Polizze, il passaporto non basta
Le autorità possono vietare a compagnie di altri Paesi Ue di stipulare contratti se c’è rischio per gli assicurati
Anche quando la compagnia assicurativa ha sede legale in un altro stato membro, le autorità di vigilanza nazionali possono vietare la commercializzazione delle polizze dell’operatore estero sul territorio nazionale se c’è un rischio per gli assicurati. Il principio è stato affermato dall’Avvocato generale Yves Bot nelle conclusioni a una causa pregiudiziale di fronte alla Corte di giustizia Ue promossa dal Consiglio di stato italiano.
La questione è legata a una vicenda che riguarda una società assicurativa, Onix Asigurari, con sede in Romania, ma attiva in Italia e in forte espansione all’epoca dei fatti. L’Ivass, l’autorità di vigilanza delle assicurazioni, aveva deciso di vietare l’attività della Onix in Italia, avvalendosi di una norma del Codice delle assicurazioni che lo permette in casi di urgenza per la tutela degli assicurati, dopo aver ricostruito che la società era sostanzialmente controllata da un cittadino italiano privo dei requisiti di reputazione previsti dalla legge nazionale per svolgere l’attività assicurativa: il socio di riferimento era infatti stato condannato per un delitto ai danni dello Stato e radiato dal registro degli intermediari per mancato possesso dei requisiti finanziari minimi per esercitare attività di intermediazione. La Onix aveva impugnato il provvedimento, prima davanti al Tar del Lazio — sostenendo di essere sottoposta alla legislazione e alla vigilanza della Romania e quindi di non essere tenuta a rispettare i requisiti italiani — e dopo il rigetto da parte del tribunale amministrativo, davanti al Consiglio di Stato. Quest’ultimo ha chiesto l’intervento della Corte per capire se ci sia incompatibilità tra le norme comunitarie e l’orientamento italiano, per cui l’authority di uno stato in cui opera una società assicurativa autorizzata da un altro stato può assumere provvedimenti inibitori urgenti a tutela degli assicurati (come vietare la stipulazione di nuovi contratti sul territorio per assenza di requisiti previsti dalle norme nazionali).
La sentenza non è ancora arrivata, ma le conclusioni dell’Avvocato generale danno ragione all’Ivass e hanno un impatto molto importante sulla tutela dei consumatori di tutta Europa. «Dal punto di vista tecnico, occorre anche aspettare la decisione della Corte di giustizia Ue, ma va detto che finora in materia di assicurazioni la Corte ha sempre confermato le conclusioni dell’Avvocato generale», commenta Stefano Micheli, socio dello studio legale Bonelli Erede e leader del focus team assicurazione dello studio. Se così avverrà, «si confermerà che l e autorità nazionali possono prendere misure d’urgenza anche nei confronti di società che sono state autorizzate in un altro Stato membro per tutelare i consumatori del proprio Paese. Una buona notizia