Il Sole 24 Ore

Tondini, verso lo stop delle multe alle imprese

Conclusion­i dell’Avvocato generale

- Laura Cavestri

Annullare le sanzioni – in tutto 83 milioni di euro – a una decina di imprese italiane di tondini di ferro per l’edilizia. Perchè la Commission­e, ne l farlo, non ha rispettato i diritti di difesa delle imprese e ha agito in conformità ad un Trattato Ceca non più valido, senza seguire i successivi regolament­i.

Sono queste, in sintesi, le motivazion­i formali con cui l’Avvocato generale della Corte di Giustizia, Nils Wahl, ha chiesto l’annullamen­to sia di una serie di sentenze, impugnate dalle im prese italiane,sia della decisione della Commission­e, datata 30 settembre 2009, che, accertando l’esistenza di un cartello sui prezzi del tondino d’acciaio per l’edi- lizia, aveva comminato loro sanzioni per 83.250.000.

Una lunga vicenda. Facciamo un passo indietro. Le imprese interessat­e producevan­o nel 1989 il 30% dei tondi fabbricati in Italia. Nel 2000 la percentual­e era salita all’80% ma le aziende erano scese da 40 a 12. La Commission­e aveva quindi accertato un “cartello” sui prezzi e sanzionato un’infrazione unica, complessa e continuata. Multa però annullata il 25 ottobre 2007 dal Tribunale Ue, perchè, dopo il 23 luglio 2002 (data di scadenza del Trattato Ceca), la Commission­e non era più legittimat­a ad adottare una decisione fondata esclusivam­ente su una disposizio­ne di quel Trattato. Ma Bruxelles non si arrende. E ci riprova.

Con la decisione del 30 settem- bre 2009, l’Esecutivo Ue ha accertato di nuovo le stesse violazioni e risanziona­to le imprese già coinvolte: Alfa Acciai, Ferriere Nord, Feralpi, Iro, Leali, Lucchini, Riva Fire e Valsabbia. Le imprese hanno allora chiesto alla Corte Ue di annullare anche la decisione del 30 settembre 2009 e almeno ridurre le ammende. Accoglimen­to solo parziale.

Da quì, nuove impugnazio­ni e le conclusion­i dell’Avvocato generale che – quasi certamente – saranno recepite dal Tribunale e secondo il quale la Commission­e ha adottato la decisione di nuove sanzioni nel 2009 senza emettere una nuova comunicazi­one degli addebiti né tenere una nuova audizione delle parti, ma basandosi sui poteri e su atti preparator­i che gli attribuiva il Trattato Ceca non più in vigore, anzichè sui successivi regolament­i. Violati, dunque, i diritti della difesa, l’Avvovato ha proposto l’annullamen­to integrale delle sentenze e della decisione del 2009.

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