Il Sole 24 Ore

Obama rinuncia alla firma definitiva del Tpp: salta maxi area di libero scambio del Pacifico

- Mario Platerou

pBarack Obama ha rinunciato al Tpp, l’accordo per il libero scambio nel Pacifico. È una svolta politica per la sua amministra­zione che tiene conto della vittoria di Donald Trump. Ma anche un messaggio chiarissim­o che la Casa Bianca ha ricevuto dal Congresso repubblica­no: non mandateci il progetto di legge per la ratifica perché lo bloccherem­o. Si tratta di un boccone amaro per Obama e per la leadeship americana sul teatro asiatico e del Pacifico. Ma il presidente ha voluto dimostrare di aver preso atto del chiarissim­o voto americano, dell’ostilità di Trump al Tpp e fa marcia indietro.

Un elemento in più in contrasto con le dimostrazi­oni anche violente anti-Trump in America, nel tentativo di “ricucire” un dialogo politico post elettorale. Anche il simbolo dei dimostrant­i, l’ex candidato Bernie Sanders, aveva chiesto loro di «non disperare» e di essere pronto anche lui al dialogo, alla coperazion­e e a lavorare con Donald Trump «sui temi economici chiave sulle infrastrut­ture, sul commercio internazio­nale, sulle aziende che dirottano gli investimen­ti dall’America alla Cina…spero che lavori con i progressis­ti per ridurre anche il rischio delle spere- quazioni fiscali». Proprio sul commercio internazio­nale anche Sanders come Trump era contrario al Tpp, come era contrario all’impostazio­ne sull’Obamacare cosa su cui invece Trump ha dimostrato apertura, dicendo in un’intervista al Wall Street Journal che «alcune parti del piano si potranno salvare».

Le dichiarazi­oni di Sanders convergono con le aperture di Hillary Clinton e Barack Obama, con l’atmosfera che cerca di ridurre le tensioni accumulate dopo l’aggressiva retorica elettorale razzista, sessista, contro certi programmi sociali di Donald Trump o quella dispregiat­iva di Hillary, contro il suo concorrent­e, ma anche contro i suoi sostenitor­i. Persino Trump dopo aver dato messaggi duri contro i dimostrant­i ha poi fatto marcia indietro: «Adoro il fatto che piccoli gruppi di dimostrant­i abbiamo forte passione per il nostro grande Paese. Ci riuniremo insieme con orgoglio».

«Ai dimostrant­i dico: non vi disperate, entrante nel processo politico, nei consigli scolastici è quello il modo per far capire la nostra visione», ha detto Sanders spiegando che è in quelle sedi che ci si deve opporre a Trump: «Lo combatterò se confermerà le sue posizioni elettorali su razzismo e sessismo, ma voglio lavorare con il Presidente Trump quando lavorerà per la classe media, per aumentare il salario minimo per equiparare gli stipendi delle donne a quelli degli uomini». In molte città americane abbiamo visto dimostrazi­oni di migliaia di giovani. A Portland, in Oregon, la polizia ha invocato lo stato di emergenza: oltre 200 gli arresti. Altre dimostrazi­oni si sono avute a Los Angeles, a New York a Chicago e in molte altre città americane.

Infine, nella stessa intervista al Wsj, Trump ha anche toccato il tasto politica estesa “pura”. Ha spiegato di aver parlato o ricevuto messaggi dai leader di molti Paesi (eccetto il presidente cinese Xi Jinping, e in particolar­e una «bellissima» lettera del presidente russo Vladimir Putin con il quale ha in programma una telefonata in tempi brevi. Sulla Siria ha poi affermanto che la priorità è commbatter­e l’Isis, non cacciare Assad.

LA RIVOLTA DI PIAZZA Le proteste anche violente contro il tycoon sono continuate in diverse città, oltre 200 arresti a Portland, in Oregon

 ?? EPA ?? Passo indietro. Il presidente americano Barack Obama, preso atto della vittoria di Trump e dell’ostilità del Congresso, ha deciso di rinunciare all’accordo di libero scambio transpacif­ico (Tpp), su cui aveva puntato.
EPA Passo indietro. Il presidente americano Barack Obama, preso atto della vittoria di Trump e dell’ostilità del Congresso, ha deciso di rinunciare all’accordo di libero scambio transpacif­ico (Tpp), su cui aveva puntato.

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