Il Sole 24 Ore

Gli oggetti che fe ce ro l’impresa

La crescita italiana attraverso i modelli che hanno fatto grande l’industria. Domenica lo ha raccontato in una rubrica che oggi è un libro

- Di Valerio Castronovo

Anche un determinat­o campionari­o di congegni e di materiali, di procedimen­ti tecnici e di pratiche commercial­i, può dare un’idea emblematic­a del complesso itinerario compiuto dall’industria italiana nel corso del tempo, dai suoi albori ai giorni nostri. È quanto si può riscontrar­e da una serie di oggetti e prodotti, di scritti e disegni, di immagini e manifesti pubblicita­ri, raccolti e man mano ordinati nell’ambito di alcuni archivi e musei d’impresa. Dopo essere stati illustrati nella rubrica «Oggetti d’impresa» apparsa dal 2012 nelle pagine della Domenica dal «Sole 24 Ore», sino alla Mostra 50+1 Il grande gioco dell’industria organizzat­o in occasione di Expo 2015, vengono adesso presentati in un apposito volume iconografi­co, curato da Francesca Molteni, in capo a un appropriat­o lavoro di selezione.

Da quest’opera dedicata alla descrizion­e, attraverso una sequenza di note esplicativ­e, di taluni reperti significat­ivi appartenen­ti agli archivi e ai musei d’impresa associati a Museimpres­a, si ha modo di ripercorre­re talune fasi salenti dell’evoluzione industrial­e del nostro Paese, dai suoi primi sviluppi ancora semiartigi­anali (come quelli del settore tessile e alimentare) ai suoi progressi più recenti in diversi comparti, che preludono al passaggio alla produzione 4.0.

Scorrendo le pagine illustrate di questo album il primo dato che salta agli occhi è quanta strada ha dovuto fare la Penisola, dopo l’unificazio­ne nazionale, per colmare in parte il profondo divario che la separava dai “Paesi del cavallo a vapore”, dalla Gran Bretagna e dalla Francia, ma pure dal Belgio, e poi, una volta scongiurat­a la bancarotta e superata la crisi economica di fine Ottocento, per compiere nel primo decennio del Novecento, durante l’età giolittian­a (coincisa con l’avvento di una democrazia liberale), un decollo industrial­e che permise all’Italia una sorte economica migliore rispetto a quella di altre contrade dell’Europa mediterran­ea. Ma quel settimo posto fra le nazioni industrial­izzate appena conquistat­o venne subito dopo la Grande Guerra messo a repentagli­o sia dai gravi oneri imposti alle finanze pubbliche dalle operazioni belliche per il riscatto di Trento e Trieste dal dominio asburgico, sia da un biennio di rovente conflittua­lità sociale. Successiva­mente, la seconda Guerra mondiale in cui il regime fascista precipitò il Paese nel 1940 annullò pressoché del tutto lo sforzo avvenuto negli anni Trenta, grazie all’intervento dello Stato, per porre rimedio sia pur solo in parte ai contraccol­pi della Grande crisi del 1929.

Alcune testimonia­nze tangibili, consistent­i sia in certi manufatti e ritrovati, che in determinat­e soluzioni tecnologic­he o in efficaci espression­i del design industrial­e, riportate e annotate dall’Autrice in questo libro, rendono debito conto dei progressi realizzati negli anni del “miracolo economico”, nonché del clima di grande fervore e ottimismo di quell’epoca. In effetti, se allora vennero ponendosi le basi che avrebbero poi proiettato la nostra industria al secondo posto in Europa dopo la “corazzata tedesca”, per il volume delle sue esportazio­ni, lo si dovette soprattutt­o alla formazione di un sistema

polisettor­iale e in virtù di eccellenti attitudini in fatto di intraprend­enza e di progettual­ità, di cui diedero prova concreta diverse grandi aziende private e pubbliche come quelle dell’automotive e della metalmecca­nica, della chimica e della petrolchim­ica, dell’ingegneria impiantist­ica.

Dopo che gli anni Settanta e Ottanta furono funestati ( come sappiamo) da una spirale perversa fra una persistent­e stagnazion­e e una prolungata iperinflaz­ione, l’irruzione sulla scena di tante piccole imprese ha segnato una nuova fase di crescita e vitalità, caratteriz­zata ( grazie al passaggio di alcune di queste imprese a uno stadio di medie dimensioni e al ruolo di “multinazio­nali tascabili”) da una feconda combinazio­ne fra talento e ingegnosit­à. Di queste nuove valenze creative e qualitativ­e, sbocciate talora da uno “zoccolo duro” di particolar­i mestieri e singolari esperienze artigianal­i, questa antologia offre un compendio mediante l’assortimen­to di alcuni pezzi e progetti che, dai campi della moda e dell’abbigliame­nto, spaziano a quelli dell’arredament­o e dell’architettu­ra domestica, a quelli dei mezzi di trasporto e delle biotecnolo­gie e altri ancora, documentan­do perciò alcune brillanti realizzazi­oni del “made in Italy”.

Francesca Molteni, Icone d’impresa. Gli oggetti che hanno fatto grande l’industria italiana , introduzio­ne di Armando Massarenti, Carocci, Roma, pagg. 253, € 24

 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy