Basket, ricavi dell'Eurolega oltre 400 milioni
La joint-venture decennale tra club e Img sta ampliando il giro d’affari del torneo
Euroleague Basketball e Img celebrano in questi giorni il primo anno della jointventure decennale che segna un cambiamento radicale nell’Eurolega, il principale torneo di pallacanestro europea per club.
Un rinnovamento alla base del progetto di Euroleague, capace di dare un nuovo volto alla prima competizione cestistica continentale dopo le diatribe con la Fiba e la conseguente creazione di un torneo parallelo (la Champoins League). Un braccio di ferro che però non ha scalfito il potenziale economico della lega presieduta da Jordi Bertomeu: nel 2015 l’Euroleague ha registrato oltre 400 milioni di euro di fatturato aggregato grazie ad un trend nettamente positivo negli ultimi anni, con una previsione di continua crescita per i prossimi esercizi dovuta agli investimenti di Img, una delle società leader nel settore della valorizzazione dei diritti sportivi.
La partnership con Img
Il business plan di Euroleague-Img prevedeva il raggiungimento della soglia dei 900 milioni al termine dei primi dieci anni di cooperazione. L’accordo siglato a novembre 2015 prevede una base di 630 milioni di euro (di cui trenta garantiti annualmente alle squadre partecipanti), ma può avvicinarsi ad un totale di 750 milioni includendo bonus.
Un passo in avanti che ha portato Euroleague a cambiare l’intero sistema della competizione: 16 squadre (undici delle quali in possesso della licenza A, pluriennale e potenzialmente espandibile) al posto delle precedenti 24, con la “promozione” della vincitrice di Eurocup (la seconda competizione sotto l’egida di Euroleague, con 20 partecipanti). La riduzione delle squadre non ha portato ad una riduzione delle partite garantite, che sono anzi aumentate grazie al secondo cambiamento strutturale del torneo. Dalla fase a gironi si è passato ad un round robin, con un totale di trenta partite assicurate per ogni squadra, aumentando di fatto sia gli introiti dal botteghino che quelli televisivi.
Il broadcasting tv e digitale
Questa rimane la fonte princi- pale di ricavo per Euroleague, che nel giro di 15 anni ha visto aumentare le proprie entrate del 360 per cento. La dipendenza televisiva e mediatica, però, non ha più lo stesso peso dei primi anni di vita della massima competizione europea. Se nel 2000 gli introiti dai media rights valevano il 95% dell’intero monte ricavi della lega, oggi il suo peso si è ridotto fino al 60 per cento. Questo perché in quindici anni sono arrivate sponsorizzazioni eccellenti: su tutte, Turkish Airlines, che dalla stagione 2010/11 associa il proprio nome al torneo e che nel 2013 ha rinnovato la partnership fino al 2020 per un totale di 37,5 milioni di euro.
«La necessità di garantire un minimo di trenta partite a squadra senza rischiare quanto accaduto lo scorso anno a Milano e Maccabi ci ha portato a siglare questa partnership con Img», spiega Andrea Bassani, Chief Television and New Media Rights Officer di Euroleague. L’impegno di Img non si ferma all’investimento sul torneo e alla distribuzione dei diritti televisivi e digitali, ma si espande fino al controllo del broadcasting center con sede a Londra per la produzione di tutti i conte- nuti media legati a Euroleague. E se ancora è presto per fare i conti in tasca alla nuova joint-venture, un primo risultato positivo è già assodato: i nuovi accordi televisivi con tre mercati fondamentale per il prodotto pallacanestro (Israele, Spagna e Grecia) permetteranno a Euroleague di ottenere almeno il triplo rispetto agli anni passati.
Una conferma dello zoccolo duro di questa competizione, con squadre storicamente inserite tra le undici in possesso di una licenza A: «Ma nel giro di un paio d’anni non ci precludiamo la possibilità di espanderle - prosegue Bassani -. Per le altre cinque squadre abbiamo accordi con le leghe nazionali (Germania, Russia e Lega Adriatica) in base alla graduatoria. Quest’anno inoltre si esaurisce la posizione del Darussafaka, che ha una wild card, e il suo posto andrà alla ACB spagnola».
Praticamente i mpossibile sperare in una seconda italiana. «A livello di Eurolega è evidente che, dopo aver deciso di ridurre le squadre a sedici, solo Milano possa essere competitiva a livello di impianto e budget», ribadisce infatti Bassani.
Successo di pubblico
La “nuova” Euroleague, intanto, trova anche il favore del pubblico: le prime giornate del torneo hanno chiamato a raccolta una media di 8.794 spettatori a partita, quasi 1.500 in più rispetto allo scorso anno, con dati significativi anche sul piano del gioco espresso.
Alcuni aggiustamenti regolamentari hanno elevato la qualità dello spettacolo (con una media record di 164,6 punti a partita), ma soprattutto la riduzione delle squadre ha dato vita a una competizione più equilibrata rispetto al passato. Una competizione che resta inoltre la più ricca attualmente in scena in Europa, per ciò che riguarda la pallacanestro. Il premio partecipazione è di 200mila euro, con bonus legati alle vittorie in regular season (37mila euro) e ai playoff (70mila euro) oltre che per i piazzamenti nelle Final Four: dai 150mila euro previsti per la quarta classificata sino al milione di euro in palio per la vincitrice del torneo.