Gazprom sceglie Allseas: Saipem perde il primo round sul Turkish Stream
Gli svizzeri selezionati per la tratta offshore
pSaipem perde il primo round sul Turkish Stream, il progetto di gasdotto che dovrebbe collegare direttamente Russia e Turchia, passando sotto il Mar Nero. Ieri, infatti, Gazprom ha fatto sapere di aver scelto la svizzera Allseas per la costruzione della prima tratta della parte offshore della pipeline che, come indicato dai due paesi in occasione della firma avvenuta, a metàottobre,amarginedelWorld Energy Congress di Instabul, sarà composta da due linee principali (910 chilometri per il tratto sottomarino e 180 chilometri per quello in territorio turco) per un esborso di oltre 11 miliardi di euro.
La società guidata da Stefano Cao ha accusato il colpo in Borsa dove ha lasciato sul terreno l’1,94 per cento. Le sue chance di rientrare in partita sono ora piuttosto esigue visto che nel contratto, sottoscritto dai russi con Allseas, c’è anche un’opzione per la costruzione del secondo ramo della parte offshore sul fondo del Mar Nero. In pratica, il gruppo svizzero dovrà posare tubi per più di 900 chilometri secondo una tabella di marcia serratissima: Russia e Turchia, in barba ai mal di pancia di Bruxelles, vogliono infatti far presto e hanno assicurato che i lavori per il nuovo “tubo” inizieranno nella seconda metà del 2017 per concludersi entro il 2019.
L’obiettivo di Mosca è ribadire la propria egemonia come principale fornitore energetico dell’Europa, mentre i turchi puntano ad affermarsi come hub regionale e a consolidare ulteriormente i buoni rapporti con la Russia di Vladimir Putin che non ha ancora digerito lo stop di Bruxelles al South Stream. Come si ricorderà, il progetto, che avrebbe dovuto portare il gas russo nel Vecchio Continente, bypassando l’Ucraina e avendo la Bulgaria come punto d’accesso (in pratica, lo stesso tracciato del Turkish Stream fuorché per la parte finale), è fallito ancor prima di decollare e a farne le spese è stata proprio Saipem che si era aggiudicata i 2,4 miliardi di euro di contratti collegati. Il South Stream è stato infatti protagonista di una lunga telenovela caratterizzata da continui stop and go da parte di Mosca fino alla sospensione definitiva e alla decisione della società di Cao di avviare un arbitrato contro i russi, davanti alla Camera di commercio internazionale di Parigi, chiedendo loro un risarcimento di 679 milioni per l’interruzione del contratto (il verdetto è atteso per il 2018 con una prima udienza fissata per il 3 marzo).
Il fronte russo, dunque, si fa molto complicato per Saipem
L’IMPATTO Il titolo ha chiuso ieri in Borsa a -1,94% La società resta in corsa per il progetto di raddoppio del Nord Stream
anche se la società resta in corsa per il Nord Stream 2, con cui Mosca punta a raddoppiare la capacità di esportazione dalla Germania attraverso la posa di due linee supplementari rispetto alle due già esistenti, costruite proprio dalla società di Cao che quindi avrebbe tutte le carte in regola per realizzare anche il nuovo progetto. Nonostante l’opposizione della commissione Ue, la Russia sembra decisa ad andare avanti anche su questo fronte e il contratto dovrebbe essere assegnato entro fine anno: a contendersi la vittoria finale ci sono, oltre a Saipem, la francese Technip, l’olandese Dutch Royal e la stessa Allseas che ora, alla luce del colpo messo a segno ieri, è sicuramente l’avversaria più temibile per la società italiana.