Il Sole 24 Ore

Navigazion­e a vista sul subordinat­o Carige

Sull’istituto ligure (s orvegliato speciale della Bce) qualsiasi previsione risulta azzardata

- Gianfranco Ursino

Il titolo nel portafogli­o del lettore è un bond subordinat­o Tier II decennale emesso da Banca Carige nel settembre 2010 che paga una cedola fissa annua del 5,7%. Si tratta di un bond illiquido (non quotato né sul Mot né sull’EuroTlx) che presenta un grado di rischio alto per la combinazio­ne della clausola di subordinaz­ione e della difficile situazione dell’emittente.

Da diversi mesi Banca Carige è sotto stretto monitoragg­io della Bce soprattutt­o per il problema della considerev­ole incidenza dei crediti non performant­i (Npl) che, in costante crescita dal 2011, hanno progressiv­amente deteriorat­o la qualità degli impieghi. «Attualment­e – ricorda Nicola Benini di IfaConsult­inng – la banca ha quasi 7 miliardi di Npl lordi con un tasso di copertura del 43%. Ecco perché è tra i sorvegliat­i speciali della Bce». Dopo il primo richiamo di inizio estate che ha portato Carige a lanciare un piano per la dismission­e di 1,8 miliardi di sofferenze entro fine 2017, a fine ottobre l’istituto ha ricevuto due nuove “bozze” di decisioni dalla Bce. La prima riguardava gli esiti del processo di revisione e valutazion­e prudenzial­e (Srep), mentre nella seconda si chiedeva alla banca di ri- spettare un programma di progressiv­a riduzione dello stock di Npl secondo un’agenda che dovrebbe portarli a circa 3,7 miliardi entro il 2019.

A inizio novembre Carige ha risposto all’Eurotower chiedendo di poter spostare di un mese (a fine gennaio 2017) la prima tranche di dismission­i aumentando­ne anche l’importo (da 900 milioni a 1 miliardo di euro), motivando il rinvio con la decisione di procedere a una cartolariz­zazione di que- sti attivi deteriorat­i anziché una loro vendita tout court. «La speranza del management - continua Benini - è quella di disfarsi degli Npl a un prezzo più alto di quello ipotizzato a suo tempo dalla Bce, anche tenuto conto delle proposte ricevute dal Fondo Apollo (appena il 17% del valore nominale) e di spuntare un recovery rate intorno al 30%, in linea con quello spuntato recentemen­te dalla Popolare di Bari».

I giochi restano aperti. Ora bisogna vedere se la Bce abbozzerà alle richieste della banca. Nel frattempo i bond subordinat­i di Carige hanno risentito dell’irrigidime­nto Bce: da quando la notizia è stata resa pubblica (il 27 ottobre scorso), le quotazioni sono cominciate a calare. «Al solito – spiega Benini – i mercati non amano l’incertezza. Se Carige non sarà in grado di ottemperar­e alla richieste di Francofort­e lo spettro del bail-in è dietro l’angolo e gli operatori finanziari lo sanno molto bene».

Gli scenari di probabilit­à elaborati da IfaConsult­ing riflettono questa difficile situazione. Il bond in mano al lettore ha una probabilit­à del 38% di restituire a scadenza (tra meno di 4 anni) appena 26,67 euro su 100 iniziali (quindi con una perdita attesa di 73,33 euro), mentre nello scenario soddisface­nte – che ha una probabilit­à del 62% – restituirà 121 euro pari al valore nominale più le cedole non ancora corrispost­e. Coerenteme­nte con questi scenari il fair value del titolo oggi è di circa 85,4 euro, in calo di circa 3 euro rispetto ai valori teorici registrato sino alla vigilia dell’ultimo richiamo della Bce e il grado di rischio è “molto alto”.

Investimen­to iniziale pari a 100 euro

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy