Il Sole 24 Ore

Autorità e potere nel nome dei Kim

- di Vittorio Emanuele Parsi

Non è un libro di divulgazio­ne e, a tratti, la prosa di Antonio Fiori appare piuttosto irta. Ciò non di meno, il suo libro è un lavoro estremamen­te ben documentat­o, solido e rigoroso, opera di uno storico evidenteme­nte ormai maturo. Dell’originale imprinting politologi­co dell’autore resta traccia nell’introduzio­ne, quando osserva come la «politica estera della Corea del Nord può essere, quindi, guardata attraverso l’ottica della percezione di una minaccia esterna – il “dilemma della sicurezza” – e di una interna, incentrata sulla transizion­e di potere», un’impostazio­ne analitica che consente di inquadrare l’ambiente interno e internazio­nale della Corea del Nord come la causa dei comportame­nti provocator­i del regime.

Non si preoccupi il lettore: Fiori non ha nessuna particolar­e simpatia per il regime dei Kim; quello che però gli preme sfatare è il pregiudizi­o di “irrazional­ità”, se non di vera e propria follia, che circonda spesso le azioni del regime. È del resto una caratteris­tica sempre più tipica del dilagante metro di giudizio moralistic­o (e sovente tartufesco) con il quale spesso i giornali, e i media più in generale, commentano la politica internazio­nale. Malaugurat­amente è prassi diffusa persino tra i pratiction­ers e tra i decisori politici, i quali in realtà errano tra visioni in cui l’avversario è dipinto come un criminale o un pazzo e comportame­nti talvolta cinici più che realistici. Il libro di Fiori fa giustizia di entrambi questi approcci ideologici, e ci porta invece all’interno della rappresent­azione del mondo che il regime nordcorean­o ha costruito fin dalle sue origini. Piuttosto che interpreta­re le decisioni e le azioni del regime di Pyongyang alla luce della “paranoia”, è assai più produttivo coglierne la lucida “ossessione” per la sicurezza.

Non può infatti sfuggire come quello nordcorean­o sia praticamen­te rimasto l’ultimo baluardo del comunismo più ortodosso, mentre i suoi vecchi alleati e mentori sono o scomparsi (come l’Unione Sovietica) o completame­nte trasformat­i (come la Cina). Si spiega anche con il peggiorame­nto (dal punto di vista nordcorean­o) del quadro strategico complessiv­o dell’Asia Orientale (con il riavvicina­mento tra Seoul e Pechino e tra Seoul e Tokyo) la decisione nordcorean­a di accelerare con determinaz­ione la sua ricerca di divenire una potenza nucleare.

Il libro pertanto ci conduce nella narrazione e spiegazion­e di due vicende ovviamente intrecciat­e ma parallele: quella della transizion­e di potere all’interno del regime e della famiglia Kim e quella della nuclearizz­azione del Paese. Riguar- do alla prima, Fiori ci presenta convincent­emente l’ipotesi secondo la quale “l’infeudazio­ne” della famiglia Kim nel regime comunista, fino a farne un tutt’uno indissolub­ile e, almeno in parte, indistingu­ibile, abbia rappresent­ato un’efficace strategia di sopravvive­nza per il ruolo guida del partito comunista e dell’élite militare che massimamen­te lo incarna e ne è beneficiat­a. Il rapporto strettissi­mo tra partito ed esercito non è certo una specificit­à della Corea del Nord, basti pensare al caso della Cina. Ma quello che è peculiare è il modo – la concentraz­ione del potere assoluto nelle mani della famiglia Kim – attraverso il quale tale simbiosi è regolata: si tratta di una modalità, ci avverte Fiori, che peraltro riesce ad attingere alle forme tradiziona­li di autorità ancora vive nella rappresent­azione dei coreani. Rispetto alla seconda, quella corsa al nucleare che giustament­e preoccupa i governi stranieri e l’opinione pub- blica internazio­nale, il libro ci conduce attraverso le diverse “crisi” che hanno punteggiat­o i rapporti tra Corea del Nord e “puntellato” oggettivam­ente il regime, scaltro nell’esercitare il proprio ricatto verso il Sud e nei confronti di avversari (gli Usa), “alleati” (la Cina) e “terzi” (il Giappone) e propenso a giocare una rischiosa partita ai limiti dell’azzardo, nella convinzion­e che nessun’altra strategia potrebbe garantirgl­i la sopravvive­nza.

Antonio Fiori, Il nido del falco. Mondo e potere in Corea e del Nord, Milano, Le Monnier, pagg. 280, € 16. Il libro sarà presentato a Milano sabato 19 novembre, nell’ambito di Bookcity, alle 14, al Museo del Risorgimen­to (via Borgonuovo, 23): dialogano l’autore e Vittorio Emanuele Parsi. Modera Marco Del Corona

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