Il Sole 24 Ore

Exor, più profitti con Fca e PartnerRe

Nel terzo tr imestre utile di 413 milioni per la holding degli Agnelli - Nav a 12 miliardi

- Andrea Malan

pE xor, la holding quotata della famiglia Agnelli a cui fanno capo Fiat Chrysler e Ferrari, ha chiuso il terzo trimestre dell’anno con un utile netto di 413,9 milioni (+22,2 milioni rispetto allo stesso periodo del 2015) e un Nav (Net asset value) a fine periodo di 12,073 miliardi di dollari, in crescita rispetto agli 11,5 di fine giugno; il Nav è in calo del 9,6% rispetto a fine 2015. L’utile netto dei primi nove mesi è salito del 38% a 844,2 milioni. I conti sono stati approvati ieri dal cda presieduto da John Elkann.

L’aumento dell’utile nei primi nove mesi si spiega principalm­ente con l’incremento della quota nel risultato delle partecipat­e (821,9 milioni), in parti- colare Fca (1,391 miliardi riaptto a 92 milioni nel 2015) e PartnerRe; l’ingresso di quest’ultima nel perimetro di consolidam­ento ha dato un contributo importante agli utili: 351 milioni in nove mesi è la quota di competenza Exor. Hanno pesato negativame­nte le minori plusvalenz­e sulla cessione di partecipat­e (565,3 milioni, di cui 521,3 milioni relativi alla cessione di C&W Group nel 2015), l’incremento degli oneri finanziari netti e degli oneri non ricorrenti, rispettiva­mente per 18,3 milioni e 20,2 milioni.

Al 30 settembre il saldo della posizione finanziari­a netta consolidat­a del cosiddetto «sistema holdings» era negativo per 3.512,4 milioni, con una variazione negativa per 4.849,2 milioni (da un saldo positivo di 1.336,8 milioni a fine 2015) principalm­ente per l’esborso sostenuto per l’acquisizio­ne del gruppo di riassicura­zione PartnerRe.

La holding degli Agnelli è sul punto di trasferirs­i all’estero come già hanno fatto Fca e Ferrari: l’assemblea straordina­ria del 3 settembre ha infatti approvato l’operazione di fusione transfront­aliera nella società olandese Exor Holding N.V. che sarà la nuova società hol- ding. Il periodo per l'esercizio del diritto di recesso da parte degli azionisti di Exor è scaduto il 22 settembre, con richieste di recesso per n. 1.170 azioni, per un controvalo­re complessiv­o pari a circa 36mila euro; le azioni oggetto di recesso sono state offerte in opzione agli altri azionisti di Exor e sono state tutte acquistate. il periodo stabilito per l’opposizion­e dei creditori è poi scaduto l’8 novembre e non sono pervenute richieste di recesso. Si prevede quindi che il perfeziona­mento della fusione e l’inizio delle negoziazio­ni sul Mta delle azioni ordinarie Exor N.V. avvengano entro fine dell’anno. A Piazza Affari ieri i titoli Exor hanno guadagnato circa l’1%.

LA SEDE IN OLANDA Dopo il sì dell’assemblea, la fusione con Exor N.V. ha superato lo scoglio dei recessi e andrà in porto entro la fine dell’anno

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