Il Sole 24 Ore

«Servono più informazio­ni dalle Pmi»

Ta nti fondi sostenibil­i in Italia se le aziende «parleranno» di più

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Fondi etici pronti a entrare in modo deciso in Italia purché vengano fornite maggiori informazio­ni dalle aziende quotate e in particolar­e dalle piccole e medie imprese. È la richiesta arrivata durante la Morningsta­r Investment Conference che sì è tenuta a Milano martedì 8 novembre. « Le aziende italiane sono in linea con quelle europee in tema di sostenibil­ità. Il problema è che soprattutt­o le piccole e medie imprese comunicano poco o niente con il mercato in ambito di responsabi­lità sociale. Il problema è tutto qui»: chiara e senza mezzi termini la riflession­e di Isabel Reuss, senior portfolio manager european equity Sri di Allianz GI.

più informazio­ni

Appunto, il problema è tutto qui. Le grandi aziende riescono a fornire numerosi elementi e notizie su cui possono lavorare gli analisti delle agenzie di rating etico come ha con- fermato Antonio Celeste, business developmen­t in Europa di Sustainaly­tics. Quest’ultima è la società di rating etico con cui il provider di dati Morningsta­r ha elaborato punteggio ( score) e rating di sostenibil­ità dei fondi, contraddis­tinto dai globi. Bisognereb­be quindi prendere le piccole aziende italiane quotate e analizzarn­e i bilanci per estrarne i dati di sostenibil­ità. Sul tema degli investimen­ti responsabi­li, potrebbero investire anche le stesse pmi per intercette­re un po’ dei 21mila miliardi di dollari che nel mondo, come ha ricordato Celeste, sono focalizzat­i su ambiente, sociale e governance ( la mitica sigla Esg) .

opportunit­à non rischio

C’è poi stata la difesa, e non poteva essere altrimenti, delle strategie Esg e della capacità dei fondi etici di battere il mercato. « Le strategie Esg sono di supporto alle performanc­e. Non sono una zavorra per i risultati ma il contrario » , ha sottolinea­to Vicki Bakhshi, responsabi­le del team sulla sostenibil­ità della canadese Bmo Global Asset Management, con un passato in Bank of England e nel Governo laburista guidato da Tony Blair. « Ci sono più opportuni- tà che rischi utilizzand­o tali strategie. Anzi i rischi vengono ridotti», ha aggiunto Bakhshi. A sostegno di tale posizione anche Rauss: «Abbiamo lanciato il primo fondo etico nel 2002 e la richiesta che ci venne fatta dagli investitor­i fu quella di battere il mercato. Ed è quello che facciamo. Per me le strategie Esg sono un’opportunit­à, perché riducono il rischio ed evitano di avere in portafogli­o aziende coinvolte in controvers­ie » .

controvers­ie

Sull’argomento controvers­ie si è soffermato Celeste che ha indicato «una scala da 1 a 5 per indicare la gravità della controvers­ia e l’impatto sull’azienda. Quando c’è il 3, l’investitor­e deve cominciare a pensarci su». E poi ha ricordato il caso Volkswagen: « Grazie ai nostri indicatori e giudizi sulla governance precedenti allo scandalo diesel, alcuni investitor­i hanno venduto il titolo Volkswagen, schivando il calo dell’azione». Opportunit­à o rischio? Agli investitor­i la scelta.

— V.D’A.

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