Riscaldamento globale, l’elezione di Trump spave nta
Le dichiarazioni del neopresidente su («Un imbroglio») fanno temere sull’impegno Usa
Delusione iniziale. Poi la speranza che i discorsi elettorali volti a catturare il consenso degli americani, facciano largo al pragmatismo Usa. L’auspicio, in sintesi, è che Donald Trump non sia d’ostacolo sulla strada del contenimento del riscaldamento globale. Sono le reazioni di alcuni esperti di responsabilità sociale (Sri) e strategist alla conquista della presidenza Usa da parte di Trump che ha definito un « imbroglio » ( hoax) il problema del cambiamento climatico. Si teme dunque che gli Stati Uniti abbandonino la strada virtuosa intrapresa da Obama per il contenimento delle emissioni di gas serra.
il pragmatismo americano
«Alla fine penso che prevarrà il pragmatismo statunitense. Ciò che è stato dichiarato in campagna elettorale da Trump sul climate change, penso sarà mitigato poi nelle decisioni concrete. Questa è almeno la mia speranza – dichiara Ugo Biggeri, presidente di Banca Etica –. Più in generale, però, è tutto il tema della responsabilità sociale che con questa presidenza Usa finirà in secondo piano » . È dello stesso avviso suor Alessandra Smerilli, economista e docente alla Pontificia facoltà di Scienze dell’educazione Auxilium: « Trump è un abile comunicatore e ha detto le cose che la gente voleva sentirsi dire. Già con il primo discorso ha poi attenuato i toni. Se poi non dovesse cambiare idea sul climate change, spero che gli altri Stati vadano avanti nella riduzione delle emissioni e si facciano carico di tale responsabilità » .
ci vorranno quattro anni
Non sarà comunque semplice e breve l’uscita degli Stati Uniti dagli accordi di Parigi sul riscaldamento globale come spiega Ophélie Mortier, responsabile investimenti sostenibili di Degroof Petercam AM: «Gli Stati Uniti rappresentano il 16,4% delle emissioni globali di anidride carbonica e sono un importante partner nei negoziati internazionali, inclusi quelli legati alla questione climatica. Trump ha annunciato che gli Stati Uniti usciranno dall’accordo di Parigi, anche se tale decisione non sarà semplice da attuare visto che l’accordo è entrato in vigore quattro giorni prima delle elezioni». E aggiunge: «Gli Usa devono dare una notifica, anticipata di tre anni, della loro uscita. Passaggio che sarebbe formalmente riconosciuto un anno dopo, per un totale dunque di quattro anni».
Difficile però che il neopresidente americano si fermi davanti a delle tecnicalità. « Certo – aggiunge Mortier – la vittoria di Trump rappresenta un enorme rischio per l’attuazione dell’accordo di Parigi perché il nuovo presidente Usa non metterà in campo sforzi per ridurre le emissioni di gas serra e gli impegni assunti dagli Stati Uniti probabilmente non si tradurranno in azioni concrete » .
incertezza nel breve periodo