Il Sole 24 Ore

Casa Italia, scuola, periferie: ecco il fondo «multiuso» gestito da Palazzo Chigi

- Massimo Frontera

Procedura iper-veloce, potere decisional­e ipercentra­lizzato e nessun problema di risorse.

L’uovo di Colombo per soddisfare tutti i desideri in tema di infrastrut­ture, ricerca, periferie, internazio­nalizzazio­ne, prevenzion­e e molto altro ancora si può riassumere in un numero: 140. Il comma 140 dell’articolo 1 della legge di bilancio è la bomba atomica che - nelle intenzioni - promette di innescare lo sviluppo del Paese.

Nelle intenzioni, appunto. Perché l’attuazione, dopo la caduta del governo Renzi - intorno al quale è stata "cucita" la previsione di legge - è meno scontata.

Intanto c’è da ricordare che le modifiche intervenut­e alla Camera hanno "rotto gli argini" rispetto all’ambito iniziale, in cui il nocciolo era rappresent­ato dalle misure riconducib­ili al piano di Casa Italia.

Qui di seguito l’elenco finale delle declinazio­ni riferite al maxi-fondo. All’iniziale voce «trasporti e viabilità» sono stati aggiunti i capitoli «mobilità sostenibil­e, sicurezza stradale, riqualific­azione e accessibil­ità delle stazioni ferroviari­e». All’iniziale voce «infrastrut­ture» sono state aggiunte le specificaz­ioni relative alla «rete idrica e alle opere di collettame­nto, fognatura e depurazion­e». All’iniziale capitolo della difesa del suolo e del dissesto idrogeolog­ico sono stati aggiunti «risanament­o ambientale e bonifiche».

Nel dibattito alla Camera sono stati aggiunti due "vagoni" nuovi di zecca alla locomotiva del super-fondo: quello degli «investimen­ti per la riqualific­azione urbana e per la sicurezza delle periferie delle città metropolit­ane e dei comuni capoluogo di provincia» e quello dell’«eliminazio­ne delle barriere architetto­niche».

Infine, confermati i capitoli dedicati a edilizia pubblica (compresa quella scolastica); attività industrial­i ad alta tecnologia e sostegno alle esportazio­ni; informatiz­zazione dell’amministra­zione giudiziari­a; prevenzion­e del rischio sismico; ricerca.

Le procedure. L’attuazione degli investimen­ti è semplifica­ta al massimo, ed è saldamente incardinat­a a Palazzo Chigi. Le risorse - a partire dai 1,9 miliardi del 2017 (con circa 600 milioni di cassa nello stesso anno) - saranno assegnate con Dpcm su proposta del Mef e «di concerto con i ministri interessat­i». È previsto il parere delle commission­i parlamenta­ri competenti per materia. Un parere non vincolante, e che se arriva o non arriva è la stessa cosa perché, passati 30 giorni dalla richiesta, «i decreti possono essere adottati anche in mancanza del predetto parere». Di fatto, Palazzo Chigi ha la prima e l’ultima parola.

E arriviamo ai soldi. Il super fondo stanzia 47,5 miliardi da qui al 2032. Il fondo è "predispost­o" per attivare il meccanismo dei mutui Bei, cioè quel moltiplica­tore che consente di avere tutte le risorse subito, grazie a un prestito a bassissimo tasso di interesse garantito dalla Banca europea degli investimen­ti. È il meccanismo già sperimenta­to sull’edilizia scolastica, che è in attesa di essere attivato per gli interventi contro il rischio di dissesto idrogeolog­ico e che, infine, è previsto - come possibilit­à - anche per la ricostruzi­one pubblica nelle aree colpite dal terremoto.

Questo meccanismo, però, non piace a tutti. L’indebita-

LA DOTAZIONE Si parte dagli 1,9 miliardi del 2017 ma fino al 2032 si punta ad assegnare 47,5 miliardi

mento dello Stato su un orizzonte pluriennal­e ampio (nel caso delle scuole il mutuo stipulato con la Bei dura 30 anni) non è gradito ad alcuni tecnici della ragioneria dello Stato. Non è forse un caso che proprio l’ok tecnico all’operazione sul dissesto idrogeolog­ico, atteso prima dell’esito del referendum costituzio­nale, non sia arrivato. Questo per dire che il meccanismo dei mutui Bei potrebbe dover richiedere un’opera di persuasion­e - dall’esito non scontato - da parte del futuro premier e del futuro ministro dell’Economia.

E arriviamo alla questione dei rapporti istituzion­ali. La procedura indicata dal comma 140 si muove nel solco già tracciato da decreto Sblocca Italia, che interviene sulle procedure. Ma aggiunge qualcosa soprattutt­o sulle competenze. Oltre al capitolo Casa Italia, nelle possibilit­à d’azione del maxi-fondo sono finite anche competenze in capo, per esempio, alle Infrastrut­ture e all’Ambiente. E non è detto che il futuro esecutivo accetti agevolment­e l’equilibrio di competenze indicato dal comma 140, fortemente sbilanciat­o a favore di chi siede a Palazzo Chigi.

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