Navigazione a vista sul subordinato Carige
Sull’istituto ligure (s orvegliato speciale della Bce) qualsiasi previsione risulta azzardata
Il titolo nel portafoglio del lettore è un bond subordinato Tier II decennale emesso da Banca Carige nel settembre 2010 che paga una cedola fissa annua del 5,7%. Si tratta di un bond illiquido (non quotato né sul Mot né sull’EuroTlx) che presenta un grado di rischio alto per la combinazione della clausola di subordinazione e della difficile situazione dell’emittente.
Da diversi mesi Banca Carige è sotto stretto monitoraggio della Bce soprattutto per il problema della considerevole incidenza dei crediti non performanti (Npl) che, in costante crescita dal 2011, hanno progressivamente deteriorato la qualità degli impieghi. «Attualmente – ricorda Nicola Benini di IfaConsultinng – la banca ha quasi 7 miliardi di Npl lordi con un tasso di copertura del 43%. Ecco perché è tra i sorvegliati speciali della Bce». Dopo il primo richiamo di inizio estate che ha portato Carige a lanciare un piano per la dismissione di 1,8 miliardi di sofferenze entro fine 2017, a fine ottobre l’istituto ha ricevuto due nuove “bozze” di decisioni dalla Bce. La prima riguardava gli esiti del processo di revisione e valutazione prudenziale (Srep), mentre nella seconda si chiedeva alla banca di ri- spettare un programma di progressiva riduzione dello stock di Npl secondo un’agenda che dovrebbe portarli a circa 3,7 miliardi entro il 2019.
A inizio novembre Carige ha risposto all’Eurotower chiedendo di poter spostare di un mese (a fine gennaio 2017) la prima tranche di dismissioni aumentandone anche l’importo (da 900 milioni a 1 miliardo di euro), motivando il rinvio con la decisione di procedere a una cartolarizzazione di que- sti attivi deteriorati anziché una loro vendita tout court. «La speranza del management - continua Benini - è quella di disfarsi degli Npl a un prezzo più alto di quello ipotizzato a suo tempo dalla Bce, anche tenuto conto delle proposte ricevute dal Fondo Apollo (appena il 17% del valore nominale) e di spuntare un recovery rate intorno al 30%, in linea con quello spuntato recentemente dalla Popolare di Bari».
I giochi restano aperti. Ora bisogna vedere se la Bce abbozzerà alle richieste della banca. Nel frattempo i bond subordinati di Carige hanno risentito dell’irrigidimento Bce: da quando la notizia è stata resa pubblica (il 27 ottobre scorso), le quotazioni sono cominciate a calare. «Al solito – spiega Benini – i mercati non amano l’incertezza. Se Carige non sarà in grado di ottemperare alla richieste di Francoforte lo spettro del bail-in è dietro l’angolo e gli operatori finanziari lo sanno molto bene».
Gli scenari di probabilità elaborati da IfaConsulting riflettono questa difficile situazione. Il bond in mano al lettore ha una probabilità del 38% di restituire a scadenza (tra meno di 4 anni) appena 26,67 euro su 100 iniziali (quindi con una perdita attesa di 73,33 euro), mentre nello scenario soddisfacente – che ha una probabilità del 62% – restituirà 121 euro pari al valore nominale più le cedole non ancora corrisposte. Coerentemente con questi scenari il fair value del titolo oggi è di circa 85,4 euro, in calo di circa 3 euro rispetto ai valori teorici registrato sino alla vigilia dell’ultimo richiamo della Bce e il grado di rischio è “molto alto”.
Investimento iniziale pari a 100 euro