Fondi pensione, incentivi sui bond
Esenzione sugli investimenti in economia reale di fondi e Casse pr ivatizzate
pArriverà con il passaggio in Senato l’emendamento al ddl di Bilancio 2017 che riconosce l’esenzione sugli investimenti in economia reale di fondi pensione e Casse privatizzate non solo nel caso di acquisto di azioni (o quote di imprese) e di quote in fondi comuni di investimento (Oicr) ma anche di titoli obbligazionari. Lo confermano fonti governative secondo lo schema già anticipato (si veda Il Sole 24Ore del 13 novembre): l’incentivo scatterà per investimenti in economia nazionale fino a una quota massima del 5% degli attivi patrimoniali di fondi e Casse per un periodo non inferiore ai cinque anni. Nel caso venissero sottoscritti titoli con duration più breve è previsto un intervallo di 90 giorni per re-investire sui medesimi fino a superare la scadenza minima del quinquennio che fa scattare l’esenzione.
Se la misura incontrasse un’adesione piena si potrebbero trasferire risorse finanziarie per la crescita, le infrastrutture e gli asset legati allo sviluppo fino a circa 11 miliardi, tale è la quota degli attivi patrimoniali di questi investitori istituzionali. Ma l’introduzione delle obbligazioni potrebbe dischiudere l’ingresso di fondi e Casse anche alla sottoscrizione di bond bancari. Gli ultimissimi dati Covip sulla previdenza complementare del terzo trimestre riferiscono di un patrimonio accumulato di 146,4 miliardi (+4,5% rispetto alla fine del 2015) con rendimenti aggregati netti positivi per i fondi negoziali (+2,2%) e per i fondi aperti (+1,1%).
Come ha ricordato ieri il presidente della Covip, Mario Padula, intervenendo all’evento organizzato a Roma da “Itinerari previdenziali” di Alberto Barmbilla, il portafogli della Casse è perlopiù orientato sugli investimenti immobiliari, mentre quello dei fondi pensione è più concentrato sui titoli di Stato. Se gli investimenti della Casse sono in Italia per una percentuale appena inferiore al 50%, i fondi pensione hanno investimenti domestici per circa un terzo degli attivi, dei quali i 3/4 sono in titoli di Stato.
La finestra di opportunità che si apre con l’esenzione sugli investimenti in economia reale è significativa, tanto più in una fase caratterizzata da tassi di interesse bassi o nulli: vale ricordare che attualmente l’aliquota di tassazione sui rendimenti dei fondi pensione è al 20% mentre quella applicata alle Casse, che possono effettuare una gestione diretta, è al 26%; solo per gli investimenti in titoli di Stato l’aliquota è al 12,5%.
Come ha fatto notare ieri Edoardo Zaccardi, illustrando i risul- tati salienti del Report Investitori Istituzionali e della 6° Indagine Annuale di Itinerari Previdenziali, «siamo in una situazione di bassi o nulli tassi d’interesse, prezzi delle obbligazioni e dei titoli di Stato ai massimi, mercati azionari volatili». E per i gestori degli ingenti patrimoni previdenziali «risulta sempre più difficile mantenere le buone performance realizzate negli ultimi dieci anni anche se i parametri obiettivo (inflazione, Pil e Tfr) sono ai minimi storici». Dove potrebbero orientarsi i gestori? «Probabilmente - ha spiegato Zaccardi - ci si indirizzerà sempre più verso i cosiddetti investimenti alternativi (FIA), in particolare in valori reali quali energie rinnovabili e mobilità sostenibile (elettrica) per svincolarci dal fabbisogno petrolifero; ancora, infrastrutture, turismo ma anche welfare, withe economy, sanità».
IL QUADRO L’incentivo scatterà per investimenti in economia nazionale fino al 5% degli attivi e per un periodo non inferiore ai cinque anni