Telecom, il convertendo abbassa il debito
Arriva a scadenza il bond che si trasforma in 1,3 miliardi di capitale
pTelecom conclude il periodo di rilevazione per la fissazione del prezzo del convertendo emesso tre anni fa, che dal 15 novembre prossimo porterà sul mercato 1,7 miliardi di nuove azioni, ampliando il flottante dell’11,2% (l’8% su base fully diluted), ma soprattutto trasformerà 1,3 miliardi di debito in capitale. Il prezzo di conversione - media delle quotazioni di Borsa nel periodo 13 ottobre -9 novembre - è stato fissato a 0,7634 euro, a metà della forchetta che prevedeva un minimo di 0,6801 e un massimo di 0,8331 euro. Eppure in Borsa il titolo non ha festeggiato, chiudendo la seduta in ribasso del 2,39% a 0,714 euro.
La spiegazione dell’andamento in Piazza Affari non è immediata, ma nelle sale operative si raccoglie un’interpretazione che a che fare con dinamiche di trading le cui radici affondano nelle logiche del convertendo. Anzitutto il bond - che sarà convertito obbligatoriamente in azioni a giorni - è stato sottoscritto già in emissione per la metà da hedge fund. Questa componente speculativa col passare del tempo sarebbe anche aumentata. A riprova del fatto che il bond era comunque nei portafogli di investitori professionali c’è la percentuale irrisoria - appena lo 0,3% - dei detentori che non hanno fornito indicazioni in merito alla conversione. Ai detentori che non hanno fornito indicazioni non saranno consegnate le azioni bensì il contante riveniente dalla loro vendita che sarà curata da Bnp Paribas per conto di Telecom. La liquidazione riguarda però solo 5,5 milioni di titoli azionari, un quantitativo tale da poter essere gestito senza creare contraccolpi sui corsi.
Ma tornando al ragionamento che si fa nelle sale operative, tipicamente - come avviene di solito in presenza di bond convertibili - si vendono le azioni sul mercato per pareggiare la posizione che a termine porterà ad avere i titoli azionari per via della conversio- ne. Altri investitori hanno assorbito le vendite tecniche sull’aspettativa di buoni dati trimestrali, che infatti sono stati consegnati a inizio mese, tant’è che nel periodo di rilevazione del prezzo di conversione le azioni Telecom in Borsa hanno guadagnato il 7%. Già il giorno della trimestrale qualcuno ha preso profitto, ma secondo i trader un’altra ondata di vendite da parte di chi aveva posizioni lunghe si è scaricata ieri sul mercato sulla scorta di rinnovate aspettative di tassi in rialzo e di un rerating conseguente del settore. La situazione tecnica del titolo, accompagnata dal fatto che il debito Telecom è comunque elevato, hanno fatto il resto.
Poca attenzione è si è prestata in sostanza, in questo frangente, ai fondamentali. Il rafforzamento a termine del capitale, che oggi è giunto a maturazione, dovrebbe ridurre l’indebitamento netto a 25,4 miliardi, rispetto ai 26,7 miliardi di fine settembre. L’effetto è già stato scontato da Standard & Poor’s che comincia a tener conto dell’equity due anni prima della scadenza di un convertendo, tant’è che sebbene il livello di rating sia rimasto a BB+ l’outlook è già stato da tempo modificato a stabile. Moody’s invece segue un’altra logica e registra la conversione quando è effettivamente avvenuta. In teoria, dunque, dovrebbe tenerne conto nella sua valutazione che, da tre anni, è ferma a Ba1 con outlook negativo. Ma non ci sono automatismi a riguardo.
Non è possibile tracciare la mappa degli investitori che riceveranno le azioni, nè è dato sapere se Vivendi abbia già compensato in quache modo la diluizione che deriverà dalla conversione e che porterà la quota di riferimento in mano ai francesi dal 24,6% a circa il 22%.
Intanto, su altro fronte, si apprende che dall’inizio dell’anno prossimo Telecom opererà nel segmento della telefonia mobile con un altro marchio, accanto a Tim, con una struttura indipendente e complementare che offrirà il servizio base, senza servizi aggiuntivi, come operatore mobile virtuale, appoggiandosi alla rete del gruppo. Una mossa “preventiva” in attesa dello sbarco in Italia di Iliad, la compagnia di Xavier Niel che in Francia ha fatto fortuna con le offerte low cost.
ASPETTANDO NIEL Il gruppo guidato da Flavio Cattaneo anticipa lo sbarco di Iliad con il lancio di un operatore mobile virtuale a fianco di Tim