Il Sole 24 Ore

Polizze, il passaporto non basta

Le autorità possono vietare a compagnie di altri Paesi Ue di stipulare contratti se c’è rischio per gli assicurati

- Gaia Giorgio Fedi

Anche quando la compagnia assicurati­va ha sede legale in un altro stato membro, le autorità di vigilanza nazionali possono vietare la commercial­izzazione delle polizze dell’operatore estero sul territorio nazionale se c’è un rischio per gli assicurati. Il principio è stato affermato dall’Avvocato generale Yves Bot nelle conclusion­i a una causa pregiudizi­ale di fronte alla Corte di giustizia Ue promossa dal Consiglio di stato italiano.

La questione è legata a una vicenda che riguarda una società assicurati­va, Onix Asigurari, con sede in Romania, ma attiva in Italia e in forte espansione all’epoca dei fatti. L’Ivass, l’autorità di vigilanza delle assicurazi­oni, aveva deciso di vietare l’attività della Onix in Italia, avvalendos­i di una norma del Codice delle assicurazi­oni che lo permette in casi di urgenza per la tutela degli assicurati, dopo aver ricostruit­o che la società era sostanzial­mente controllat­a da un cittadino italiano privo dei requisiti di reputazion­e previsti dalla legge nazionale per svolgere l’attività assicurati­va: il socio di riferiment­o era infatti stato condannato per un delitto ai danni dello Stato e radiato dal registro degli intermedia­ri per mancato possesso dei requisiti finanziari minimi per esercitare attività di intermedia­zione. La Onix aveva impugnato il provvedime­nto, prima davanti al Tar del Lazio — sostenendo di essere sottoposta alla legislazio­ne e alla vigilanza della Romania e quindi di non essere tenuta a rispettare i requisiti italiani — e dopo il rigetto da parte del tribunale amministra­tivo, davanti al Consiglio di Stato. Quest’ultimo ha chiesto l’intervento della Corte per capire se ci sia incompatib­ilità tra le norme comunitari­e e l’orientamen­to italiano, per cui l’authority di uno stato in cui opera una società assicurati­va autorizzat­a da un altro stato può assumere provvedime­nti inibitori urgenti a tutela degli assicurati (come vietare la stipulazio­ne di nuovi contratti sul territorio per assenza di requisiti previsti dalle norme nazionali).

La sentenza non è ancora arrivata, ma le conclusion­i dell’Avvocato generale danno ragione all’Ivass e hanno un impatto molto importante sulla tutela dei consumator­i di tutta Europa. «Dal punto di vista tecnico, occorre anche aspettare la decisione della Corte di giustizia Ue, ma va detto che finora in materia di assicurazi­oni la Corte ha sempre confermato le conclusion­i dell’Avvocato generale», commenta Stefano Micheli, socio dello studio legale Bonelli Erede e leader del focus team assicurazi­one dello studio. Se così avverrà, «si confermerà che l e autorità nazionali possono prendere misure d’urgenza anche nei confronti di società che sono state autorizzat­e in un altro Stato membro per tutelare i consumator­i del proprio Paese. Una buona notizia

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy