Exor, più profitti con Fca e PartnerRe
Nel terzo tr imestre utile di 413 milioni per la holding degli Agnelli - Nav a 12 miliardi
pE xor, la holding quotata della famiglia Agnelli a cui fanno capo Fiat Chrysler e Ferrari, ha chiuso il terzo trimestre dell’anno con un utile netto di 413,9 milioni (+22,2 milioni rispetto allo stesso periodo del 2015) e un Nav (Net asset value) a fine periodo di 12,073 miliardi di dollari, in crescita rispetto agli 11,5 di fine giugno; il Nav è in calo del 9,6% rispetto a fine 2015. L’utile netto dei primi nove mesi è salito del 38% a 844,2 milioni. I conti sono stati approvati ieri dal cda presieduto da John Elkann.
L’aumento dell’utile nei primi nove mesi si spiega principalmente con l’incremento della quota nel risultato delle partecipate (821,9 milioni), in parti- colare Fca (1,391 miliardi riaptto a 92 milioni nel 2015) e PartnerRe; l’ingresso di quest’ultima nel perimetro di consolidamento ha dato un contributo importante agli utili: 351 milioni in nove mesi è la quota di competenza Exor. Hanno pesato negativamente le minori plusvalenze sulla cessione di partecipate (565,3 milioni, di cui 521,3 milioni relativi alla cessione di C&W Group nel 2015), l’incremento degli oneri finanziari netti e degli oneri non ricorrenti, rispettivamente per 18,3 milioni e 20,2 milioni.
Al 30 settembre il saldo della posizione finanziaria netta consolidata del cosiddetto «sistema holdings» era negativo per 3.512,4 milioni, con una variazione negativa per 4.849,2 milioni (da un saldo positivo di 1.336,8 milioni a fine 2015) principalmente per l’esborso sostenuto per l’acquisizione del gruppo di riassicurazione PartnerRe.
La holding degli Agnelli è sul punto di trasferirsi all’estero come già hanno fatto Fca e Ferrari: l’assemblea straordinaria del 3 settembre ha infatti approvato l’operazione di fusione transfrontaliera nella società olandese Exor Holding N.V. che sarà la nuova società hol- ding. Il periodo per l'esercizio del diritto di recesso da parte degli azionisti di Exor è scaduto il 22 settembre, con richieste di recesso per n. 1.170 azioni, per un controvalore complessivo pari a circa 36mila euro; le azioni oggetto di recesso sono state offerte in opzione agli altri azionisti di Exor e sono state tutte acquistate. il periodo stabilito per l’opposizione dei creditori è poi scaduto l’8 novembre e non sono pervenute richieste di recesso. Si prevede quindi che il perfezionamento della fusione e l’inizio delle negoziazioni sul Mta delle azioni ordinarie Exor N.V. avvengano entro fine dell’anno. A Piazza Affari ieri i titoli Exor hanno guadagnato circa l’1%.
LA SEDE IN OLANDA Dopo il sì dell’assemblea, la fusione con Exor N.V. ha superato lo scoglio dei recessi e andrà in porto entro la fine dell’anno