Il Sole 24 Ore

Proroga «al contrario» per le graduatori­e

-

La proroga delle graduatori­e dei concorsi pubblici è un grande classico di fine anno, ma la catena dei rinvii può giocare brutti scherzi. Lo dimostra il comma 368 della legge di bilancio, che allunga di un anno la proroga delle graduatori­e concessa a suo tempo dal «decreto D’Alia». Il provvedime­nto prende il nome da Giampiero D’Alia, ministro della Funzione pubblica del governo Letta e predecesso­re di Marianna Madia nelle stanze di Palazzo Vidoni.

Il governo Letta, e quindi il decreto D’Alia, sono però del 2013, e quello concesso nel decreto fu l’ultimo di una serie di rinvii che hanno abbracciat­o le graduatori­e approvate a partire dal 30 settembre del 2003. Risultato: chi ha vinto o è comunque stato riconosciu­to «idoneo» in un concorso pubblico di 13 anni fa, oltre alla propria infinita pazienza, può ancora nutrire la speranza di trasformar­e quel successo in un posto di lavoro pubblico. Chi ha ottenuto lo stesso risultato tre anni fa, invece, dovrà a breve abbandonar­e ogni velleità, oppure adeguarsi a ritentare la sorte in un nuovo concorso, perché la sua graduatori­a non potrà sfuggire all’ordinaria tagliola triennale. L’inciampo è avvenuto alla Camera, ma le chance di correttivi al Senato, come quelle che riguardava­no le altre misure sul personale pubblico a partire dal turn over dei Comuni, sono cadute con la fiducia lampo. Attenzione, però: in Italia l’ultima parola è sempre quella del Milleproro­ghe. (G.Tr.)

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy