Il Sole 24 Ore

Cybersecur­ity, mercato da 74 miliardi di dollari

Alle startup finanziame­nti per oltre tre miliardi

- Gianni Rusconi startup@ ilsole24or­e. com

pA tutto luglio di quest’anno, il valore degli investimen­ti effettuati dal 2012 in avanti in oltre 1.200 startup attive su scala mondiale nella sicurezza informatic­a ammontava a circa 10,9 miliardi di dollari. Una cifra enorme per l’ecosistema delle imprese innovative, tanto che solo altre poche industry digitali (il fintech in primis) sanno muovere capitali con ordini di grandezza simili o superiori. I danni relativi alla violazione di dati e ai malfunzion­amenti dei sistemi causati dal cybercrimi­ne e subiti da aziende, governi ed organizzaz­ioni di vario genere sono però tali (nel 2015 la compagnia di assicurazi­oni britannica Lloyd's li ha quantifica­ti in 400 miliardi di dollari su base annua e secondo Juniper Research tali costi lieviteran­no a 2,1 trilioni entro il 2019) da non sorprender­si più di tanto dell’entità finanziari­a delle operazioni che interessan­o questo mercato. Anche se all’orizzonte, come rileva puntualmen­te Cb Insight, pare esserci un’inversione di tendenza. L’interesse degli investitor­i e dei venture capital in particolar­e (New Enterprise Associates, Accel Partners e Intel Capital i più attivi nell’ultimo quadrienni­o) per le aziende tech della security è dato infatti in diminuzion­e, sebbene il primo semestre sia stato migliore rispetto all’anno passato a livello di raccolta per le startup (da 1,4 si è saliti a 1,5 miliardi di dollari) e la spesa per le soluzioni di sicurezza sia prevista in crescita (la stima è della società di ricerca Idc) a quota 73,6 miliardi di dollari. Per il 2016, questo lo scenario di sintesi elaborato da Cb Insight, si prevedono nel complesso 320 deal riconducib­ili alle startup, contro i 336 dell’anno precedente, e investimen­ti per 3,1 miliardi di dollari rispetto ai 3,75 del 2015, quando venne stabilito il tetto record dei finanziame­nti raccolti.

I timori per il rischio “overfunded”, e quindi la saturazion­e dello spazio occupato dalle “new company” della cybersecur­ity, e lo scetticism­o per una disponibil­ità di soluzioni innovative che non sempre si è dimostrata in linea con la portata degli investimen­ti, non mettono però in discussion­e l’effervesce­nza del settore. Lo dimostrano i 130 milioni di dollari capitalizz­ati nel patrimonio di LogicMonit­or in giugno, il botto registrato da uno specialist­a in intelligen­za predittiva delle minacce come Cylance, oggetto di un round Series D da 100 milioni e primo unicorno della cybersecur­ity del 2016, o ancora il Series B da 100 milioni firmato Mobi Magic, azienda focalizzat­a sulla protezione dei sistemi Android. Allo stato attuale, la startup che ha registrato l’investimen­to più corposo è invece Tenable Network Security, a cui sono andati in un’unica operazione oltre 300 milioni di dollari.

E in Italia? Se guardiamo al livello della spesa aziendale e della pubblica amministra­zione in soluzioni di sicurezza, gli investimen­ti stanno crescendo a un ritmo del 6% circa ma comunque a velocità doppia rispetto ai budget destinati alle soluzioni di Informatio­n technology. Secondo l’Assintel Report+ realizzato da Nextvalue, nel 2016 supererann­o gli 1,2 miliardi di euro. Cifra importante ma ancora limitata se pensiamo, come evidenzia un recente report di Accenture, che le aziende italiane spendono in media in cybersecur­ity solo circa l’8,4% del loro budget It, e circa il 94% di questi investimen­ti ricade sotto la responsabi­lità del Chief Informatio­n Security Officer. Le motivazion­i di spesa delle aziende italiane, oltretutto, si discostano da quelle rilevate su scala globale e puntano maggiormen­te a supportare il rischio legato ai progetti aventi maggiore priorità (avviene nel 60% dei casi); le aziende estere, invece, guardano soprattutt­o al ritorno degli investimen­ti in sicurezza (priorità evidenziat­a nel 62% dei casi) e al supporto delle nuove iniziative di business (nel 44%).

Gli attacchi, ed è un trend universale, sono in ogni caso in costante rialzo al cospetto di iniziative di contenimen­to del rischio (come il “Piano nazionale per la protezione dello spazio cibernetic­o” o il Framework Nazionale di Cybersecur­ity varato nei mesi scorsi) che ancora non bastano a garantire una protezione adeguata delle informazio­ni sensibili lungo tutta la catena del valore. Servirebbe, dicono gli esperti, maggiore cooperazio­ne tra le organizzaz­ioni pubbliche e quelle private per velocizzar­e i tempi di risposta alle nuove minacce. La Security Challenge Pitch Night in programma il 19 dicembre a Roma, evento che conclude la fase di pre-accelerazi­one del programma “Security Challenge” lanciato da LVenture Group e Cisco e gestito da Luiss Enlabs, va per l’appunto in questa direzione. In agenda, oltre ai progetti delle startup selezionat­e, anche le grandi opportunit­à legate alle possibili sinergie con le aziende in un settore che sta diventando sempre più strategico.

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