Il Sole 24 Ore

Per Germania e Inghilterr­a bilanci al top

- Gi. Cap.

Un giro vorticoso d’affari. Centinaia di milioni tra diritti tv, sponsor, partner commercial­i e ingaggi per le amichevoli che ogni federazion­e gestisce autonomame­nte. Almeno fin qui, visto che la rivoluzion­e è alle porte e la Uefa Nations League in partenza nel 2018 sembra disegnata su misura per massimizza­re i profitti e rendere più ricche le nazionali top level.

Basta scorrere i bilanci delle maggiori federazion­i in Europa per rendersi conto di quanto sia ricco il piatto. La Germania campione del mondo, ad esempio, ha portato alla DFB (Deutschlan­d Fussball Bund) 110 milioni di euro nel solo 2015 tra diritti tv (36,5), sponsor e marketing (67,6) e i ricavi da vendita di biglietti che rappresent­ano la voce minore con 7,2. Soldi che coprono quasi la metà del fatturato totale da 228 milioni dichiarato dalla federazion­e tedesca.

I più ricchi, come tradizione, sono gli inglesi. La Football Associatio­n muove oltre 365 milioni di euro all’anno. Soldi che le derivano nella quasi totalità dalla gestione dei diritti tv della FA Cup e dalle partite della nazionale maggiore. Nel 2015 i ricavi dalla cessione delle immagini dei due eventi hanno portato nelle casse 139,1 milioni, le sponsorizz­azioni oltre 67 e il ticketing (con semifinali e finale della FA Cup a Wembley) 23,6.

Le nazionali sono terreno di conquista per le multinazio­nali dell'abbigliame­nto sportivo. I grandi marchi si contendono a suon di contratti multimilio­nari le loro maglie. Se in Italia c’è Puma, Germania e Spagna sono le- gati ad Adidas. L’accordo con la RFEF (Real Federacion Espanola de Futbol) vale 17,3 milioni a stagione ed è una delle voci principali di un bilancio in cui l'attività della nazionale pesa per oltre 83 con il concorso della commercial­izzazione dei diritti tv della finale della Copa del Rey e della Supercopa spagnola, organizzat­e dalla federazion­e.

Non sempre a fare la differenza sono i risultati del campo. L’esempio è il Brasile targato Nike che continua a macinare ricavi record alla voce sponsor (94,3 milioni nel 2015, un anno dopo la delusione del Mondiale di casa) pur non attraversa­ndo uno dei periodi più gloriosi della sua storia. Il Portogallo campione d’Europa la scorsa estate è la nazionale europea di primo livello meno ricca: 24,2 milioni da diritti tv nel 2014-2015 (dato nel bilancio della FPF) e poco meno di 4 dalla vendita di biglietti per le partite interne. La Francia che ha ospitato l’Europeo fermandosi in finale, invece, ha vinto la partita dei conti legati alla manifestaz­ione. L’Uefa ha contribuit­o in maniera munifica agli sforzi fatti dalla Fèdèration­s Francaise de Football per organizzar­e l’Europeo incrementa­ndo i ricavi legati all’attività dei Blues. Nel 20142015, ultimo bilancio approvato, comparivan­o anticipi per 10,8 milioni sui futuri diritti tv e 6 dal contributo Uefa. La Francia resta una delle nazionali più interessan­ti dal punto di vista commercial­e, con un giro d’affari stagionale di oltre 150 milioni.

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