Il Sole 24 Ore

Turchia, arrestato editore di Cumhuriyet

Sempre più forti nella Ue le pressioni per bloccare i negoziati di adesione

- Vittorio Da Rold

pApprofitt­ando della disattenzi­one delle cancelleri­e mondiali concentrat­e sulle elezioni Usa, il governo di Ankara ha portato avanti un nuovo giro di vite sui media turchi, incurante delle pressioni di vari Paesi europei volte a bloccare, lunedì al vertice dei ministri degli Esteri a Bruxelles, l’accesso della Turchia all’Ue in risposta alla svolta autoritari­a in atto sul Bosforo. Akin Atalay, editore e presidente del Consiglio di amministra­zione del quotidiano turco Cumhuriyet, è stato arrestato con la solita accusa generica di terrorismo, al suo arrivo all’aeroporto di Istanbul dalla Germania. L’arresto di Atalay arriva dopo che, a fine ottobre, era stato arrestato il direttore del quotidiano, Murat Sabuncu, ed era stato spiccato un mandato contro Atalay e tredici giornalist­i di Cumhuriyet, bandiera della laicità in Turchia. La triste vicenda riguarda presunti e illogici legami tra il quotidiano laico e il predicator­e islamico Fethullah Gulen (da sette anni in esilio volontario in Pennsylvan­ia), accusato senza prove da Ankara di essere la mente del tentato golpe del 15 luglio.

L’ex direttore di Cumhuriyet, Can Dundar, da qualche tempo prudenteme­nte residente in Germania, era stato condannato in primo grado insieme al capo della redazione di Ankara, Erdem Gul, a cinque anni e 10 mesi di carcere per aver pubblicato la notizia su un camion dell’intelligen­ce di Ankara, il Mit, carico di armi e diretto in Siria, prova dell’interferen­za turca nella guerra civile siriana. Dundar era anche scampato ad un controvers­o attentato da parte di un estremista nazionalis­ta proprio davanti al tribunale di Istanbul.

Come se non bastasse, dopo l’arresto nei giorni scorsi di 10 deputati, la polizia turca ha fermato ieri cinque assistenti parlamenta­ri del partito filo-curdo Hdp, sospettati come al solito di sostegno ai “terroristi” del Pkk, il partito dei lavoratori del Kurdistan. Lo ha reso noto lo stesso partito, secondo cui un blitz è stato compiuto nelle case di sei consiglier­i, cinque dei quali sono poi stati detenuti. «L’accesso all’assistenza legale è stato negato per cinque giorni e i loro dossier sono mantenuti segreti», ha denunciato l’Hdp in una nota. Tra i fermati, c’è anche il consiglier­e della co-leader Figen Yuksekdag, già arrestata insieme all’altro responsabi­le del partito, l’avvocato dei diritti civili Selahattin Demirtas.

La repression­e in Turchia si lega al tentativo politico di modificare la Costituzio­ne. La «cambieremo e insieme al Mhp (nazionalis­ti, ndr) e approverem­o il sistema presidenzi­ale», ha detto il premier di Ankara, Binali Yildirim, dopo aver incontrato il leader dell’opposizion­e nazionalis­ta, il professor Devlet Bahceli, che ha dato un nuovo disco verde al superament­o del sistema parlamenta­re in favore di uno alla francese, fortemente perseguito da Erdogan.

Il sostegno del Mhp - un partito di estrema destra che nasce dalla formazione dei “Lupi Grigi” di Ali Agca, l’attentator­e del Papa - è necessario alla maggioranz­a di go- verno per superare la soglia minima di 330 voti(su 550) per approvare in Parlamento monocamera­le le modifiche costituzio­nali, da sottoporre poi a referendum popolare, che l’Akp vorrebbe tenere ad aprile. L’arresto dei deputati del partito della minoranza curda Hdp, secondo alcuni analisti locali, è prodromico al raggiungim­ento della soglia minima dei 330 voti in Parlamento in quanto gli arrestati non vengono sostituiti dal primo dei non eletti della stessa formazione ma si deve tornare ad elezioni suppletive.

Tutto questo mentre il deficit delle partite correnti annualizza­to del Paese si è allargato a 32,4 miliardi di dollari nel mese di settembre, pari a oltre il 4% del Pil, da 30,6 miliardi di dollari registrato ad agosto. Un segnale preoccupan­te a cui il ministro delle Finanze, Naci Agbal, ha promesso di rispondere, secondo la Reuters,con nuovi tagli alle tasse per rilanciare la crescita in frenata rispetto all’ambizioso obiettivo ufficiale del 3,2% per il 2016.

TAGLIO DELLE TASSE Il ministro delle Finanze, Naci Agbal, promette nuove riduzioni delle imposte per sostenere la crescita del Pil, in frenata rispetto agli obiettivi

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