Proposte da Ameriprise Macquarie e Amundi attorno a 3,2-3,5 miliardi
Gli acquirenti esteri sul dossier
pSono tre i concorrenti del consorzio Poste Italiane nella corsa verso la conquita di Pioneer: il colosso transalpino Amundi, l’americana Ameriprise Financial e il gruppo australiano Macquarie. Sono loro ad avere presentato le altre offerte vincolanti (oltre a quella Poste-Anima- Cdp) tra la mezzanotte di giovedì e ieri.
Ora la partita sembra spostarsi sull’entità delle offerte arrivate agli advisor Jp Morgan e Morgan Stanley e ai legali di Gianni Origoni Grippo Cappelli, che si attesterebbero in una forchetta di 3,2-3,5 miliardi. Sembra ipotizzabile credere che Unicredit, se davvero deciderà di cedere il suo gioiello, lo farà soltanto a fronte di una proposta economicamente assai robusta.
L’incasso servirà infatti a ridurre l’entità dell’aumento di capitale previsto il prossimo anno, che secondo alcune stime degli analisti partirà da un minimo di 5 miliardi con una manovra complessiva sul capitale intorno ai 10 miliardi comprese vendite di asset e gestione delle sofferenze
Insomma, il piano di Poste di costruire un campione nazionale tricolore, anche se strategicamente attraente, dovrà per forza fare i conti con la forza finanziaria dei concorrenti, anche grazie alla capacità di questi ultimi di indebitarsi e di ricorrere con maggiore aggressività alla leva finanziaria.
I due competitor più agguerriti, in termine di entità delle offerte, restano la francese Amundi e Ameriprise Financial. La prima, colosso transalpino dell’asset management, è fin dalle prime battute del processo la logica favorita: non solo per le sinergie che potrebbe mettere sul piatto a livello internazionale dall’unione con Pioneer, ma anche per la forza finanziaria del gruppo. Infine, per ultimo, c’è da segnalare che Amundi è affiancato da Goldman Sachs, che sarebbe capofila di un consorzio bancario assai aggressivo nel concedere un mega-finanziamento.
Ameriprise Financial è il nome a sorpresa. Sembra che abbia fatto un’offerta importante, interessata soprattutto alle attività europee di Pioneer e a quelle americane. Un po’ più indietro nei favori sembra l’australiana Macquarie (affiancata da Db), conglomerata che ha definito una strategia di crescita nel settore dei servizi finanziari europei.
Da rilevare che, per ora, non avrebbe fatto un’offerta Aberdeen Asset Management: ma il gruppo avrebbe già definito un accordo di massima con il consorzio Poste, per rientrare in una seconda fase nel caso in cui a vincere sarà la cordata tricolore. Aberdeen sarebbe interessata alle attività statunitensi, sulle quali il consorzio Poste sembra meno focalizzato. Nel frattempo, UniCredit ha ribadito che «non vi è alcuna certezza che queste trattative possano portare ad alcuna transazione né certezza in merito alle condizioni alle quali tale operazione possa procedere. UniCredit ha intrapreso una profonda revisione strategica, che riguarderà tutte le principali aree della banca al fine di rafforzare e ottimizzare la dotazione di capitale». L’esito di tale revisione sarà comunicato a Londra durante il capital markets day, il 13 dicembre 2016.