Arexpo senza ruolo di stazione appalti
Perso il treno della legge di bilancio, resta l’ipotesi del milleproroghe
La questione dei finanziamenti per la liquidazione dell’Expo e l’avvio dei lavori del campus della Statale è risolta: i fondi ci sono e sono entrati nella legge di bilancio. Non tutto è fatto però. Il progetto per lo sviluppo del sito espositivo ha ancora bisogno di alcuni passaggi normativi fondamentali, al momento rimasti nel cassetto, senza i quali si rischia l’impasse. La cosa più importante: la società Arexpo, proprietaria dei terreni, dovrà essere riconosciuta per legge come stazione appaltante. Adesso infatti non sarebbe in grado di bandire gare per avviare i lavori.
L’ipotesi più accreditata è far rientrare questa richiesta nel milleproroghe, ritenendo più difficile riaprire il confronto durante il dibattito al Senato sulla legge di bilancio. Si dovrà dunque intervenire con l’ultimo maxi veicolo normativo del 2016, sperando che non ci siano intoppi. La società Arexpo spera che tutto sia pronto per fine anno, così da iniziare il 2017 senza blocchi.
Le prime gare da aprire saranno quelle relative al centro di ri- cerca Human technopole. Per il momento i primi trenta ricercatori, che arriveranno sul sito a inizio 2017, si insedieranno nelle strutture di Cascina Triulza; poi i successivi cento nell’area vicino a Cascina Merlata. Ma poi si dovranno costruire nuovi edifici adatti alla ricerca.
Altra questione da chiedere è una deroga al decreto Madia del 2014, che stabilisce limiti al turn over e alle assunzioni. Quello che la società Arexpo vorrebbe è la possibilità di essere considerata come una start up, beneficiando cioè di minori restrizioni, meno obblighi di concorsi e minori problemi di incompatibilità. Questi aspetti potrebbero riguardare i progettisti e gli ingegneri e tutto il personale di Arexpo, che a regime conterà 64 persone.
Oggi intanto si insedia il comitato scientifico dello Human technopole, presieduto da Stefano Paleari. E oggi e domani si terranno anche, rispettivamente, le as- semblee di Expo e di Arexpo.
La società Expo alla fine ha ottenuto quello che voleva nella legge di bilancio: 9,2 milioni da parte del governo per la liquidazione (per un fabbisogno complessivo di 23 milioni, versati in quota parte da tutti i soci tra cui Comune di Milano e Regione Lombardia); 8 milioni per l’avvio dei lavori del campus dell’università Statale di Milano. Anche la società Arexpo può dirsi soddisfatta per il momento sotto il profilo finanziario: domani verrà formalizzato l’ingresso nell’azionariato del ministero dell’Economia e delle finanze, che metterà sul piatto 50 milioni diventando proprietario del 39% (Regione e Comune avranno il 21% ciascuno, la Fondazione fiera di Milano il 16%, la città metropolitana il 2% e il Comune di Rho l’1%).
Rimane un neo: l’attuale commissario liquidatore dell’Expo, Gianni Confalonieri, è anche responsabile delle Relazioni istituzionali del Comune di Milano. I due ruoli sono incompatibili e quindi non è detto che rimanga anche dopo il 31 dicembre 2016. Escludendo l’ipotesi di una sua richiesta di aspettativa a Palazzo Marino, o si cercheranno delle alternative o si dovrà valutare anche in questo caso la possibilità di una deroga alla legge.
COMMISSARIO IN BILICO Il liquidatore di Expo, Gianni Confalonieri, è anche ai vertici di Palazzo Marino, ma i due ruoli risultano incompatibili