Popolare di Bari rinvia l’assemblea sulla trasformazione in Spa
pLa Banca Popolare di Bari rompe gli indugi e rinvia l’assemblea per la trasformazione in spa che aveva convocato per domenica prossima. Il board dell’istituto di credito ha deciso ieri di spostare l’appuntamento al 27 dicembre, l’ultimo giorno utile in base a quanto previsto dalla legge di riforma del settore per trasformare in società per azioni una banca popolare con un attivo superiore a 8 miliardi.
La prospettiva che gli istituti di maggiori dimensioni ancora in mezzo al guado della trasformazione, con il protrarsi dell’incertezza, potessero optare per il rinvio era nell’aria. La mossa della Popolare di Bari è evidentemente mirata a prendere tempo. Il percorso della riforma delle banche popolari è stato bruscamente sconvolto la scorsa settimana dall’ordinanza del Consiglio di Stato con la quale è stata sospesa una parte importante della circolare della Banca d’Italia che dava attuazione alla riforma. In particolare, non può più essere applicata la disposizione che attribuisce facoltà alla banca di avvalersi di una clausola dello statuto che consente di rimborsare solo in parte o sospendere sine die il recesso a chi lo abbia esercitato. La sospensione decisa dai giudici amministrativi è soltanto un primo step. Con una nuova ordinanza, già annunciata dai giudici di palazzo Spada, verrà sollevata la questione di legittimità sulla legge di riforma della popolari, rinviandola all’esame della Consulta, su una serie di aspetti che possono anche andare oltre la questione del recesso. Allargando lo spettro, ad esempio, anche allo scarso coinvolgimento delle regioni nel processo di riforma: tema già solleva- to dalla regione Lombardia in un ricorso diretto alla Corte Costituzionale, sulla quale quest’ultima ha già tenuto un’udienza. Tema che è tornato ad essere sicuramente un aspetto rilevante dopo l’esito del referendum di domenica scorsa che, lasciando inalterati i poteri delle regioni, rende ancora attuale la tematica del conflitto di attribuzione.
Alla luce di tutte queste ragioni in queste ore gli ambienti di governo, e in particolare tecnici e dirigenti del ministero dell’Economia, aspettano di conoscere i contenuti di merito dell’ordinanza del Consiglio di Stato con la quale la legge verrà rinviata alla Consulta prima di decidere se e come intervenire con un correttivo normativo. Allo studio ci sarebbe una proroga dei tempi entro i quali trasformare le popolari in spa e forse qualche misura per consentire alle banche che hanno già portato la trasformazione in assemblea e hanno ancora le procedure di recesso in corso di sapere come regolarsi. Lo strumento dovrebbe essere un decreto-legge, proba- bilmente un veicolo nel quale sarebbero inserite altre misure sulle banche, come la Dta, il prolungamento del fondo di risoluzione per le 4 banche e altre misure per il caso Mps. La nuova ordinanza del Consiglio di Stato è attesa in questa giorni. È probabile che la scelta di popolare di Bari di spostare l’assemblea al 27 dicembre sia stata fatta nella consapevolezza che un decreto possa essere approvato entro la fine dell’anno. Resta ancora alla finestra la banca popolare di Sondrio, che ha convocato l’assemblea per il 17 dicembre. In verità, ad avere problemi sulla gestione del recesso è più che altro la popolare di Bari, non quotata, che ha fissato un prezzo di recesso a 7,5 euro per azione, con un rapporto tra prezzo per azione e patrimonio pari a 1. Se dovesse rimborsare i soci, ci sarebbe la corsa all’uscita, per cui l’impatto economico dell’operazione sarebbe devastante. Difficile immaginare che la soluzione del vulnus aperto sulle popolari possa essere arrivare invece dall’innalzamento della soglia oltre gli 8 miliardi, perchè questo creerebbe una evidente situazione di disparità rispetto alle banche che hanno già fatto la trasformazione in virtù di quella soglia.
IN STAND-BY Il rinvio in attesa di un decreto che indichi una proroga dei termini per la trasformazione oltre il 2016. Popolare di Sondrio alla finestra