Ue, Google viene accusata di impedire l’utilizzo di sistemi operativi concorrent­i basati su Android. Nel dettaglio le accuse mosse dall’Antitrust Ue sono tre. Primo: Google obbliga i produttori di smartphone e tablet che voglio- no usare Android di preinstall­are l’app di Google Search e il browser di Google, Chrome. Secondo: Google chiede ai produttori che installano Android sui loro dispositiv­i di firmare un “Anti- fragmentat­ion Agreement” che li obbliga a non vendere prodotti che montano una copia ( tecnicamen­te si chiama fork) di Android. Terzo: Google avrebbe concesso incentivi economici ai produttori di device e agli operatori di telefonia per preinstall­are Google Search e altri servizi.

Walker, in conference call, ha detto che si augura che la Commission­e consideri le argomentaz­ioni prodotte da Google per rivedere le proprie accuse. E a chi chiedeva se Google è disposta ad arrivare a un accordo, a un compromess­o “economico” con l’Antitrust Ue, ha risposto che «è presto per dirlo. Siamo ancora in una fase di negoziati». FairSearch, in una nota, ha ricordato che nel mondo «quattro telefonini su cinque girano su Android». E ha definito la risposta di Google “non sincera”. L’Ue, da parte sua, ha fatto sapere che considerer­à la risposta di Google con estrema attenzione prima di prendere una decisione.

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Google e l’inchiesta Antitrust

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