Il Sole 24 Ore

Dai Lea ai farmaci il mosaico incompiuto della Sanità

- Roberto Turno

pLa partita da 800 milioni per i nuovi Lea (livelli essenziali di assistenza) che in attesa di un via libera definitivo del decreto lascia ancora tutti in fibrillazi­one. I contratti e le convenzion­i per medici e personale in alto mare. Le regole della manovra 2017 per farmaci oncologici e innovativi da applicare. Le nomine in ballo all’Aifa e al ministero. Quelle leggi indispensa­bili per il sistema, e per le categorie, che rischiano di non vedere mai la luce in Parlamento in questa legislatur­a. E se non bastasse, i rapporti con le regioni che restano per tanti versi poco sereni, a partire dalla tenuta del finanziame­nto, nonostante l’ala renziana dei governator­i almeno prima della crisi non fosse di sicuro minoritari­a. Ce ne è davvero quanto basta per capire quanto, fatta la legge di Bilancio, il sistema sanitario sia un puzzle incompiuto. Tanto più adesso, con un Governo dimissiona­rio e uno diverso che gli subentrerà, che rischia di rallentare ancora processi d mandare invece rapidament­e a conclusion­e. Con quel di più dell’eventuale sostituzio­ne di Beatrice Lorenzin nella poltrona di ministra della Salute a Lungotever­e Ripa. Cambio di guardia anche nei programmi, sempreché il nuovo Governo avesse un mandato e una durata non di brevissima gittata?

Crescono gli interrogat­ivi nel piccolo, ma non troppo, universo della sanità pubblica sui destini prossimi venturi del Ssn, delle categorie, delle imprese, delle regioni, della politica tutta. Un universo che vale 113 miliardi di spesa pubblica e almeno altri 35 pagati di tasca propria dagli italiani. E che aspetta tante risposte, con una coperta che si sta rivelando sempre più o troppo corta, o troppo stretta.

Intanto, il nodo dei Lea è arrivato alla stretta finale, o prendere o lasciare. Dopo tantissimo ritardo (avrebbero dovuto entrare in vigore già quest’anno) il decreto è arrivato in Parlamento soltanto a metà novembre e le commission­i si esprimeran­no la prossima settimana. Ma il via libera definitivo dovrà darlo il Consigli dei ministri, salvo istruire la pratica e deci- dere cosa accettare delle richieste del Parlamento, con tanto di visto della Ragioneria. Già: ma quale Governo lo farà, e quando? Senza dimenticar­e che dall’Economia c’è già un aut-aut alle regioni, alle quali si intende non dare gli 800 mln per il 2016, ma solo le eventuali spese in più fatte da poche regioni, riservando­si di verificare al microscopi­o anche tutti i conti sui Lea del prossimo anno. Un puzzle e problemi in più per i governator­i. Senza dire che mancano provvedime­nti attuativi fondamenta­li, come le nuove tariffe. Il rischio che il nuovo sistema - che sostituisc­e quello risalente al 2001 - parta con notevole ritardo, e solo parzialmen­te, è più che reale.

Tutta da regolare sarà anche l'applicazio­ne della manovra 2017 per i farmaci oncologici e innovativi - come del resto la valutazion­e di «innovativi­tà»- ai quali è desti- nata una quota vincolata totale di 1 mld. Ma con quale ministro e con quale Governo avverrà? E quando e chi sceglierà con le regioni il nuovo presidente dell’Aifa? Posto di grande potere, l’Agenzia del farmaco, dove "passa" una spesa di 32 mld. Dunque, una poltrona pesante. Come di rilievo è il posto di direttore generale della programmaz­ione al ministero, dove il candidato sarebbe un sub commissari­o per l sanità in Calabria, a suo tempo legato all’ex governatri­ce del Lazio Renata Polverini.

E se non mancasse c’è l’arretrato di leggi non fatte. Quella sul rischio clinico, decisiva per i medici ma anche per Asl e ospedali. L’omnibus di Lorenzin che fa nascere nuovi Ordini, carta spesa a più riprese per calamitare voti. Anche la legge sulla concorrenz­a, col caso farmacie-catene (società di capitale) che ha spaccato la maggioranz­a. La legge non si farà: a brindare sono sicurament­e i farmacisti privati. Almeno per ora.

PARTITA DA 800 MILIONI Il nodo livelli essenziali di assistenza : la prossima settimana il parere delle Camere Ma il via libera defintivo dovrà darlo il Consiglio dei ministri

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