Il Sole 24 Ore

«Senza tagli dall’Opec il prezzo del petrolio rischia nuove cadute» A ottobre estrazioni record per il gruppo (e per la Russia)

Aie in allarme: si va verso un terzo anno di surplus

- Sissi Bellomo @SissiBello­mo

pSvanito ben 500mila bg. Del resto l’Opec non è stata da meno: la ripresa della produzione libica e nigeriana, insieme a nuovi record per Iraq (4,59 mbg) e Kuwait (2,93 mbg) hanno spinto l’output del gruppo al picco storico di 33,83 mbg.

Per rispettare l’obiettivo di Algeri, ossia un tetto produttivo di 32,5-33 mbg, servirebbe un taglio di almeno 830mila bg. Ma i paesi del gruppo stanno faticando a mettersi d’accordo sulla ripartizio­ne dei sacrifici.

«Qualunque sia il suo esito - scrive l’Aie - il vertice di Vienna avrà un impatto considerev­ole sul futuro, spesso rinviato, riequilibr­io del mercato del petrolio». Anche perché all’esterno dell’Opec la Russia non è l’unico paese che sta accele- rando l’estrazione di greggio. Ci sono anche il Kazakhstan, dov’è appena entrato in funzione Kashagan, il Brasile, il Canada, solo per citare i maggiori responsabi­li.

Dopo essere calata di 900mila bg nel 2016 (tutti o quasi compensati dall’Opec9, la produzione non Opec risalirà di 500mila bg l’anno prossimo, prevede l’Aie, che teme che il 2017 possa rivelarsi «un altro anno di crescita senza sosta per l’offerta mondiale, simile a quello che abbiamo visto nel 2016».

La crescita della domanda dovrebbe intanto mantersi stabile: +1,2 mbg sia nel 2016 che nel 2017, in quanto «non ci sono elementi che suggerisca­no un’attività economica abbastanza robusta da garantire tassi di crescita più alti».

«Prima o poi le forze di mercato faranno il loro lavoro», afferma l’agenzia parigina, negando di volersi arrogare il ruolo di indirizzar­e l’azione dell’Opec. Eppure, il messaggio è chiaro.

Le scorte hanno appena cominciato a ridursi: nei paesi dell’Ocse sono diminuite di 34 milioni di barili tra agosto e settembre (a 3.068 mb) calcola l’Aie, sottolinea­ndo come questo sia «il maggior ribasso da tre anni nel giro di due mesi». Anche in ottobre le stime preliminar­i indicano un calo, ma più ridotto (-8,2 mb) e dovuto solo ai prodotti raffinati, perché gli stock di greggio stanno già risalendo negli Usa e in Giappone. Solo l’Opec, sembra suggerire l’Aie, è in grado di invertire la rotta.

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