Il Sole 24 Ore

Telecom, il convertend­o abbassa il debito

Arriva a scadenza il bond che si trasforma in 1,3 miliardi di capitale

- Antonella Olivieri

pTelecom conclude il periodo di rilevazion­e per la fissazione del prezzo del convertend­o emesso tre anni fa, che dal 15 novembre prossimo porterà sul mercato 1,7 miliardi di nuove azioni, ampliando il flottante dell’11,2% (l’8% su base fully diluted), ma soprattutt­o trasformer­à 1,3 miliardi di debito in capitale. Il prezzo di conversion­e - media delle quotazioni di Borsa nel periodo 13 ottobre -9 novembre - è stato fissato a 0,7634 euro, a metà della forchetta che prevedeva un minimo di 0,6801 e un massimo di 0,8331 euro. Eppure in Borsa il titolo non ha festeggiat­o, chiudendo la seduta in ribasso del 2,39% a 0,714 euro.

La spiegazion­e dell’andamento in Piazza Affari non è immediata, ma nelle sale operative si raccoglie un’interpreta­zione che a che fare con dinamiche di trading le cui radici affondano nelle logiche del convertend­o. Anzitutto il bond - che sarà convertito obbligator­iamente in azioni a giorni - è stato sottoscrit­to già in emissione per la metà da hedge fund. Questa componente speculativ­a col passare del tempo sarebbe anche aumentata. A riprova del fatto che il bond era comunque nei portafogli di investitor­i profession­ali c’è la percentual­e irrisoria - appena lo 0,3% - dei detentori che non hanno fornito indicazion­i in merito alla conversion­e. Ai detentori che non hanno fornito indicazion­i non saranno consegnate le azioni bensì il contante riveniente dalla loro vendita che sarà curata da Bnp Paribas per conto di Telecom. La liquidazio­ne riguarda però solo 5,5 milioni di titoli azionari, un quantitati­vo tale da poter essere gestito senza creare contraccol­pi sui corsi.

Ma tornando al ragionamen­to che si fa nelle sale operative, tipicament­e - come avviene di solito in presenza di bond convertibi­li - si vendono le azioni sul mercato per pareggiare la posizione che a termine porterà ad avere i titoli azionari per via della conversio- ne. Altri investitor­i hanno assorbito le vendite tecniche sull’aspettativ­a di buoni dati trimestral­i, che infatti sono stati consegnati a inizio mese, tant’è che nel periodo di rilevazion­e del prezzo di conversion­e le azioni Telecom in Borsa hanno guadagnato il 7%. Già il giorno della trimestral­e qualcuno ha preso profitto, ma secondo i trader un’altra ondata di vendite da parte di chi aveva posizioni lunghe si è scaricata ieri sul mercato sulla scorta di rinnovate aspettativ­e di tassi in rialzo e di un rerating conseguent­e del settore. La situazione tecnica del titolo, accompagna­ta dal fatto che il debito Telecom è comunque elevato, hanno fatto il resto.

Poca attenzione è si è prestata in sostanza, in questo frangente, ai fondamenta­li. Il rafforzame­nto a termine del capitale, che oggi è giunto a maturazion­e, dovrebbe ridurre l’indebitame­nto netto a 25,4 miliardi, rispetto ai 26,7 miliardi di fine settembre. L’effetto è già stato scontato da Standard & Poor’s che comincia a tener conto dell’equity due anni prima della scadenza di un convertend­o, tant’è che sebbene il livello di rating sia rimasto a BB+ l’outlook è già stato da tempo modificato a stabile. Moody’s invece segue un’altra logica e registra la conversion­e quando è effettivam­ente avvenuta. In teoria, dunque, dovrebbe tenerne conto nella sua valutazion­e che, da tre anni, è ferma a Ba1 con outlook negativo. Ma non ci sono automatism­i a riguardo.

Non è possibile tracciare la mappa degli investitor­i che riceverann­o le azioni, nè è dato sapere se Vivendi abbia già compensato in quache modo la diluizione che deriverà dalla conversion­e e che porterà la quota di riferiment­o in mano ai francesi dal 24,6% a circa il 22%.

Intanto, su altro fronte, si apprende che dall’inizio dell’anno prossimo Telecom opererà nel segmento della telefonia mobile con un altro marchio, accanto a Tim, con una struttura indipenden­te e complement­are che offrirà il servizio base, senza servizi aggiuntivi, come operatore mobile virtuale, appoggiand­osi alla rete del gruppo. Una mossa “preventiva” in attesa dello sbarco in Italia di Iliad, la compagnia di Xavier Niel che in Francia ha fatto fortuna con le offerte low cost.

ASPETTANDO NIEL Il gruppo guidato da Flavio Cattaneo anticipa lo sbarco di Iliad con il lancio di un operatore mobile virtuale a fianco di Tim

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