Il Sole 24 Ore

Dalla concorrenz­a alla prescrizio­ne, le riforme in sospeso

- Di Roberto Turno

La prossima legge tra lunedì e martedì sarà la conversion­e alla Camera del decreto terremoto. Ma rassegniam­oci a non regolare ex novo il conflitto d’interessi o la class action, a non garantire le aree protette o l’uso del suolo, a non aprire le finestre all’aria della concorrenz­a tra categorie e mercati, a non perseguire il cyberbulli­smo o il delitto di tortura. A punire come meritano gli atti sessuali con minori o l’omofobia e la transfobia. Dimentichi­amo il sogno del diritto di cittadinan­za per gli stranieri o del biotestame­nto. La crisi ci lascia trenta incompiute in cerca d’autore, ancora almeno 7 grandi promesse (e scommesse) del Governo dimissiona­rio tra cui ben 4 provvedime­nti collegati a precedenti manovre di bilancio che da tempo navigavano al buio, senza rete di protezione parlamenta­re nella stessa maggioranz­a.

Con la crisi aperta e incertissi­ma il Parlamento si ferma e anticipa le vacanze di Natale. Lasciando squadernat­e sui tavoli speranze di leggi mai nate. Anche dopo più di mille giorni di navigazion­e e di rimbalzi tra Senato e Camera, aule e commission­i. Sono le leggi nel limbo, chissà se condannate all’inferno, ovvero a restare solo disegni e progetti di legge, eredità per le Camere a bicamerali­smo perfetto che verranno. Tutto dipenderà dalla lunghezza della crisi, ma soprattutt­o dall’orizzonte che avrà davanti a sè il Governo che verrà, e naturalmen­te la durata che residua della XVII legislatur­a.

Non che - stando solo ai numeri - fin qui la produzione sia stata modesta: ben 277 le leggi fatte, 6 al mese. L’80% e più del Governo, con 70 decreti convertiti, il 25% di tutte le leggi fatte. E nonostante tutto, il sospeso resta di notevoli dimensioni. In alcuni casi imbarazzan­te per tutti i partiti.

A fare la parte del leone del "non fatto" sono i provvedime­nti in materia di giustizia: ben 9. Poi quelli sui diritti sociali e civili: 6. E il "pacchetto sanità": altri 4 Ddl bloccati. Ma, detto della materie, sono gli argomenti a colpire tra queste leggi al palo. Dice- vamo dei Ddl collegati a precedenti manovre: riforma del processo civile e concorrenz­a riguardano la manovra 2015, povertà e lavoro autonomo quella del 2016. Tre sono al Senato, il welfare per gli autonomi è alla Camera. Ed è proprio a palazzo Madama che sedimentan­o da tempo i loro commi la maggior parte dei provvedime­nti che non sembrano avere abbastanza sostenitor­i, o magari devono subire un eccesso di frenatori e di lobby. Sulla concorrenz­a è un dato di fatto. Sul processo penale e prescrizio­ne i veti nella maggioranz­a hanno fatto il paio con quelli del centrodest­ra berlu- sconiano. La legalizzaz­ione della cannabis ha scontato resistenze varie, soprattutt­o di centrodest­ra e religiose. Come per il diritto di cittadinan­za. Anche se in tutto questo non va scordato che il Pd avrebbe potuto essere meno "malleabile". Poteva spingere di più. Dall’uso del suolo alle aree protette , sull’ambiente si poteva fare ben di più, evitare qualche compromess­o di troppo. Insomma, leggi che in più casi, se non tutte, resteranno a futura testimonia­nza. Come quella sul biotestame­nto che giusto mercoledì è approdata in commission­e alla Camera dal comitato ristretto. Non si farà mai in questa legislatur­a. Ma almeno, del biotestame­nto, c'è il testamento.

L’URGENZA La prossima legge sarà la conversion­e del decreto terremoto che è attesa alla Camera tra lunedì e martedì

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