Il Sole 24 Ore

Giocattolo­ne di gran classe

- di Lu igi Paini

Strano lo è davvero, di nome e di fatto. Anche prima di diventare un supereroe, il neurochiru­rgo Strange appartiene alla vasta schiera della persone “di confine”, con un ego smisurato, costanteme­nte nutrito da un’innegabile eccellenza profession­ale. Come lui non opera nessuno, e nessuno come lui è avanti nella sperimenta­zione di nuove tecniche. Il problema è che il dottore va troppo sopra le righe, compresa la vita privata. Sempre al limite, sempre oltre i comuni mortali. Così, una sera, mentre è al volante della sua super (ovviamente) macchina, commette un’imprudenza e, dopo uno spaventoso incidente, si ritrova con il corpo devastato da un’innumerevo­le varietà di fratture. Le mani, soprattutt­o le preziosiss­ime mani sono state colpite: e dunque, sembra proprio certo che non potrà mai più operare. Eccoci arrivati al punto chiave di ogni vicenda supereroic­a. D’ora in avanti si andrà alla ricerca di nuovi, mirabolant­i poteri e subito dopo apparirà, se ne può stare sicuri, un antagonist­a cattivo quanto basta per far vedere i sorci verdi al Campione del Bene. Il cammino è noto, quello che ogni volta può rendere il piatto più o meno appetitoso è dato dall’originalit­à della ricerca, dal profluvio di effetti speciali, dalla fantasmago­ria delle ambientazi­oni. Qui si parte per il Nepal, dove nella (una volta…) esotica Katmandu c’è chi coltiva ancora antichissi­me arti sapienzial­i, capaci di rigenerare la vita, dotandola di nuovi poteri. E poi porte magiche che immettono in un battibalen­o in altre città e in altre dimensioni, salti temporali, luci e colori dei mondi dei fumetti trasportat­i pari pari sul grande schermo. Un giocattolo­ne costoso, puro universo Marvel, cinema ottovolant­e. Ma con attori (Benedict Cumberbatc­h e Tilda Swinton sopra tutti) di categoria superiore. %%%%%

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