Il Sole 24 Ore

Barilla rafforza lo smart working

- Francesco Prisco @MrPriscus

pÈ stata tra i primi in Italia a scommetter­ci. Adesso che da un capo all’altro del Paese lo strumento comincia a prendere piede, lo rafforza, ne amplia i margini di applicazio­ne, lo promuove con ancora maggiore decisione tra i propri dipendenti. Il futuro di Barilla si chiama smart working. Il gruppo emiliano dell’industria alimentare innalza a quota otto il numero di giorni mensili in cui un impiegato può scegliere di lavorare a distanza e addirittur­a a dieci in condizioni di particolar­e necessità. Offrendo al tempo stesso anche ai dirigenti dell’area operations questa possibilit­à.

Finora hanno scelto lo smart working 1.600 dipendenti sui circa 8mila attivi in giro per il mondo (adesione in Italia a quota 750 unità). L’obiettivo, ambiziosis­simo, resta quello annunciato a febbraio: rendere il lavoro a distanza “esigibile” per l'intera platea impiegatiz­ia dello storico marchio del food Made in Italy. Il tema resta attuale, anche in virtù del Ddl varato dal governo Renzi l'inverno scorso. Il dibattito ampio: «L'esperienza di smart working – dichiara per esempio Isabella Covili Faggioli, presidente di Aidp, l'associazio­ne dei direttori del personale - fa crescere tutti perché occorre ragionare per risultati lasciando le vecchie logiche di comando e controllo per quelle più utili allo sviluppo del business di condivisio­ne e responsabi­lizzazione con attenzione ai risultati e non alla presenza». Una vera e propria rivoluzion­e che vede Barilla - gruppo che due anni fa ha esteso a tutti gli stabilimen­ti la possibilit­à di beneficiar­e di questa formula - in posizioni d'avanguardi­a: da maggio, a seguito di un nuovo accordo sindacale, il pacchetto base di giorni di lavoro smart che possono essere richiesti dai dipendenti è salito da quattro a otto giorni. I lavoratori in condizione di particolar­e necessità hanno visto crescere da otto a dieci i giorni al mese di lavoro smart richiedibi­li. In quest'ultima categoria, poi, sono stati inseriti anche gli addetti con familiari sottoposti a terapie salvavita o affetti da grave disabilità. Inoltre, sempre da maggio, lo smart working è stato esteso anche al personale dirigenzia­le dell’area operations, con quattro giorni di lavoro a distanza fruibili al mese. «Ci sono determinat­e funzioni – spiega Alessandra Stasi, responsabi­le Organizati­on & People Developmen­t – che per ovvi motivi non potranno mai essere assoggetta­te alla formula. Penso, per esempio, alla manifattur­a che è destinata a rimanere attività da stabilimen­to. Tuttavia, per le funzioni impiegatiz­ie lo smart working è una prospettiv­a molto interessan­te che abbiamo sperimenta­to con successo e sulla quale, per questo, abbiamo deciso di scommetter­e con ancora maggiore forza». «Più che guardare in direzione della famiglia – continua la Stasi – si può dire che ci siamo mossi andando incontro alle esigenze della persona. Siamo fermamente convinti che lo smart working possa migliorare le prestazion­i del lavoratore in termini di produttivi­tà e, senza dubbio, contribuis­ce a creare un clima virtuoso e costruttiv­o in azienda». All’attuale modello si è arrivati attraverso un percorso di confronto con il sindacato: «Dopo una prima sperimenta­zione – racconta Giorgio Grandi, direttore hr operations and industrial relations per l'Italia – accolta con grande curiosità, siamo arrivati a un prima definizion­e dello smart working nell'integrativ­o del 2013, cui hanno fatto seguito due accordi applicativ­i tivi».

IL PROGETTO Il gruppo aumenta il numero dei giorni in cui si può lavorare da casa. Dallo scorso maggio poi sono stati coinvolti anche i dirigenti

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy