Il Sole 24 Ore

La Cassa di Rimini in cerca di salvatori

Ennesima pulizia di bilancio e r icapitaliz­zazione dopo il pressing della Vigilanza

- Di Fabio Pavesi

La crisi covava da tempo e ora non si può più rimandare. La Cassa di Risparmio di Rimini deve ricapitali­zzare e farlo al più presto, dato che a fine giugno il suo Cet1 era a quota 6,22%, lontano dai requisiti di Vigilanza. L’ultima semestrale approvata ieri, in coincidenz­a con la fine dell’ispezione di Bankitalia, presenta in- fatti l’ennesimo risultato negativo di gestione per 73 milioni, frutto in buona parte della pulizia di bilancio che ha visto accantonam­enti a copertura dei crediti malati per 86 milioni e la svalutazxi­one di avviamenti per 23 milioni. La pulizia fortemente richiesta dalla Vigilanza porta così il conto delle sole rettifiche sui crediti a 250 milioni dal 2014 a giugno del 2016, raddoppian­do le perdite nette che erano state di 38 milioni nel 2015. Ora la ricapitali­zzazione è inevitabil­e e Carim sta cercando da tempo investitor­i o soluzioni aggregativ­e. La banca ha però già messo le avanti chiedendo l’eventuale intervento del Fondo di Tutela anche se lo giudica come un intervento di «ultima istanza». Si vedrà se arriverà un salvatore per la piccola banca riminese o se l’onere del salvataggi­o patrimonia­le finirà a carico del Fondo. La banca non ha avuto certo vita facile anche dopo la fine dell’amministra­zione straordina­ria del 2012. Basti pensare che da quella data i soli accantonam­enti per le svalutazio­ni dei crediti sono ammontati a 304 milioni e ancora a fine 2015 il peso dei crediti malati era al 22% del portafogli­o impieghi.

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