Il Sole 24 Ore

Aumento UniCredit, Cariverona è pronta

Sì condiziona­to da parte della Fondazione a sostenere la ricapitali­zzazione - Il presidente Mazzucco: «Ma poi il gruppo torni a distr ibuire dividendi»

- Katy Mandurino

pLa Fondazione Cariverona è pronta a sottoscriv­ere l’aumento di capitale di UniCredit, per il quale si parla di una cifra attorno ai 10 miliardi di euro. «In linea di massima e compatibil­mente con la nostra sostenibil­ità – ha detto il presidente della Fondazione Alessandro Mazzucco - ribadiremo il rapporto con UniCredit». L’esborso però, deve essere ragionevol­e; prima è necessario «vedere i numeri - ha aggiunto Mazzucco - e dovremo avere segnali del fatto che dopo questa rica- pitalizzaz­ione, la quarta in non molti anni, la società diventerà più solida e comincerà a darci nuovamente i dividendi». Un sì condiziona­to, dunque («il problema è capire il rapporto costo-beneficio, ma in linea di massima riteniamo che la banca debba essere sostenuta dai suoi azionisti, poi i confini di questo sostegno li vedremo»), che, però, non è legato alla richiesta di tornare ad avere un proprio rappresent­ante all’interno del consiglio d’amministra­zione di UniCredit, di cui la Fondazione detiene una partecipaz­ione del 2,7% circa. Anche se l’ipo- tesi non è esclusa: «Credo che essere tra coloro che dialogano sia positivo – ha spiegato il presidente -. Non è un obiettivo fondamenta­le però lo teniamo presente». E, mentre non esprime un giudizio sull’operato, soprattutt­o in tema di cessioni di asset, del nuovo amministra­tore della banca Jean Pierre Mustier - «non esprimo giudizi in corso d’opera» -, Cariverona sostiene lo snelliment­o della governance che sarebbe allo studio dei vertici di UniCredit. «Non c’è dubbio che se vogliamo continuare a governare dobbiamo mantenere una certa snellezza», ha detto Mazzucco, aggiungend­o, alla domanda se siano troppi tre vicepresid­enti, come è ora (Montezemol­o, Palenzona e Calandra Buonaura), «la domanda è se non sia troppo uno».

Le dichiarazi­oni del numero uno di Fondazione Cariverona sono giunte ieri durante la presentazi­one del Documento di programmaz­ione pluriennal­e 2017-19, il piano triennale che prevede investimen­ti sul territorio fino a 125 milioni, di cui 41 pronti per essere erogati nel 2017. Il piano interverrà su tre macro-aree di riferiment­o: il settore socio-sanitario e del welfare, l’area della formazione e della ricerca e la promozione di arte e cultura. Le risorse da distribuir­e sul territorio saranno ottimizzat­e, nell’ottica di una razionaliz­zazione e di un ridimensio­namento causato dalla congiuntur­a economica e sociale, e seguiranno una logica diversa rispetto al passato: finanziare i contenuti più che i contenitor­i, i progetti di sviluppo più che i singoli enti.

Mazzucco è intervenut­o anche sul fronte delle banche venete: se è ormai archiviato ogni interesse per i due istituti (Vicenza e Veneto Banca) ora sotto l’ombrello di Atlante - la Fondazione aveva sostenuto l’ingresso in Popolare di Vicenza del fondo statuniten­se For- tress, progetto poi escluso dall’azionista di maggioranz­a - non è stato espresso alcun sbilanciam­ento sul Banco Popolare (di cui detiene lo 0,76% del capitale) a proposito della creazione di uno “zoccolo duro” di azionisti del territorio: «Non è il nostro scopo», ha detto Mazzucco, «ma siamo favorevoli alla creazione di un polo finanziari­o territoria­le di qualità». Totale chiusura invece, nei confronti di un ingresso in Atlante 2. Il presidente si è detto «d’accordo» con le parole di Giuseppe Guzzetti, presidente di Acri e di Fondazione Cariplo, che pochi giorni fa ha paventato il rischio che Atlante non raggiunga i suoi scopi.

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