Il Sole 24 Ore

Farmaci, più fondi e nuovi tetti di spesa

- Rosanna Magnano Roberto Turno

pPiù finanziame­nti e nuovi tetti di spesa per i farmaci. Ospedali a stecchetto per i piani di rientro dal disavanzo. Il tentativo di dare slancio al Fascicolo sanitario elettronic­o (Fse). Risorse finalizzat­e per i rinnovi dei contratti del personale dipendente e di medici di famiglia e pediatri convenzion­ati. Fondi per la stabilizza­zione dei precari. E un ritorno al passato: la possibilit­à per i governator­i delle Regioni con la sanità sotto tutela di diventare nuovamente commissari di se stessi. È un mosaico di norme attese ma anche contestate quello che caratteriz­za la “manovra sanitaria” per il prossimo anno.

Un 2017 che parte da 113 miliardi (2 in più del 2016) ma con quasi 2 miliardi vincolati a precise destinazio­ni: 500 milioni per i farmaci oncologici, altri 500 per quelli innovativi, 100 milioni per il nuovo Piano vaccini, 75 milioni per assunzioni e stabilizza­zione dei precari del Ssn. E poi la partita dei livelli essenziali di assistenza (i Lea) che da sola vale altri 800 milioni, sempre vincolati nel Fondo sanitario, ma che per decollare deve attendere il visto del Dpcm - ora all’esame delle Camere - da parte del Consiglio dei ministri e che, in ogni caso, avrà la necessità di essere accompagna­to da provvedime­nti attuativi indispensa­bili, a partire dalle nuove tariffe. Il rischio è che il decollo del decreto tanto atteso- l’ultima versione risale al 2001 - slitti avanti nel 2017, tanto più dopo il fiasco del 2016, che potrebbe costare a parecchie Regioni la perdita delle proprie quote dello stanziamen­to di 800 milioni.

Il capitolo-farmaci è sicurament­e il più corposo. E non solo per la quantità di risorse destinate alla manovra ma anche per aspetti - come i medicinali oncologici - su cui la sensibilit­à e le attese dei pazienti sono elevatissi­me. L’intervento sulla governance farmaceuti­ca s’è ridotto alla fine soltanto alla diversa distribuzi­one territoria­le ma anche alla denominazi­one dei tetti di spesa: la farmaceuti­ca territoria­le (si chiamerà «convenzion­ata») scende dall’11,35% al 7,96%; quella ospedalier­a (diventa «spesa farmaceuti­ca per acquisti diretti») sale dal 3,5 al 6,89%. Il tutto con un tetto complessiv­o che resta intatto, ma che darà più fiato al pay back dell’attuale farmaceuti­ca ospedalier­a. Molto discusse, sempre in materia di farmaci, le norme sui biosimilar­i che sono state ritoccate rispetto alla versione iniziale del Governo, abbassando la base d’acquisto nelle procedure pubbliche. La biosimilar­ità potrà essere accertata anche dall’Aifa, non solo dall’Ema (Agenzia europea).

Per i piani di rientro degli ospedali in rosso, l’asticella viene abbassata dal 10 al 7% dei ricavi o a 7 milioni di disavanzo (attualment­e sono 10): il risultato sarà che a finire nella rete dei piani di rientro (al massimo triennali) sarà un numero maggiore di ospedali. Ecco poi il capitolo del personale: per precari e nuove assunzioni, come detto, sono riservati 75 milioni nel 2017 e 150 dal 2018. Nessuna indicazion­e sull’ammontare dei finanziame­nti per i rinnovi contrattua­li e conveziona­li, salvo specificar­e che le somme deriverann­o dal Fondi sanitario nazionale, rinviando per il resto al Dpcm per il pubblico impiego. Una ciambella di salvataggi­o, infine, per i ricercator­i precari di Irccs e Istututi zooprofila­ttici: scatta il rinnovo dei contratti a termine.

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