Contratto edilizia, i nodi sul tavolo
L’Ance: «Soggetti da razionalizzare, creando un unico centro servizi»
pVoucher, partite iva, finti lavoratori autonomi, dumping contrattuale. Nell’edilizia sono additati come gli ostacoli più insidiosi sulla via del contratto di settore. «Un contratto molto costoso – spiega il vicepresidente di Ance, Gabriele Buia – tant’è che il rapporto tra il salario netto che percepisce il lavoratore e il costo del lavoro per l’impresa è di uno a tre. Le costruzioni hanno il costo del lavoro più alto ed è arrivato il momento, anche per i sindacati, di fare scelte di campo su tematiche importanti come i falsi lavoratori autonomi e tante altre fattispecie che i nquinano il mondo delle costruzioni». Il rinnovo del contratto delle costruzioni riguarda oltre un milione e mezzo di addetti e si è aperto qualche giorno fa con l’auspicio di poter sostenere questo settore che continua a essere in crisi ormai da moltissimo tempo. All’inizio di que- st’anno, i dati diffusi dal sindacato (le sigle di settore sono Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil) dicevano che gli addetti scomparsi in sette anni sono 800mila comprendendo operai, impiegati e lavoratori autonomi. Un numero che fa parlare di una vera e propria piaga sociale e che ha fatto lanciare in più occasioni l’sos al Governo a cui il sindacato ha ricordato che ai tempi d’oro le costruzioni rappresentavano quasi l’11% del Pil nazionale.
Il contesto in cui si apre il negoziato non è facile e, a maggior ragione per questo « ab- biamo vissuto la presentazione della piattaforma dei sindacati come un momento importantissimo. Il rinnovo del contratto deve essere un momento significativo per aiutare il settore», spiega Buia. La particolarità di questo rinnovo sta nell’unità del tavolo datoriale dove Ance Confindustria, Cooperative e artigiani siedono uniti a rappresentare la parte datoriale con l’obiettivo di fare un contratto unico. Entrando nel merito della piattaforma presentata da Fillea, Filca e Feneal, viene richiesto un aumento di 106 euro a parametro 100. A questo proposito le segreterie nazionali hanno spiegato alle imprese che «bisogna approfittare dei segnali positivi che, pur con contraddizioni, cominciano a stabilizzarsi, sapendo che la sfida vera è qualificare un sistema in grado di reggere alla nuova domanda di rigenerazione, messa in sicurezza, sa- lubrità sapendo investire sull’industrializzazione del cantiere». Sulla contrattazione territoriale si sottolinea la necessità di renderla più inclusiva, con conseguente riorganizzazione degli enti bilaterali. Per i sindacati il mercato del lavoro così come il welfare devono uscire rafforzati devono uscire rafforzati da questo rinnovo. «Puntiamo ad avere imprese più strutturate - dicono Fillea, Filca e Feneal -, un mercato del lavoro trasparente che premi la regolarità e l’occupazione di qualità contro i troppi abusi - come voucher, partite Iva, dumping contrattuale - un sistema della formazione per la sicurezza in grado di qualificare ulteriormente il mercato».
La richiesta di aumento salariale avanzata dai sindacati, però, «è fuori mercato - spiega Buia -. Vorremmo affrontare il discorso degli aumenti anche con l’utilizzo di indicatori che dia- no la misura dello stato di salute del settore e tenendo presente che l’aumento deve essere legato alla produttività». Al di là dell’aumento che non sarà certamente il primo tema ad essere affrontato questo rinnovo «deve essere l’occasione per definire argomenti che non sono stati totalmente attuati nel passato contratto, quello del 2014 - osserva Buia -. Il primo passaggio deve essere una revisione del sistema della bilateralità. Noi vorremmo fare in modo che il sistema degli enti sia razionalizzato, creando un unico centro di servizi che possa migliorare l’operatività di tutti gli enti territoriali. C’è poi il capitolo della formazione sulla sicurezza. Nei nostri cantieri opera un mondo satellite dove ci sono operatori che hanno una modalità diversa di formazione. Bisognerebbe invece pensare a una formazione specifica nell’ambito dei cantieri».
LA RICHIESTA Fillea, Filca e Feneal hanno presentato una piattaforma in cui rivendicano un aumento di 106 euro per il livello di riferimento