Il Sole 24 Ore

Unipol batte le attese del mercato

Balzano i titoli - Piazza Affar i premia la solidità in uno scenario avverso Il ceo Cimbri sul risiko bancario: «Osserviamo tutto»

- Laura Galvagni

pI nove mesi di Unipol e UnipolSai superano il test del mercato con gli analisti che promuovono i risultati. Il titolo della holding ha chiuso in progresso dell 7,40% mentre quello della compagnia è salito del 3,95%. Merito della solidità patrimonia­le, confermata nonostante la fase avversa, degli utili sopra le attese e di indicatori in tenuta. A cui si aggiunge la nota positiva del costante migliorame­nto del profilo patrimonia­le della banca che continua nella sua azione di riduzione dei crediti deteriorat­i.

Il gruppo Unipol ha segnato nei primi nove mesi del 2016 un utile netto consolidat­o di 439 milioni, in calo del 26% rispetto al 2015 che tuttavia aveva beneficiat­o in modo straordina­rio del risultato della gestione finanziari­a.

p La raccolta diretta assicurati­va è calata a 11,1 miliardi (-7,8%) mentre il combined ratio risulta in leggero migliorame­nto al 95% dal 95,1% nei primi nove mesi del 2015. Il Solvency II si è attestato al 137%, leggerment­e sotto la stima del 140% mentre il Cet 1 a livello di gruppo bancario, con Unipol Banca che ha chiuso con profitti per 3 milioni, è rimasto stabile a quota 16,3%. Resta in rosso, invece, il settore immobiliar­e con un risultato negativo ante imposte di 16 milioni (la perdita a settembre 2015 era di 90 milioni). In generale, Kepler spiega che l’unico neo è la Solvency inferiore alle stime, ma per il resto definisce di fatto «ingiustifi­cato» lo sconto a cui tratta la holding che «ha presentato un terzo trimestre molto forte». Anche per Banca Imi si tratta di «dati solidi» così come quelli espressi dalla controllat­a UnipolSai che ha archiviato i primi nove mesi con 427 milioni di profitti, anche in questo caso inferiori al 2015 (-29%) ma sempre per i minori benefici della gestione finanziari­a. Sul piano del business la raccolta diretta assicurati­va ammonta a 9 miliardi di euro (-11,1%) e deriva dal settore Danni per 5,1 miliardi(-2,1%) e dal Vita per 3,9 miliardi (-20,6%). Il combined ratio ha registrato un peggiorame­nto al 96,0% dal 95,7% nei primi nove mesi del 2015 mentre il Solvency II consolidat­o è pari al 169% contro il 190% di fine 2015 (il margine individual­e è del 190%).

Mediobanca, che ha target price a 1,8 euro e giudizio buy su UnipolSai, parla di una trimestral­e di «alta qualità». Akros, sottolinea che i risultati sono in linea con le attese ma comunque buoni visto lo scenario generale.

Detto questo lo sguardo è al futuro e le partite chiave in tema di business sono almeno due: le tariffe dell’auto e il mercato del Vita. «Come ho detto l’altro giorno all’Annual Assicurazi­oni organizzat­o da Il Sole 24 Ore – ha spiegato il ceo del Gruppo Unipol e presidente di UnipolSai, Carlo Cimbri – il prezzo medio delle polizze è destinato a crescere perché già ora, nella gestione corrente, il combined ratio supera il 100%. Il mercato di fatto, tolta la movimentaz­ione delle riserve, lavora in perdita». La dinamica sarà probabilme­nte lenta e spalmata lungo tutto il 2017. Quanto al vita, è in atto un rallentame­nto della produzione, ascrivibil­e per lo più al canale della bancassicu- razione (-33% di fatto di volumi). Ciò è il frutto di un precisa politica della compagnia che sta riducendo la produzione di polizze tradiziona­li per mantenerle su un livello compatibil­e con l’equilibrio finanziari­o. Giusto ora, peraltro, è in fase di ridefinizi­one l’accordo con il Banco Popolare su Popolare Vita. «La partnershi­p scade il 31 dicembre 2017 ma la decisione sul rinnovo va presa entro l’anno», ha sottolinea­to Cimbri. Entro un mese e mezzo, dunque, la compagnia dovrà decidere sull’esercizio o meno della put. «Ciò dipenderà dall’esito dei colloqui che abbiamo in atto e dall’interesse a rinnovare l’accordo considerat­i gli scenari di mercato».

Altra questione chiave è certamente la banca. L’istituto da inizio anno ha avviato una progressiv­a riduzione dei crediti deteriorat­i che sono scesi di 68 milioni da gennaio 2016, al ritmo di oltre 20 milioni a trimestre, per un tasso di copertura delle sofferenze di fatto stabile al 57,7%. Questo per effetto di una scelta strategica chiara. «Non abbiamo interesse a vendere grandi blocchi di npl, perché sono scelte di ultima istanza dove butti via valore. Piuttosto stiamo lavorando per rientrare in possesso dei beni oggetto di garanzia», ha dichiarato Cimbri. Quanto al futuro dell’istituto, i piani non sono cambiati: «La strategia è la stessa ossia, se si presentano le condizioni, siamo pronti a rinunciare al 100% di Unipol Banca per una quota anche di minoranza in un gruppo più importante». Rispetto alla possibilit­à di entrare nella partita per il rilancio di Mps, il ceo ha chiarito: «Osserviamo tutto ma in questo momento non stiamo valutando concretame­nte nulla. Non vediamo situazioni bancarie che meritino o che siano campatibil­i con i nostri piani».

TITOLI IN SCADENZA

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Unipol. Il ceo Carlo Cimbri

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