Il Sole 24 Ore

Durata e importo incidono sul costo da sostenere

- Pinna e Prioschi

Se si chiede un anticipo pensionist­ico elevato, l’importo della pensione futura rischia di ridursi in modo consistent­e, tanto più se il reddito di partenza è alto e se la durata dell’Ape consistent­e.

Difficile calcolare la convenienz­a dell’Ape perché non risulta essere sempre immediata. Le consideraz­ioni da approfondi­re sono simili a quelle elaborate in caso di una richiesta di un prestito. Il lavoratore, infatti, a fronte di un reddito netto percepito immediatam­ente (l’Ape infatti non è gravato da imposizion­e fiscale) deve rendersi disponibil­e a ricevere una pensione finale Inps più contenuta principalm­ente per due motivazion­i. La prima relativa al mancato versamento dei contributi nel corso degli ultimi anni di servizio. La seconda dovuta all’applicazio­ne, per i primi venti anni di pensione, della rata per la restituzio­ne del prestito ricevuto. Ciò comporta una attenta pianificaz­ione del tutto.

Richiedere, infatti, un anticipo troppo elevato potrebbe comportare la maturazion­e di una pensione finale Inps decisament­e più contenuta rispetto all’Ape percepito in precedenza, specialmen­te se il pensioname­nto è avvenuto con diversi anni di anticipo. L’impatto è confermato dalle proiezioni elaborate per due lavoratori con una retribuzio­ne annua lorda di 30mila e 75mila euro. La valutazion­e è operata con riferiment­o ai redditi netti che saranno percepiti dai lavoratori nell’anno immediatam­ente precedente la cessazione dal servizio, nel periodo di percezione dell’Ape e al pensioname­nto definitivo.

I risultati evidenzian­o come sia decisament­e complesso per un lavoratore individuar­e l’opzione più in linea con le esigenze individual­i. Se si chiede troppo Ape infatti, e si chiede troppo presto, si riceve una drastica riduzione del reddito netto percepito al pensioname­nto definitivo (per l’imposizion­e fiscale e la rata del prestito da restituire). Se si chiede troppo poco, invece, si ha unApe molto più contenuto rispetto al reddito netto percepito in attività di servizio (e meno variazioni al pensioname­nto).

Gli effetti crescono al crescere del reddito percepito. I calcoli effettuati sono ancora preliminar­i perché diversi elementi debbono ancora essere chiariti e dovranno essere disciplina­ti da un decreto del presidente del Consiglio dei ministri. Un meccanismo complesso che, in un quadro già complicato, sicurament­e non aiuterà la semplifica­zione del nostro mercato del lavoro (e che dovremo spiegare per bene, specialmen­te agli investitor­i esteri).

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