Il Sole 24 Ore

La caduta di Renzi non è colpa degli italiani

- @guidogenti­li1

«Volevo tagliare poltrone, salta la mia». Commento impeccabil­edopo la giornata che sancisce il fallimento di un progetto riformista, il tentativo di compattare la maggioranz­a degli elettori attorno a un capo traghettat­ore. Renzi non è riuscito nell’improbo compito di tenere saldo il timone di un Paese difficile da governare. Colpa sua? Colpa degli italiani? Difficile a dirsi, ma i numeri lasciano poco spazio alle interpreta­zioni. Il trend segnato dalle ultime elezioni amministra­tive non solo ha trovato netta conferma, ma si è addirittur­a rafforzato. A fronte di una mobilitazi­one senza precedenti, il Sì vince nelle sole regioni rosse e peraltro di stretta misura, ma che il progetto renziano comportass­e una perdita di consensi a sinistra era messo in preventivo. Il valore aggiunto del leader fiorentino, doveva essere infatti l’attrattivi­tà verso il popolo di centrodest­ra e gli incerti e questa missione, a mille giorni dal suo inizio, è chiarament­e incompiuta. L’Italia non odia Renzi; dopo una prima infatuazio­ne, non si è fatta

sedurre da un giovane autodefini­tosi “rottamator­e”. Forse bisogna dare l’addio all’idea di un unico blocco moderato alla guida del Paese. Tutto questo a prescinder­e da Renzi che, per coerenza, «Colpa sua? Colpa degli italiani? Difficile a dirsi…». Cominciamo da qui. Di sicuro non è “colpa degli italiani” se Matteo Renzi non è riuscito, come scrive lei, a tenere il timone del Governo. Gli elettori hanno scelto in libertà, e a grande maggioranz­a, di votare No. Evidenteme­nte la proposta del capo del governo e leader del Pd non è stata convincent­e e credo che su questo voto, in una campagna referendar­ia sulla quale Renzi ha puntato tutte le sue carte e dove ben presto i contenuti sono stati abbandonat­i, abbia molto pesato anche una diffusa insofferen­za sullo stile politico di governo (e di comunicazi­one) affermato dal premier. Quanto alle prospettiv­e future, cominciamo prima da un legge elettorale omogenea per Senato e Camera, poi al voto. Dove deciderann­o gli italiani.

dovrebbe essere fuori dall’arena politica. «Se perdo, lascio la politica e torno a lavorare», con l’auspicio per lui che, al contrario di molti quarantenn­i da ricollocar­e, non sarà il voucher la sua prossima forma di remunerazi­one.

Marco Lombardi

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