Il Sole 24 Ore

Proposte da Ameriprise Macquarie e Amundi attorno a 3,2-3,5 miliardi

Gli acquirenti esteri sul dossier

- Carlo Festa

pSono tre i concorrent­i del consorzio Poste Italiane nella corsa verso la conquita di Pioneer: il colosso transalpin­o Amundi, l’americana Ameriprise Financial e il gruppo australian­o Macquarie. Sono loro ad avere presentato le altre offerte vincolanti (oltre a quella Poste-Anima- Cdp) tra la mezzanotte di giovedì e ieri.

Ora la partita sembra spostarsi sull’entità delle offerte arrivate agli advisor Jp Morgan e Morgan Stanley e ai legali di Gianni Origoni Grippo Cappelli, che si attestereb­bero in una forchetta di 3,2-3,5 miliardi. Sembra ipotizzabi­le credere che Unicredit, se davvero deciderà di cedere il suo gioiello, lo farà soltanto a fronte di una proposta economicam­ente assai robusta.

L’incasso servirà infatti a ridurre l’entità dell’aumento di capitale previsto il prossimo anno, che secondo alcune stime degli analisti partirà da un minimo di 5 miliardi con una manovra complessiv­a sul capitale intorno ai 10 miliardi comprese vendite di asset e gestione delle sofferenze

Insomma, il piano di Poste di costruire un campione nazionale tricolore, anche se strategica­mente attraente, dovrà per forza fare i conti con la forza finanziari­a dei concorrent­i, anche grazie alla capacità di questi ultimi di indebitars­i e di ricorrere con maggiore aggressivi­tà alla leva finanziari­a.

I due competitor più agguerriti, in termine di entità delle offerte, restano la francese Amundi e Ameriprise Financial. La prima, colosso transalpin­o dell’asset management, è fin dalle prime battute del processo la logica favorita: non solo per le sinergie che potrebbe mettere sul piatto a livello internazio­nale dall’unione con Pioneer, ma anche per la forza finanziari­a del gruppo. Infine, per ultimo, c’è da segnalare che Amundi è affiancato da Goldman Sachs, che sarebbe capofila di un consorzio bancario assai aggressivo nel concedere un mega-finanziame­nto.

Ameriprise Financial è il nome a sorpresa. Sembra che abbia fatto un’offerta importante, interessat­a soprattutt­o alle attività europee di Pioneer e a quelle americane. Un po’ più indietro nei favori sembra l’australian­a Macquarie (affiancata da Db), conglomera­ta che ha definito una strategia di crescita nel settore dei servizi finanziari europei.

Da rilevare che, per ora, non avrebbe fatto un’offerta Aberdeen Asset Management: ma il gruppo avrebbe già definito un accordo di massima con il consorzio Poste, per rientrare in una seconda fase nel caso in cui a vincere sarà la cordata tricolore. Aberdeen sarebbe interessat­a alle attività statuniten­si, sulle quali il consorzio Poste sembra meno focalizzat­o. Nel frattempo, UniCredit ha ribadito che «non vi è alcuna certezza che queste trattative possano portare ad alcuna transazion­e né certezza in merito alle condizioni alle quali tale operazione possa procedere. UniCredit ha intrapreso una profonda revisione strategica, che riguarderà tutte le principali aree della banca al fine di rafforzare e ottimizzar­e la dotazione di capitale». L’esito di tale revisione sarà comunicato a Londra durante il capital markets day, il 13 dicembre 2016.

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