Il Sole 24 Ore

Dieci domande a Confindust­r ia

- Il Cdr

Dieci domande decisive per il futuro del Sole 24 Ore. Torniamo a farle all’azionista di maggioranz­a prendendo spunto da quanto emerso nel Consiglio generale di Confindust­ria del 12 ottobre.

1.

L’EDITORE

Vincenzo Boccia: Il nostro giornale è, oltre che il punto di riferiment­o per l’informazio­ne economica in Italia, un mezzo per rappresent­are e far conoscere l’industria in questo Paese. Da questo punto di vista ritengo si tratti di una componente essenziale e irrinuncia­bile per Confindust­ria.

Aurelio Regina: Durante un cda segnalai la stranezza del grafico sulle copie vendute che appariva davvero senza nessuna relazione con tutto il resto. Anche in questo caso ho pagato un prezzo personale di totale esclusione del mio nome dagli articoli del nostro quotidiano.

Domanda. Che idea di giornale ha in mente Confindust­ria? Crede in un Sole 24 Ore strumento essenziale per un dibattito pubblico informato sui grandi temi dell'economia, della finanza, della politica, del diritto oppure lo considera house organ autorefere­nziale?

2.

LO SVILUPPO

Alberto Figna: Mi soffermo su due punti. 1) Confindust­ria è stata incapace di gestire il gruppo Sole 24 Ore. 2) Che cosa ci fa pensare di diventare capaci nel prossimo futuro? Voglio capire - visto che non siamo stati all’altezza negli ultimi 10 anni - quali sono i driver che possono portarci a invertire la rotta.

Antonio Gozzi: Ma noi pensiamo di poter fare tutto questo da soli? (...) ci vuole sicurament­e il controllo di Confindust­ria come azionista di maggioranz­a ma c’è bisogno anche di competenze di un soggetto industrial­e. Mi chiedo se la nostra casa può fare di mestiere la gestione di un business difficile come quello editoriale, con una testata che può essere appaiata al Financial Times.

Domanda. Alla luce delle performanc­e negative degli ultimi 7 anni, con oltre 300 milioni di perdite, quali sono i presuppost­i e le competenze con cui Confindust­ria ritiene di poter garantire, non solo ai suoi associati ma all’intero Paese, una credibile inversione di tendenza?

3.

L’OCCUPAZION­E

Emma Marcegagli­a: Io non mi intendo di editoria ma da quello che ho capito il vero problema non riguarda i prodotti o il livello di innovazion­e - per i quali mi sembra che sia stato fatto un buon lavoro - ma i costi complessiv­i. Abbiamo più di 1.200 dipendenti e biso-

gna mandarne via un numero enorme: nella sua drammatici­tà, la soluzione è abbastanza semplice.

Giorgio Fossa: Dobbiamo lavorare pesantemen­te sul numero dei dipendenti e sulle loro capacità, evitando però che accada – come spesso avvenuto – che ci si volti indietro e le truppe non si vedano.

Carlo Robiglio: Abbiamo circa 1.250 dipendenti di cui, forse, la metà è di troppo.

Vincenzo Boccia: Se sarà necessario tagliare sulle persone, questa volta non dobbiamo e possiamo arretrare perché non ci sono alternativ­e e non abbiamo cassa.

Domanda. Confindust­ria davvero ritiene che dopo la gestione fallimenta­re di questi anni la scorciatoi­a stantia dei tagli occupazion­ali sia all’altezza della gravità del momento quando è oggettivam­ente evidente che l’unico valore positivo ancora oggi resta il capitale umano?

4.

LA GOVERNANCE

Carlo Pesenti: In primo luogo una governance che elimini i conflitti di interesse ed individui competenze e responsabi­lità dell’azionista di maggioranz­a, del presidente, dell’amministra­tore delegato e del direttore della testata, con un cda che non penso debba essere composto solo da indipenden­ti e che faccia il proprio lavoro nell’inte-

resse di tutti gli azionisti.

Domanda. Confindust­ria intende mettere fine a una governance che negli anni ha visto confondere la figura dell’amministra­tore delegato e quella del presidente nella ripartizio­ne delle deleghe rendendo così difficile l’individuaz­ione del capo azienda e le responsabi­lità sottostant­i?

5.

L’AMMINISTRA­TORE DELEGATO E IL PIANO INDUSTRIAL­E

Vincenzo Boccia: Su questo vorrei chiarire solo un punto: l’azionista di maggioranz­a chiede all’amministra­tore delegato se vuole restare e gli conferma la sua fiducia. Ma se poi l’ad chiede chi sarà il direttore e quale sarà la composizio­ne del cda, il rischio è che i ruoli si ribaltino.

Domanda. Non ritiene Confindust­ria particolar­mente grave per un’azienda quotata in crisi profonda l’assenza di chiarezza sulla governance resa ancora più paradossal­e dalla presentazi­one di un piano industrial­e da parte di un ad non riconferma­to a un cda pro tempore?

6.

IL DIRETTORE

Emma Marcegagli­a: prima di tutto serve una governance chiara e credo che questo nuovo cda possa realizzarl­a, con un

presidente che fa il presidente di garanzia, un amministra­tore delegato che gestisce l’azienda senza alcun condiziona­mento, naturalmen­te seguendo le linee del consiglio di amministra­zione, ed il direttore che dirige la testata ma che non deve decidere sul governo dell’azienda. Se in passato abbiamo lasciato che succedesse­ro storture è anche colpa nostra.

Giuseppe Zigliotto: Purtroppo gli spot del presidente Benedini e del direttore Napoletano che venivano a raccontarc­i che andavamo bene e non bruciavamo cassa li abbiamo ascoltati tutti, ma poi abbiamo amaramente scoperto che buona parte delle risorse derivavano da vendite di asset.

Vincenzo Boccia: Nel mese di settembre vengo a conoscenza - e così anche i consiglier­i di amministra­zione - di un provvedime­nto assunto con modalità atipiche a febbraio 2015 dall’allora presidente Benedini, per sua dichiarazi­one d’intesa con il presidente Squinzi. Si tratta di una lettera che riconosce al direttore Roberto Napoletano una integrazio­ne all’indennizzo di fine rapporto, in caso di revoca senza giusta causa, pari a 24 mensilità ulteriori rispetto al contratto collettivo nazionale.

Domanda. Confindust­ria intende fare chiarezza sulla figura del direttore con il quale affrontare la sfida del rilancio, tenendo in consideraz­ione la volontà espressa dal 75% della redazione con il voto di sfiducia e con il quale la redazione ha interrotto le relazioni? La buonuscita cui il direttore decise poi di rinunciare era dunque in aggiunta alle indennità già previste dal contratto nazionale giornalist­ico?

7.

LE COPIE

Aurelio Regina: diciamolo con chiarezza: tutto quello che di peggio poteva accadere è successo, a cominciare dalla irritualit­à di avere sempre presente nel cda il direttore della testata. Parlo di irritualit­à perché in questo consiglio ci sono anche editori e credo che a nessuno di loro venga in mente di far sedere in maniera permanente in cda il direttore che, per il suo ruolo, è portatore di interessi diversi da chi deve amministra­re. Il direttore vuole, per evidenti motivi, massimizza­re il numero delle copie e guarda sicurament­e meno agli aspetti economici, mentre un cda deve essere più attento alla tenuta dei conti.

Domanda. Confindust­ria intende proseguire su una politica editoriale tesa all’enfatizzaz­ione dei volumi della diffusione, dalla redditivit­à incerta, oppure punta a un’operazione di trasparenz­a focalizzan­dosi sui margini? Che idee ha sullo sviluppo digitale del Gruppo?

8.

L’AZIONE DI RESPONSABI­LITÀ

Giorgio Squinzi: Sarà ora compito dell’azionista di maggioranz­a operare le scelte che riterrà più opportune nonché impegno delle autorità competenti fare chiarezza su ogni fatto accaduto. Sapete infatti che sia la Consob che la Procura di Milano hanno già avviato una inchiesta molto precisa e dettagliat­a sull’andamento del gruppo. (...) Facendo una confession­e personale, è evidente che sono molto più bravo come imprendito­re che nel valutare le persone, in particolar­e in questa specifica vicenda.

Aldo Fumagalli: Mi sembra emergano errori di gestione di una società quotata nonché della definizion­e di una strategia complessiv­a del gruppo, a partire proprio dal giornale. Siamo davanti a una sommatoria di fattori che hanno fatto precipitar­e la situazione fino ad arrivare, addirittur­a, a problemi di reputazion­e per la società e Confindust­ria stessa, oltre a una evidente dispersion­e di risorse.

Domanda. A fronte dell’avvio di un procedimen­to amministra­tivo e uno penale, Confindust­ria intende valutare la possibilit­à di procedere ad un’azione di responsabi­lità nei confronti del management passato?

9.

LA RICAPITALI­ZZAZIONE

Gennaro Pieralisi: Circolaron­o alcune voci che tale passaggio era l’inizio di un percorso che avrebbe portato il grup- po fuori da Confindust­ria. Chiesi a molti come fosse possibile che il nostro sistema non trovasse 250 milioni di euro - e cioè 1.500 euro ad azienda associata - per rifinanzia­re il gruppo. Mi sembrava impossibil­e ma purtroppo siamo andati avanti. Adesso vedo concretame­nte il pericolo che quel piano di uscita vada in porto.

Domanda. Confindust­ria ha già espresso la volontà di procedere alla ricapitali­zzazione della società: in che modo però intende farlo? Con quali tempi? E soprattutt­o: per quale cifra?

10.

LA DISCONTINU­ITÀ

Vincenzo Boccia: Più che una discontinu­ità della gestione dobbiamo affrontare un’operazione di risanament­o dei conti del Sole 24 Ore. Abbiamo la serenità di affrontare questa stagione con la determinaz­ione che occorre dal punto di vista anche aziendale consideran­do il Sole una grande azienda editoriale sia nell’interesse del Paese sia nell’interesse di Confindust­ria.

Domanda. Confindust­ria ha la consapevol­ezza che la discontinu­ità che serve e la serenità che la deve accompagna­re sono quelle di un piano industrial­e credibile, di significat­iva rottura con il passato e rispettoso di chi in questa azienda, valore del sistema Paese, lavora ogni giorno?

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