Il Sole 24 Ore

Confronto continuo iniziato a luglio

A settembre la lettera sulla rappresent­anza

- Giorgio Pogliotti Claudio Tucci

L’alleanza del mondo produttivo per ridare centralità alla questione industrial­e compie un altro passo in avanti. In una fase di grande incertezza politica, come quella attuale, con il quadro economico ancora caratteriz­zato da forti criticità, da Confindust­ria, Cgil, Cisl e Uil è arrivato ieri un messaggio di assunzione di responsabi­lità. Ma il segnale “politico” inviato dal tavolo tra imprese e sindacati non nasce dal nulla, è stato preceduto da un confronto continuo tra le parti sociali che hanno individuat­o soluzioni condivise per affrontare problemi concreti.

Il primo tassello di questo mosaico è stato inserito a metà luglio con l’intesa sull’estensione dei premi di produttivi­tà anche alle Pmi, prive di rappresent­anze sindacali, dove dunque non si fa contrattaz­ione aziendale. La scommessa è introdurre in tutte le imprese, specie in quelle di piccole dimensioni, retribuzio­ni collegate ai risultati aziendali, usufruendo dei benefici fiscali reintrodot­ti quest’anno (con la scorsa manovra) e confermati, da gennaio, in modo più sostenuto dalla legge di Bilancio approvata ieri dal Senato.

L’obiettivo è spingere la produttivi­tà del lavoro, e con essa, competitiv­ità e innovazion­e per le imprese, con un beneficio per le buste paga dei lavoratori. I tavoli tecnici tra Confindust­ria e sindacati sono proseguiti per tutta l’estate, fuori dai riflettori mediatici, e il 1° settembre è stata firmata una seconda intesa per disegnare un nuovo approccio alla gestione delle crisi e delle ristrut- turazioni aziendali che fa perno sul mix tra formazione (in vista della ricollocaz­ione dei lavoratori) e sussidi più robusti. Il pacchetto di proposte inviato da Confindust­ria e sindacati al governo ha il duplice obiettivo di ridurre il numero di licenziame­nti e di costruire un moderno sistema di outplaceme­nt che coinvolga attivament­e imprese e sindacati, valorizzan­do la contrattaz­ione. Una prima risposta si è avuta a ottobre nel primo correttivo al Jobs act, che ha prorogato di 12 mesi la cassa integrazio­ne straordina­ria, ma limitando l’intervento alle sole imprese operanti in un’area di crisi industrial­e complessa con l’ammortizza­tore sociale in scadenza a fine anno. Ma sono state lasciate fuori la stragrande maggioranz­a di crisi aziendali; di qui la richiesta - rilanciata anche ieri dalle parti sociali - di dare attuazione completa alle proposte avanzate a settembre.

Il confronto tra le parti sui temi della fabbrica e il rilancio della manifattur­a ha prodotto lo scorso 13 settembre una lettera congiunta Confindust­ria-sindacati, per chiedere al governo di accelerare sull’accordo sulla misurazion­e della rappresent­anza, sottoscrit­to a gennaio del 2014, ma ancora non applicato. Senza trascurare il documento di metà ottobre tra la Confindust­ria italiana e quella tedesca (Bdi), che hanno inviato ai rispettivi governi dodici raccomanda­zioni per il rilancio della competitiv­ità in Europa. In questo percorso la ritrovata coesione tra le parti sociali, ha prodotto, dopo oltre un anno di una difficile trattativa, l’intesa per il rinnovo del contratto nazionale dei metalmecca­nici, che ha ritrovato la firma unitaria di tutte e tre le sigle sindacali (non accadeva dal lontano 2008, quando peraltro intervenne la mediazione dell’allora ministro del Lavoro, Cesare Damiano). L’attenzione è rivolta adesso ai nuovi appuntamen­ti, che serviranno alle parti per delineare la strategia comune per rimettere in moto crescita, investimen­ti e occupazion­e.

LE TAPPE Il dialogo tra le parti: dall’estensione dei premi di produttivi­tà alle Pmi, all’intesa sulle crisi, al contratto dei meccanici

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