Commercialisti, sciopero in due tempi
Si va verso una prima astensione a fine febbraio con la dichiarazione Iva e una seconda a fine marzo
Un’astensione in due tempi: una prima tranche a fine febbraio e la seconda a fine marzo. È l’ipotesi che sta prendendo forma e che i sindacati dei commercialisti dovrebbero annunciare in occasione della manifestazione convocata per mercoledì mattina (dalle 11 alle 13) in piazza Santi Apostoli a Roma. Anche se la decisione finale non è stata ancora presa, si punta a dare un segnale forte contro nuovi e vecchi adempimenti a cui commercialisti e imprese saranno chiamati nel 2017. In questo senso andrebbe, quindi, la scelta di proclamare un’astensione a fine febbraio che si estenda anche ai primi giorni del mese di marzo (l’opzione più probabile al momento sembrerebbe quella di otto giorni). Una scelta fortemente simbolica. Il prossimo 28 febbraio, infatti, è la scadenza per la presentazione della dichiarazione Iva 2017, che si “stacca” da Unico e che poi nel 2018 seguirà ancora un altro calendario (la scadenza sarà il 30 aprile). Poi, una volta inviata la dichiarazione Iva dei propri clienti, gli studi dovranno tuffarsi nell’operazione certificazione uniche. Il pacchetto semplificazioni introdotto durante la conversione del decreto fiscale ha, infatti, spostato a fine marzo solo il termine per la consegna a lavoratori e pensionati (a seconda del sostituto d’imposta). Men- tre resta il “totem” del 7 marzo come ultimo giorno per la trasmissione telematica all’agenzia delle Entrate delle certificazioni sui redditi percepiti: il dato principale su cui poi l’amministrazione finanziaria può procedere all’elaborazione della dichiarazione precompilata. E proprio a questo proposito va ricordato come già il 31 gennaio sia la scadenza entro cui vanno comunicate al Sistema tessera sanitaria le informazioni sulle spese mediche e farmaceutiche, su cui i commercialisti saranno chiamati ad assistere studi medici e strutture sanitarie. Non a caso anche quel periodo era inizialmente tra quelli “papabili” per l’indizione dello sciopero. Allo stato attuale, sembra invece che la seconda fase dello sciopero dopo quella di fine febbraio dovrebbe riguardare il periodo tra fine marzo e inizio aprile 2017.
Per la categoria, infatti, il problema non è rappresentato solo dalle nuove comunicazioni Iva che comporteranno otto nuovi adempimenti annuali a regime tra dati delle fatture emesse e ricevute e quelli delle liquidazioni. Ma c’è una stratificazione di obblighi a cui i commercialisti sono stati chiamati in nome del fisco telematico e della lotta all’evasione che comportano un aggravio per il lavoro e la gestione degli studi. Un costo burocratico quantificato in oltre 46 miliardi di euro all’anno per imprese e professionisti dalla nota diffusa ieri dal comitato delle cinque sigle (Adc, Aidc, Anc, Andoc, Unagraco, Ungdcec, Unico) che stanno organizzando la manifestazione di mercoledì a Roma.