Com’è umano l’«Homer economicus»!
Èstata Deirdre McCloskey, l’autrice di una monumentale storia della borghesia che ha ricevuto nei giorni scorsi il premio Bruno Leoni, a suggerire a Joshua Hall di trasformare in un libro la sua lunga esperienza di insegnante dei principi dell’economia attraverso gli episodi dei Simpson. Quando Hall le disse che pensava di intitolare un suo saggio Homer economicus la studiosa esclamò: «Un titolo come questo merita un libro!». E infatti il volume, uscito nel 2013 e ora tradotto da IBL libri, si presenta come una brillante e corposa opera di 326 pagine, scritta da numerosi esperti di varie branche dell’economia. Così ad esempio Andrew T. Young descrive Homer Simpson nell’episodio Fin che la barca va...: «Seduto sul divano, sta guardando il fondo di un vasetto di noccioline. Lancia l’ultima nocciolina in bocca, ma con suo grande disappunto sbaglia mira ed essa cade dietro il divano. Cercando disperatamente la nocciolina in mezzo ad altri avanzi alimentari, Homer recupera invece un biglietto da 20 dollari finito sotto il sofà. In un primo tempo è deluso perché non è una nocciolina. Tuttavia il suo cervello gli rammenta che 20 dollari possono essere scambiati con vari beni, compresa una notevole quantità di noccioline, il che lo rianima. Homer – o piuttosto la sua voce interiore (più sveglia di lui) – ha felicemente articolato una caratteristica che defini-
sce la moneta». Naturalmente poi si tratterà di chiedersi come mai si può scambiare moneta con beni e servizi, e che cosa rende un pezzo di carta realmente una moneta. Per questo può venire in soccorso la Trilogia di una giornata, un episodio in cui Milhouse, sorpreso con alcuni fuochi d’artificio illegali dal capo della polizia Winchester, esclama: «Non posso finire in riformatorio! Lì usano quelli come me per valuta!». Per quanto stravagante possa sembrare usare un essere umano come valuta è proprio da qui che si possono spiegare le principali funzioni della moneta: come mezzo di scambio, unità di conto, riserva di valore. «In economia è un pugno di idee quello che fa la gran parte del lavoro pesante. - scrive Art Carden in un altro capitolo - Sono solitamente elencate nel primo capitolo dei manuali propedeutici alla teoria economica. Sono anche in azione in Maxi Homer, un episodio della settima stagione, in cui Homer cercava di ingrassare fino a 130 chili allo scopo di farsi classificare “invalido” in base all’Americans with Disabilities Act. Poiché l’“iper-obesità” nell’episodio era considerata invalidante, un Homer di 130 chili veniva autorizzato a lavorare da casa a spese del datore di lavoro. L’episodio illustra una quantità di importanti principi economici: gli individui agiscono; gli individui rispondono agli incentivi; gli individui sono generalmente razionali; gli individui prendono decisioni al margine; non esistono pasti gratis; gli individui confrontano costi e benefici; infine, le azioni e le politiche hanno conseguenze che sono talvolta difficili (o impossibili) da prevedere». Tutto assolutamente vero. Ma nel capitolo «Homer economicus o Homer sapiens? L’economia comportamentale nei Simpson», Jodi Beggs mostra anche quanto Homer si discosti spesso dal modello dell’homo economicus per esemplificare le più classiche «spinte gentili» di Thaler e Sunstein e dell’economia comportamentale. «La genialità dei Simpson - osserva Anthony Carilli - sta nel delineare le conseguenze delle scelte, sia intenzionali sia inintenzionali, dei personaggi. Qui, a differenza di altri cartoni animati, raramente il fatto di non essere “reali” impedisce loro di essere “realistici”».