Confronto continuo iniziato a luglio
A settembre la lettera sulla rappresentanza
L’alleanza del mondo produttivo per ridare centralità alla questione industriale compie un altro passo in avanti. In una fase di grande incertezza politica, come quella attuale, con il quadro economico ancora caratterizzato da forti criticità, da Confindustria, Cgil, Cisl e Uil è arrivato ieri un messaggio di assunzione di responsabilità. Ma il segnale “politico” inviato dal tavolo tra imprese e sindacati non nasce dal nulla, è stato preceduto da un confronto continuo tra le parti sociali che hanno individuato soluzioni condivise per affrontare problemi concreti.
Il primo tassello di questo mosaico è stato inserito a metà luglio con l’intesa sull’estensione dei premi di produttività anche alle Pmi, prive di rappresentanze sindacali, dove dunque non si fa contrattazione aziendale. La scommessa è introdurre in tutte le imprese, specie in quelle di piccole dimensioni, retribuzioni collegate ai risultati aziendali, usufruendo dei benefici fiscali reintrodotti quest’anno (con la scorsa manovra) e confermati, da gennaio, in modo più sostenuto dalla legge di Bilancio approvata ieri dal Senato.
L’obiettivo è spingere la produttività del lavoro, e con essa, competitività e innovazione per le imprese, con un beneficio per le buste paga dei lavoratori. I tavoli tecnici tra Confindustria e sindacati sono proseguiti per tutta l’estate, fuori dai riflettori mediatici, e il 1° settembre è stata firmata una seconda intesa per disegnare un nuovo approccio alla gestione delle crisi e delle ristrut- turazioni aziendali che fa perno sul mix tra formazione (in vista della ricollocazione dei lavoratori) e sussidi più robusti. Il pacchetto di proposte inviato da Confindustria e sindacati al governo ha il duplice obiettivo di ridurre il numero di licenziamenti e di costruire un moderno sistema di outplacement che coinvolga attivamente imprese e sindacati, valorizzando la contrattazione. Una prima risposta si è avuta a ottobre nel primo correttivo al Jobs act, che ha prorogato di 12 mesi la cassa integrazione straordinaria, ma limitando l’intervento alle sole imprese operanti in un’area di crisi industriale complessa con l’ammortizzatore sociale in scadenza a fine anno. Ma sono state lasciate fuori la stragrande maggioranza di crisi aziendali; di qui la richiesta - rilanciata anche ieri dalle parti sociali - di dare attuazione completa alle proposte avanzate a settembre.
Il confronto tra le parti sui temi della fabbrica e il rilancio della manifattura ha prodotto lo scorso 13 settembre una lettera congiunta Confindustria-sindacati, per chiedere al governo di accelerare sull’accordo sulla misurazione della rappresentanza, sottoscritto a gennaio del 2014, ma ancora non applicato. Senza trascurare il documento di metà ottobre tra la Confindustria italiana e quella tedesca (Bdi), che hanno inviato ai rispettivi governi dodici raccomandazioni per il rilancio della competitività in Europa. In questo percorso la ritrovata coesione tra le parti sociali, ha prodotto, dopo oltre un anno di una difficile trattativa, l’intesa per il rinnovo del contratto nazionale dei metalmeccanici, che ha ritrovato la firma unitaria di tutte e tre le sigle sindacali (non accadeva dal lontano 2008, quando peraltro intervenne la mediazione dell’allora ministro del Lavoro, Cesare Damiano). L’attenzione è rivolta adesso ai nuovi appuntamenti, che serviranno alle parti per delineare la strategia comune per rimettere in moto crescita, investimenti e occupazione.
LE TAPPE Il dialogo tra le parti: dall’estensione dei premi di produttività alle Pmi, all’intesa sulle crisi, al contratto dei meccanici