Il Sole 24 Ore

Pensioni, manovra su importi e anticipi

Con l’Ape assegno provvisori­o finanziato dalle banche - Restituzio­ne in 20 anni con garanzia assicurati­va

- Davide Colombo

Con il via libera alla legge di bilancio 2017 arrivano sei nuove misure per favorire l’accesso al pensioname­nto con requisiti ridotti rispetto a quelli fissati dalla riforma del 2011. Mentre per chi è già in pensione e tira avanti con un assegno basso scattano due interventi che ne rafforzera­nno il potere di acquisto.

Il “pacchetto previdenza” rappresent­a uno dei più pesanti sul fronte degli impieghi della manovra: la maggiore spesa innescata determina infatti un aumento dell’indebitame­nto netto pari a 1,4 miliardi di euro nel 2017, 2,5 miliardi nel 2018 e 3,1 nel 2019. Per un totale di 7 miliardi in tre anni.

Partiamo dai pensionati. Per loro si prevede l’aumento della detrazione di imposta al fine di uniformare la “no tax area” a quella dei lavoratori dipendenti (8.125 euro). Con la seconda misura si interviene sulle 14esime. Si estende la platea di coloro che percepisco­no l’assegno extra in luglio (da 2,1 milioni si passa a 3,3 milioni) e si aumenta l’importo per coloro che hanno già il beneficio.

Avranno la 14esima coloro che hanno un reddito personale complessiv­o, non solo pensionist­ico, tra 1,5 (circa 750 euro al mese) e due volte il minimo (circa mille euro). La 14esima vale tra i 336 euro (per chi ha meno di 15 anni di contributi) e 504 (per chi ne ha oltre 25 anni). Per chi ha già ora il beneficio la somma erogata sarà pari a 436 euro per chi ha versato meno di 15 anni di contributi e 655 per chi ne ha più di 25.

Per i lavoratori in cerca di un’uscita anticipata, come si diceva, le nuove flessibili­tà sono invece ben sei: l’Ape (nelle sue tre declinazio­ni volontaria, aziendale e sociale), l’anticipo per i lavoratori precoci, l’anticipo per i lavoratori con periodi di carriere in attività usuranti, l’ottava salvaguard­ia, l’ampliament­o (seppur limitato) della Opzione donna, il cumulo gratuito dei versamenti effettuati in diverse gestioni. La novità assoluta è senza dubbio l’Ape, l’anticipo finanziari­o a garanzia pensionist­ica che sarà disponibil­e dal prossimo mese di maggio, visto che per renderla operativa serve un decreto del presidente del Consiglio dei ministri da adottare entro gennaio. Accompagna­to da Rita, la rendita integrativ­a temporanea anticipata per chi ha aderito a un fondo pensione: con ritenuta d’imposta variabile tra il 15 e il 9% consentirà l’utilizzo di parte del capitale versato per ammortizza­re il costo dell’Ape volontaria.

Gli altri canali di uscita flessibile riguardano i lavoratori impegnati in attività gravose o usuranti, cui viene garantito un accesso agevolato all’Ape social o uno sconto sul pensioname­nto anticipato, mentre per tutti gli altri (dipendenti, autonomi e profession­isti iscritti alla Casse) da gennaio è possibile il cumulo gratuito dei versamenti effettuati in gestioni diverse per accedere sia alla pensione anticipata sia alla vecchiaia. Infine arriva l’ottava salvaguard­ia che applica a determinat­e categorie di lavoratori i requisiti ante riforma Monti-Fornero (l’anzianità si raggiunge con quota 96 - minimo 60-61 anni di età e 35 di contributi). I posti aggiuntivi, inizialmen­te 27.700, sono stati portati a 30.700 con un emendament­o approvato alla Camera. Saranno tutelati anche lavoratori che raggiunger­anno la pensione con le vecchie regole entro il 6 gennaio 2019.

Le nuove flessibili­tà (escludendo l’ennesima salvaguard­iaesodati) interessan­o una platea potenziale di 350-400mila lavoratori, secondo stime governativ­e, che scendono a 100-110mila se si consideran­o le misure che prevedono nuova spesa e delle quali non fa parte l’Ape volontaria, finanziata per via bancaria e poi rimborsata nei primi venti anni di pensioname­nto.

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