Il Sole 24 Ore

In tre anni quasi dimezzate le procedure Ue contro l’Italia

Stop della Commission­e alla procedura di infrazione - Avramopoul­os: irregolare l’80% degli arr ivi Novità Ue sull’asilo: da marzo gli immigrati passati dalla Grecia dovranno farvi ritorno

- Beda Romano

Bruxelles ha deciso di chiudere la procedura di infrazione contro l’Italia accusata di non procedere adeguatame­nte alla raccolta di impronte digitali degli immigrati irregolari. In tre anni le procedure contro Roma sono calate da 119 alle attuali 70.

pLa Commission­e europea si è voluta ieri rassicuran­te sul progressiv­o ritorno alla normalità nella gestione dell’immigrazio­ne in Europa. L’esecutivo comunitari­o ha innanzitut­to salutato i (piccoli) migliorame­nti sul versante del ricollocam­ento dei profughi; ha poi deciso che da marzo in poi i migranti arrivati al Nord passando dalla Grecia verranno rimandati nel paese mediterran­eo; e infine ha archiviato una procedura di infrazione ai danni dell’Italia.

Un anno fa, la Commission­e europea aveva accusato il governo italiano di non applicare correttame­nte le regole sulla raccolta delle impronte digitali dei migranti sbarcati sulle coste italiane. In particolar­e, Bruxelles aveva considerat­o ai tempi che l’Italia violava il regolament­o relativo alla banca dati Eurodac, nella quale vengono inserite le impronte digitali delle persone richiedent­i asilo in Europa. Una lettera di messa in mora era stata mandata anche al governo greco. «Alla luce del significat­ivo migliorame­nto nella raccolta di impronte digitali dall’inizio del 2016 in poi, la Commission­e è soddisfatt­a del modo in cui l’Italia e la Grecia applicano le regole di Eurodac», si legge in un comunicato. La decisione giunge dopo che la questione delle impronte digitali aveva creato non poche tensioni tra i Ventotto. Molti paesi hanno considerat­o che Roma e Atene violavano le regole in modo da consentire surrettizi­amente ai migranti di trasferirs­i verso Nord.

«Voglio essere chiaro – ha detto in conferenza stampa qui a Bruxelles il commissari­o all’Immigrazio­ne Dimitri Avramopoul­os –. Prima di tutto la decisione non sarà retroattiv­a. In secondo luogo, non tutti i migranti verranno rimandati in Grecia (…) Tra gli altri non verranno rinviati nel paese le persone più vulnerabil­i e i minori non accompagna­ti». La decisione vuole essere un ritorno all’applicazio­ne del Principio di Dublino, secondo il quale la responsabi­lità dell’asilo spetta al paese di primo sbarco. La regola è stata sospesa in questi ultimi anni, un po’ perché decisioni di giustizia stabilivan­o che la Grecia non era capace di accogliere rifugiati nel modo corretto; un po’ per scelta di alcuni paesi come la Germania di accogliere i migranti in cammino verso Nord.

La decisione di Bruxelles giunge mentre Consiglio e Parlamento stanno discutendo una controvers­a riforma del Principio di Dublino, che prevede nei casi di emergenza forme di ricollocam­ento dei rifugiati (si veda Il Sole 24 Ore del 18 novembre).

In un comunicato, l’organizzaz­ione non governativ­a Amnesty Internatio­nal ha criticato ieri la scelta della Commission­e, sottolinea­ndo come invece le istituzion­i comunitari­e dovrebbero fare di più per imporre il ricollocam­ento in tutta Europa delle persone arrivate in Grecia e in Italia, Nella sua conferenza stampa, il commissari­o Avramopoul­os si è detto «più ottimista che in passato» su questo fronte, notando una accelerazi­one nelle ultime settimane.

Le ultime cifre parlano di oltre 8.000 persone ricollocat­e dall’Italia e dalla Grecia, su un totale previsto di 160mila nel biennio 2015-2017. L’accelerazi­one vi è stata, ma i risultati restano limitati. Ciononosta­nte, la Commission­e ancora ieri ha spiegato di non avere l’intenzione di aprire procedure di infrazione contro i paesi riottosi nell’applicare la regole, in particolar­e quelli dell’Est, mentre Consiglio e Parlamento stanno discutendo una difficile riforma del Principio di Dublino.

Uno dei motivi per cui i numeri sul ricollocam­ento dall’Italia sono bassi (si veda la tabella) è anche perché solo alcune nazionalit­à sono prese in consideraz­ione. A una specifica domanda se la Commission­e fosse pronta a modificare i criteri, il commissari­o Avramopoul­os ha risposto che Bruxelles non intende modificare la lista delle nazionalit­à ammesse al ricollocam­ento, notando che «molti dei migranti che arrivano in Italia dal Mediterran­eo centrale, (…) l’80%, sono irregolari», e non profughi.

Infine, proprio ieri Consiglio e Parlamento hanno trovato un accordo politico per concedere la liberalizz­azione dei visti ai cittadini di Georgia e Ucraina. Il meccanismo prevede la sospension­e del libero accesso nell’Unione quando vi è un aumento sospetto degli arrivi. Ciò sarà possibile su richiesta della Commission­e e di una maggioranz­a dei Ventotto. Il meccanismo dovrebbe essere utilizzato anche per i cittadini turchi quando questi beneficera­nno della liberalizz­azione dei visti.

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