Più offerte ma con contratti più deboli
pFunziona il Patto per il lavoro siglato in Emilia-Romagna un anno e mezzo fa da tutte le forze economiche e sociali: l’ulteriore discesa della disoccupazione al 7,1% a settembre, dal 7,5% dello scorso luglio (e dal 9% di due anni fa) fotografata ieri dall’Istat è la conferma che lo sforzo comune per orientare verso la buona e piena occupazione strategie e fondi pubblici e privati premia. Una conferma arrivata il giorno prima anche dall’Osservatorio sull’economia e il lavoro in regione curato dall’Ires-Istituto ricerche economico-sociali della Cgil, su stime Prometeia, Istat e Unioncamere: +3% l’occupazio- ne lungo la via Emilia a metà anno, -10,1% il numero di disoccupati. «Ma quello che avanza - avverte il presidente dell’Ires, Giuliano Guietti – è il lavoro povero, quello che ruota attorno ai voucher (in media oltre 36.100 al mese, contro i 25.300 del 2014), alle partite Iva, ai parasubordinati, al tempo determinato, al part time».
Unanime la soddisfazione delle tre sigle sindacali di fronte alla notizia che con il +2,5% di occupati del terzo trimestre il tessuto emiliano-romagnolo è tornato al- la situazione occupazionale precrisi, complice il boom del lavoro femminile (+4,7%, con un tasso di occupazione record al 62%) e la ripresa nell’industria (+2% dopo due trimestri negativi). Cgil, Cisl e Uil chiedono però alla Giunta Bonaccini e alle associazioni datoriali «che questi segnali di ripresa economica vengano stabilizzati, migliorati, resi strutturali e accompagnati da una crescita economica basata su rapporti di lavoro stabili, eliminando l’uso distorto dei voucher».
«Le nostre imprese hanno dato un apporto convinto alla realizzazione degli obiettivi del Patto attraverso investimenti, progetti di ricerca e innovazione e programmi di internazionalizzazione - ribadisce il presidente di Confindustria Emilia-Romagna, Maurizio Marchesini –. Si tratta ora di proseguire rafforzando adeguatamente, a partire dal bilancio regionale 2017, gli interventi in questa direzione. Un contributo nuovo e positivo all’andamento dell’occupazione potrà derivare anche dall’apertura al privato dei servizi per il lavoro».
LE IMPRESE Marchesini: un contributo nuovo e positivo all’andamento del mercato potrà derivare anche dall’apertura al privato dei servizi per il lavoro