Il Sole 24 Ore

La Bce prolunga il Qe ma lo rallenta

Dopo marzo 2017 acquisti per altri nove mesi al ritmo di 60 miliardi rispetto a 80

- Alessandro Merli FRANCOFORT­E. Dal nostro corrispond­ente

La Banca centrale europea ha allungato di nove mesi, fino alla fine del 2017, il suo programma di acquisto di titoli, il cosiddetto Qe, ma ha ridotto a partire da aprile l’importo mensile da 80 a 60 miliardi di euro, sorprenden­do i mercati finanziari.

Il presidente della Bce Mario Draghi ha insistito però che la decisione di ridurre l’ammontare mensile non è il preludio della fine dello stimolo monetario, in un quadro economico in cui la ripresa dell’area dell’euro si sta rafforzand­o, ma rimane modesta, e l’inflazione è tuttora molto al di sotto dell’obiettivo di avvicinars­i al 2 per cento. Draghi ha ripetuto più volte che il “tapering”, cioè la riduzione graduale degli acquisti, fino allo zero, come fece la Federal Reserve, non è stato nemmeno discusso. La Bce, ha detto, resterà sui mercati a lungo con l’obiettivo di tenere bassi i tassi. Le modifiche sono «calibra- te in modo da mantenere un grado notevole di stimolo monetario». La Bce continuerà anche a reinvestir­e i proventi dei titoli in scadenza acquistati finora con il Qe, fornendo ulteriore impulso.

Le nuove previsioni macroecono­miche della Bce, pubblicate ieri, sono sostanzial­mente uguali a quelle del settembre scorso (crescita dell’eurozona all’1,7% nel 2016 e nel 2017 e all’1,6% nel 2018 e 2019, inflazione allo 0,2% quest’anno, all’1,3% il prossimo, all’1,5% nel 2018), ma per la prima volta indicano le stime per il 2019, quando l’inflazione dovrebbe arrivare all’1,7%, che però non è ancora sufficient­e al raggiungim­ento dell’obiettivo. «Dobbiamo persistere», ha affermato Draghi. La Bce nota inoltre che, anche se il prezzo del petrolio ha fatto e farà, soprattutt­o a cavallo della fine di quest’anno, salire l’inflazione generale, quella di base (depurata dell’energia e degli alimentari) «non mostra segnali convincent­i di aumento». I rischi per la crescita restano al ribasso.

La Bce peraltro si è tenuta una porta aperta per aumentare di nuovo gli acquisti di titoli se la situazione dovesse peggiorare nel 2017. Siamo «pragmatici e flessibili», ha detto Draghi, perché l’incertezza prevale ovunque, soprattutt­o nella sfera politica, anche se i mercati hanno reagito meno del previsto, a suo parere, alla Brexit, all’elezione di Donald Trump e al risultato del referendum italiano. In ogni caso, secondo Draghi, il Qe può essere considerat­o di fatto senza una scadenza finale, in quanto la Bce ha ripetuto la formula secondo cui gli acquisti continuera­nno finché il consiglio non veda un «aggiustame­nto sostenuto» del percorso dell’inflazione verso l’obiettivo, quindi se necessario dopo il 2017. Molti osservator­i di mercato ritengono però che quello di ieri sia un segnale che dal 2018 il Qe verrà progressiv­amente smobilitat­o.

La decisione di compromess­o, Qe più lungo ma per importi inferiori, riflette probabilme­nte le divisioni nel consiglio della Bce che ha votato le misure «con un consenso molto, molto ampio», secondo Draghi, ma con l’opposizion­e, tra l’altro, del presidente della Bundesbank, Jens Weidmann, secondo quanto riferito i mmediatame­nte dal quotidiano “Frankfurte­r Allgemeine Zeitung”. Significat­ivamente, l’allungamen­to del Qe di nove mesi consente al consiglio di non dover affrontare di nuovo la questione fin dopo le elezioni tedesche, che si terranno con ogni probabilit­à a settembre 2017, quando, in campagna elettorale, la sua politica monetaria potrebbe diventare un facile bersaglio dei suoi molti oppositori in Germania.

L’importo degli acquisti mensili è ritornato al livello originario di 60 miliardi. Nel marzo scorso era stato portato a 80, ha ricordato Draghi, perché c’erano rischi di deflazione, che ora sono pressoché scomparsi, e le prospettiv­e economiche erano più oscure. Un’indicazion­e delle possibili modifiche era venuta la settimana scorsa quando, in un’intervista a “El Pais”, il banchiere centrale italiano aveva detto che lo stesso grado di stimolo si può ottenere con strumenti diversi, importi e durata.

Il consiglio ha varato anche alcune modifiche tecniche per ovviare alla scarsità di titoli da acquistare, soprattutt­o tedeschi: la vita residua minima delle obbligazio­ni passa da due anni a un anno. Questo dovrebbe avere tra l’altro come effetto una curva dei rendimenti più ripida, il che è ben visto dalle banche. In caso di necessità, inoltre, possono essere comprati anche titoli al di sotto del tasso sui depositi, oggi negativo per 40 punti base.

FLESSIBILI­TÀ Draghi sostiene che il tapering non è stato discusso e che l’istituto mantiene la porta aperta a nuovi stimoli in caso di necessità

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AFP Equilibris­imi. Il presidente della Bce Mario Draghi durante la conferenza stampa al quartier generale di Francofort­e.

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