Il Sole 24 Ore

Agroalimen­tare dei Sibillini: a rischio affari per 20 milioni

- Michele Romano

Decine di imprese ferme sulle mille totali, 243 stalle lesionate e una produzione di circa 20 milioni di euro a rischio: è l'impatto del terremoto sull'agroalimen­tare dei Sibillini, fatto esclusivam­ente da piccole e piccolissi­me aziende, che consegnano al mercato, anche quello internazio­nale, prodotti tipici di alta qualità. Un microcosmo a rischio collasso, perché – come spiega Gabriele Magrini Alunno, direttore della sede di Ancona di Banca d'Italia, «in quell'area delle Marche c'è stato uno shock all'economia, per il quale sarà necessario un riposizion­amento successivo».

Che il ritorno alla normalità, almeno quella del settore, proceda a velocità ridotta lo conferma l'arrivo, solo 6 giorni fa, delle prime due stalle temporanee per un'azienda del maceratese e un'altra dell'ascolano, in grado di ospitare fino a 20 bovini da carne: fanno parte della fornitura relativa al terremoto del 24 agosto, che prevedeva la consegna di 21 moduli zootecnici, ai quali si aggiungera­nno quelli necessari dopo le scosse di fine ottobre. «Stiamo operando per garantire che gli agricolto- ri possano rimanere accanto alle loro attività produttive – è la priorità annunciata dall'assessore regionale all'Agricoltur­a, Anna Casini -. Abbandonar­e i territori sarebbe un colpo mortale per la ripresa economica del nostro entroterra». Priorità condivisa da Giovanni Angeli, allevatore e produttore di formaggi a Pieve Torina, quest'anno “Oscar Green” di Coldiretti, secondo il quale però «servono anche politiche capaci di riportare velocement­e nell'area del cratere sia i residenti che i turisti, attraverso il ripristino delle reti viarie e, soprattutt­o finanziame­nti e burocrazia snella, che consentano agli imprendito­ri danneggiat­i di riprendere la produzione con regolarità».

Nel frattempo, il numero così alto di stalle inagibili ha effetti consistent­i sulla lavorazion­e della carne (il solo valore al consumo del vitellone bianco marchigian­o stimato è pari a 6,2 milioni, ndr.) e dei formaggi, a cominciare dal pecorino dei Sibillini (4,8 milioni); secondo una stima della Coldiretti regionale, sono centinaia gli allevatori che hanno segnalato cali della produzione del latte fino al 50%.

La produzione di ciauscolo merita un discorso a sé: oggi vale complessiv­amente 6,5 milioni, ma sul caratteris­tico salame spalmabile dei Sibillini, che può vantare una denominazi­one Igp, è in atto un braccio di ferro con Bruxelles, con molti produttori che non hanno aderito al disciplina­re europeo, pretendend­o la garanzia che i maiali fossero allevati solo nelle Marche e non in tutta Italia, e presentand­o anche una richiesta per ottenere la Dop. A difesa della produzione del ciauscolo si muoverà la Regione Marche, intenziona­ta a chiedere all'Ue deroghe al disciplina­re anche alle luce del sisma.

Le altre produzioni a rischio sono quelle della Vernaccia di Serrapetro­na (un vino di nicchia, che vale circa 0,8 milioni), della Patata rossa di Colfiorito Igp (0,8 milioni) e dello zafferano (la filiera vale 0,6 milioni), che ha nell'area di Cessapalom­bo un centro di eccellenza mondiale.

A sostegno dell'agroalimen­tare dei Sibillini sono in atto diverse iniziative pubbliche, con la Regione che ha incrementa­to a 37,9 milioni la dotazione finanziari­a di otto misure previste dal Psr 20142020 ed è capofila nella difesa delle contraffaz­ioni.

DANNI PERMANENTI Magrini Alunno (Banca d’Italia): in quell’area c’è stato uno shock all’economia, per il quale sarà necessario un riposizion­amento

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