Quei rumors sul dossier Benetti Yacht e sul polo aggregante
Il gruppo Azimut Benetti potrebbe presto diventare consolidatore del mercato della nautica. Il progetto, secondo le indiscrezioni, sarebbe soltanto all’inizio, ma ruoterebbe attorno al marchio Benetti, vera griffe del lusso applicato agli yacht.
Da qualche settimana l’imprenditore Paolo Vitelli starebbe riflettendo sulle strategie future. L’obiettivo, sempre secondo le indiscrezioni, potrebbe essere quello di scorporare in una società il marchio Benetti (che fornisce 350 milioni di fatturato su 700 complessivi del gruppo) e, successivamente, di utilizzarlo per consolidare il mercato: anche tramite l’ingresso di soci in minoranza oppure partnership. Secondo i rumors esisterebbe una documentazione di questo tipo approntata dal banchiere Gianni Tamburi, che di Azimut Benetti è socio con il 15% delle azioni, ottenute lo scorso anno al termine di un aumento di capitale. Vitelli, che ha smentito una cessione tout court di Benetti, utilizzerebbe quindi il suo marchio-principe per lanciare un polo aggregante. (C.Fe.)
a compimento un’altra grande operazione di credit in vista dell’aumento di capitale. La banca di piazza Gae Aulenti, dopo mesi di trattative, ha infatti ceduto per 2,4 miliardi di euro il 32,8% del capitale di Bank Pekao all’assicuratore polacco Pzu e al fondo statale Pfr. Si tratta di un’operazione complessa, dove in parallelo, al fine di completare la dismissione della sua intera partecipazione, Unicredit ha lanciato un’operazione di mercato attraverso certificati equity-linked per cedere il residuale 7,3% detenuto nell’istituto polacco: offerta arrivata a conclusione sempre ieri per un importo di 500 milioni.
In valuta locale il prezzo concordato per la vendita della partecipazione in Pekao (pari al 32,8%) a Pzu e Pfr è uguale a 123 zloty polacchi per azione o 10,6 miliardi di zloty pari a 1,42 volte il patrimonio netto al 30 settembre 2016. L’operazione avrà un impatto positivo di circa 55 punti base sul Cet 1 ratio del gruppo UniCredit al 30 settembre 2016.
Inoltre, la stessa vendita della partecipazione residua in Pekao del 7,3% tramite i suddetti certificati genererà un impatto positivo sul capitale alla data di scadenza degli stessi.
L’accordo è stato difficile da concludere anche per alcuni aspetti contrattuali specifici. Al fine di favorire un regolare processo di transizione, UniCredit ha trovato un accordo per continuare a fornire, a condizioni di mercato, determinati servizi di supporto relativi a sistemi di information technology.
Altro aspetto da regolare è stato quello dei mutui denominati in franchi svizzeri. Pekao detiene infatti nel proprio Paese una limitata quota di mercato (pari al 3%) in questa categoria di mutui: è stato dunque previsto a favore dei due acquirenti, in ca- 7 La sigla Npl è l’acronimo di «non performing loans», ossia prestiti non performanti. Si tratta di finanziamenti erogati in passato dagli istituti di credito a debitori che ora non sono più in grado di rimborsare. Sono crediti per i quali la riscossione è incerta. In Italia nella categoria dei “non performing” rientrano sia gli incagli sia le sofferenze.