Il Sole 24 Ore

Prime consultazi­oni al Quirinale Si lavora a un esecutivo di scopo

Mattarella punta a tempi rapidi, un solo giro di colloqui In corsa Gentiloni, Delrio e Padoan. Resta l’ipotesi Renzi

- Palmerini, Patta, Fiammeri, Perrone

pSergio Mattarella ha avviato ieri le consultazi­oni sulla crisi di governo, con Grasso, Boldrini e Napolitano. Il capo dello Stato punta a tempi rapidi, con un solo giro di colloqui, che si chiuderann­o domani. L’obiettivo è un governo «di scopo» che lavori alla nuova legge elettorale. In corsa per l’incarico di premier restano i ministri Gentiloni, Delrio e Padoan, anche se rimane l’ipotesi di un Renzi-bis.

pUn punto fermo c’è al Quirinale. Che Sergio Mattarella farà un solo giro di consultazi­oni, poi si prenderà una pausa, e deciderà. Non si parla di tempi lunghi al Colle, di secondi o terzi giri con le forze politiche, di metodi di un tempo che fu ma di una ferma intenzione di arrivare presto a una soluzione. Del resto, il capo dello Stato ha già detto con chiarezza che per lui serve un Governo in carica che faccia la legge elettorale e che provveda ad agire sui vari fronti – l’economia i nnanzitutt­o – qualora ce ne fosse bisogno. Si apre così la prima giornata della crisi, con qualche punto fermo e con i colloqui con le cariche istituzion­ali, i presidenti di Camera e Senato e l’ex presidente Giorgio Napolitano. Nessuno dei tre ha rilasciato dichiarazi­o- ni uscendo dal faccia a faccia con Mattarella, tutti hanno preferito non trarre conclusion­i per non interferir­e con i pareri del capo dello Stato. Un accorgimen­to che ha avuto soprattutt­o Napolitano proprio per non sovrapporr­e la sua esperienza con l’attuale presidente anche se le sue opinioni sono note. Non ritiene sia tempo di governicch­i ma di un Esecutivo serio che affronti – ancora – il tema della legge elettorale e del rapporto dell’Italia con l’Europa.

Oggi sarà la seconda giornata di consultazi­oni con i gruppi parlamenta­ri minori e la Lega, poi domani sarà la volta dei partiti principali dai 5 Stelle a Forza Italia, per concludere con il Pd. Le ipotesi in campo sono sempre tre ma una è la più accredi- tata: un governo di scopo che sostenga il lavoro del Parlamento sulla legge elettorale dopo la Consulta. I collaborat­ori del capo dello Stato fanno sapere che sarà importante un accordo parlamenta­re e un voto sulla nuova legge e che non possa bastare solo la sentenza della Corte su un tema così nevralgico come la riforma. E anche questo farà parte dei colloqui con le forze politiche. In questo senso sono arrivati segnali di una disponibil­ità di Forza Italia a partecipar­e a un tavolo sulle regole elettorali insieme alla maggioranz­a e su questa apertura il Colle punta molto.

Sa che il contributo di una forza di opposizion­e può svelenire il clima e favorire non solo un miglior rapporto in Parlamento ma può anche favorire la nascita di un Governo. E su questo fronte che si continua a lavorare aspettando le indicazion­i di Matteo Renzi. Il premier dimissiona­rio non avrebbe ancora tolto dal tavolo l’opzione di un suo reincarico anche se ha ammesso che è la strada più difficile. Più complicata è invece l’ipotesi di un Esecutivo istituzion­ale al quale partecipin­o le forze di opposizion­e o addirittur­a un Governo che non abbia la fiducia del Parlamento ma presti solo giuramento al Quirinale.

Dal partito di maggioranz­a relativa e dal suo leader non si prescinde e il capo dello Stato attende di sapere l’orientamen­to definitivo che però non sembra ancora maturo. Di certo, l’essersi dato come obiettivo quello di un solo giro di consultazi­oni è un modo per sbloccare le decisioni dei partiti senza tirare per le lunghe una crisi da cui è necessario uscire in fretta. Si era diffusa la data del 15 dicembre come ultimativa per formare un Governo in modo da onorare gli impegni europei del Consiglio Ue ma dal Colle smentiscon­o la fissazione di alcuna deadline.

LEGGE ELETTORALE Segnali di apertura di Forza Italia sulle nuove regole. Per il Colle serve un accordo in Parlamento dopo la decisione della Consulta

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Primo giorno di consultazi­oni La presidente della Camera Laura Boldrini ieri al Quirinale

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