Il quadro di partenza
L’anticipo pensionistico potrà essere chiesto tra il mese di maggio 2017 e dicembre 2018, salvo conferma della sperimentazione in futuro. La decisione dovrebbe essere presa entro la fine del 2018 sulla base dei risultati in questo primo periodo di applicazione
Nella sua versione volontaria e aziendale l’Ape ha un costo a carico del lavoratore e dell’impresa, che varia in relazione alla durata dello stesso e del rapporto tra il suo importo e quello della pensione di partenza l’anticipo pensionistico, almeno quello volontario e quello aziendale, hanno un costo direttamente proporzionale alla durata.
Per esempio, chi ha compiuto 63 anni nel gennaio 2016 e chiede l’anticipo a partire dal prossimo mese di maggio potrebbe andare in pensione nell’agosto o dicembre del 2019 o addirittura nel gennaio 2020 e l’Ape potrebbe durare da un minimo di due anni e tre mesi a un massimo di due anni e otto mesi.
Quindi chi accede all’Ape entro la fine del 2017 può avere una durata prevista che sarà diversa da quella determinata dall’aggiornamento in vigore tra poco più di due anni.
In base alle regole vigenti, la determinazione del requisito anagrafico valido nel 20192020 dovrà essere effettuato entro la fine del 2017. Sarà quindi necessario completare il quadro regolamentare indicando quale scenario verrà utilizzato per valutare le richieste di Ape nei prossimi mesi.
Il problema non si pone, invece, per chi compie i 63 anni da giugno 2017 in poi, perché in ogni caso raggiungerà i 63 e sette mesi nel 2021, quando in base alle regole attuali il requisito per la vecchiaia non potrà essere inferiore a 67 anni, i ndipendentemente dall’andamento della speranza di vita. A quel punto, per accedere all’Ape serviranno almeno 63 anni e cinque mesi di età (67 anni meno 3 anni e 7 mesi).