Le frontiere dell’internazionalizzazione Singapore «vetrina» per le imprese in Asean
p «Per noi Singapore è stata una vetrina e un volano per andare oltre i nostri confini e cogliere nuove opportunità». Al di là dei vantaggi di una fiscalità privilegiata - la corporate tax è al 17% - e di un ecosistema a misura d’impresa - per aprire una società bastano pochi minuti su internet e un dollaro - è l’esperienza dei gruppi italiani già presenti nella Città-Stato a dare la cifra della sua attrattività. Come quella di Dz Engineering, la società che, tra le altre cose, realizza il sistema di illuminazione, video a circuito chiuso e radiocomunicazione del Gran Premio di Formula 1 di Singapore, come ha spiegato Ivan Gradone, responsabile area tecnica dell’azienda forlivese, durante il business forum «Singapore, investimenti, innovazione e opportunità commerciali in Asean», organizzato nell’ufficio milanese della Camera il 1° dicembre dalla Camera di commercio italiana a Singapore (Iccs) e da Singapore Airlines, in collaborazione con lo studio legale Belluzzo & Partners.
«Da Singapore - ha raccontato Gradone - abbiamo avuto la possibilità di ottenere commesse a Hong Kong, in Indonesia e Malesia». Dz Engineering, che lo scorso anno ha registrato un fatturato di 6,4 milioni di euro (dai quasi 3 milioni del 2011), fa parte del gruppo Dino Zoli e nella filiale di Singapore ha cinque tecnici italiani e due “locali”. La commessa relativa al Gran Premio vale circa 20 milioni di euro nei 5 anni di contratto (2013-17).
Su una scala completamente diversa, l’esperienza del gruppo Fratelli Cosulich, che dal quartier generale di Genova copre un’ampia gamma di attività di shipping in 15 Paesi e che è attivo a Singapore da circa 20 anni. «Ci siamo arrivati da Hong Kong - ha spiegato il director, Marta Cosulich - dove siamo presenti da 32 anni. Oggi a Singapore impieghiamo 110 addetti, 35 in ufficio e 75 imbarcati». Dalle attività nella Città-Stato arrivano 300 milioni di dollari su 1,5 miliardi di fatturato del gruppo. Nonostante la bassa fiscalità, Singapore, ha spiegato, «non è economica, quindi per starci bisogna avere una strategia e una buona struttura. La preparazione e la presenza sul posto sono quindi essenziali».
L’attrattività della Città-Stato è destinata ad aumentare con l’entrata in vigore, prevista per il 2017, del recente accordo sullo scambio automatico di informazioni finanziarie tra Italia e Singapore, siglato a novembre, che fa seguito all’uscita del Paese dalla black list.
«L’Italia - ha ricordato il sottosegretario agli Esteri, Benedetto Della Vedova - sta investendo molto in termini di relazioni bilaterali sui Paesi Asean e su Singapore, anche in vista della possibilità di attrarre investimenti nel nostro Paese». È in quest’ottica, ha ricordato il presidente della Iccs, Federico Donato, che «abbiamo aperto a maggio l’ufficio a Milano della Camera, per dare alle nostre imprese un luogo fisico dove trovare informazioni e assistenza su questo mercato». Una spinta molto importante, ha sottolineato Benjamin Ho, Europe Centre Director del Singapore Economic Development Board, verrà poi con l’accordo di libero scambio concluso a fine 2014 con l’Unione europea e in attesa di ratifica.