Nuovi equilibri nella cassaforte Agnelli
Pronta la lista per il consiglio di amministrazione
pLa fusione transfrontaliera si completerà a breve, dopo il via libera Consob arrivato ieri all’incorporazione di Exor nella societàolandese Exor Holding Nv. E nascerà la nuova “Giovanni Agnelli BV”, società olandese che racchiude gli azionisti discendenti del Fondatore Giovanni Agnelli, e che sostituisce la vecchia Giovanni Agnelli e C. società in Accomandita per Azioni. Con uno statuto nuovo di zecca, una differente natura giuri- dica e un nuovo consiglio di amministrazione dove fanno il loro debutto due professionisti olandesi, la società che tiene le fila del gruppo Exor-Fiat Chrysler Automobiles, si appresta così a trasferirsi ad Amsterdam. Ma cosa accadrà nel funzionamento della holding della dinastia torinese? Il Sole24 Ore ha ricostruito gli equilibri della “ex accomandita” degli Agnelli confrontando la nuova governance della BV con quella dello storico scrigno torinese. Ecco, nel detta- glio, cosa cambia con il trasferimento in Olanda.
In vista della fusione,secondo quanto raccolto da Il Sole24 Ore, sarebbe già stato definita la lista del consiglio di amministrazione che si insedierà in Olanda. I futuri componenti del cda della GA BV sono espressione dei tre gruppi famigliari della dinastia torinese. Nel dettaglio ciascun ramo esprime due componenti del board: il “gruppo eredi di Gianni Agnelli” sarà rappresentato da John Elkann, che assume anche la presidenza della società, e Tiberto Brandolini d’Adda; il “gruppo Nasi” ha designato Alessandro Nasi e Luca Ferrero Ventimiglia; “il gruppo altri Agnelli”, infine, ha scelto Eduardo Teodorani-Fabbri e Andrea Agnelli. Insieme alla famiglia entrano nel board due professionisti olandesi, Jeroen Preller e Florence Hinnen, che prendono il posto di Gianluigi Gabetti e Gianluca Ferrero nella vecchia Sapaz.
I pesi azionari
Non cambiano, invece, i pesi azionari dei diversi rami della dinastia. La Dicembre, che rappresenta gli eredi dell’Avvocato, è salda al 36,38%. Per gli eredi di Umberto Agnelli, rappresentati da Andrea e la sorella Anna, il pacchetto di loro proprietà è dell’11,35%. Infine Maria Sole è titolare di una quota del 12,56%. Il ramo di Clara Nasi - Ferrero Ventimiglia è al 4,41% e quello di Laura Nasi-Camerana al 5,35%. Ormai quasi in uscita il ramo di Clara Agnelli che detiene lo 0,29% dell’Accomandita. Il ramo di Giovanni Nasi è all’8,56%,quello di Emanuele Nasi al 3,24% e quello di Susanna Agnelli al 5,55%. Il ramo Cristiana Agnelli risulta direttamente proprietario dello 0,06%,ma in quest’ultimo caso, la quota in possesso sarebbe più alta perché detenuta attraverso fiduciarie. Infine, la quota di azioni proprie e in mano alle fiduciarie è all’11,32%.
Il limite dei diritti di voto
La differenza principale tra la vecchia Accomandita e la nuova cassaforte olandese sta proprio nella forma della società: la GA BV è comparabile a una italiana srl. L’Accomandita invece era una Sapaz e come tutte le accomandite italiane aveva una serie di caratteristiche proprie: ad esempio i nuovi accomandatari nominati dall’Assemblea dei soci dovevano ricevere l’approvazione degli accomandatari esistenti prima di assumere il loro incarico. Ora nella GA BV è più semplice: i componenti del Cda sono eletti dall’Assemblea, come in una qualsiasi società. Tra le altre differenze, il fatto che le Assemblee dei soci devono tenersi obbligatoriamente in Olanda. E ancora nel libro soci compaiono solo membri famigliari: Franzo Grande Stevens, Gianluigi Gabetti e Gianluca Ferrero hanno restituito l’azione che avevano ricevuto per poter assumere incarichi nella sapaz.
A livello di funzionamento in senso stretto, spicca poi la differenza in merito alla procedura di voto rafforzata per le decisioni Gruppo Giovanni Agnelli concernenti la perdita del controllo di Exor. Il punto chiave riguarda infatti cosa si intende per controllo della holding. Se prima, infatti, il vecchio statuto stabiliva che il controllo fosse rappresentato dal 51% del capitale, nella nuova società olandese, dove è previsto il meccanismo del voto multiplo, per controllo si intende il 51% dei diritti di voto. Una soglia, quest’ultima, che corrisponde a una percentuale sul capitale assai inferiore.
In pratica, stabilisce l’articolo 13 del nuovo statuto, qualunque atto di disposizione sulle azioni Exor che non lasci in piena proprietà alla Giovanni Agnelli BV almeno il 51% dei diritti di voto di Exor NV deve essere previamente autorizzato da tutti gli amministratori e dall’assemblea con la maggioranza di più dei due terzi dei voti espressi rappresentanti più dei due terzi del capitale sociale in circolazione (nella vecchia Giovanni Agnelli Sapaz lo statuto citava il 51% del capitale).
Tradotto in termini più semplici, la cassaforte può ridimensionare la partecipazione in Exor senza particolari maggioranze dall’attuale 53% fino a una quota di capitale che comunque garantisca il controllo dei diritti di voto.
Ipotesi teorica e spostata nel tempo di almeno 5 anni, quando scatterà l’attribuzione del voto multiplo. Peraltro è altrettanto vero che, nonostante la maggiore libertà di manovra, la famiglia negli ultimi mesi ha dato segnali contrari e volti al rafforzamento della quota in Exor. Restano infine invariate le altre disposizioni tra cui l’oggetto sociale e il regime di trasferimento delle azioni, anche per quanto riguarda la consanguineità (solo i discendenti del Senatore Giovanni Agnelli possono possedere azioni GA BV).
I numeri della società
Infine, quanto ai numeri della società, l’atto di fusione fornisce uno spaccato dello stato di salute dell’accomandita aggiornato a fine giugno di quest’anno. Ne emerge un utile netto del periodo di 44 milioni, in linea con quello dello scorso anno, attivi per 1,391 miliardi e debiti verso banche per 41 milioni, in diminuzione rispetto ai 50 milioni di sei mesi prima.
La società inoltre al 30 giugno disponeva di linee di credito per complessivi 251 milioni, di cui 150 relativi a linee di credito non revocabili, e 60 milioni con scadenza oltre 12 mesi.
TITOLI IN SCADENZA
IL LIBRO SOCI Nel capitale del nuovo scrigno ci saranno solo membri della famiglia. Grande Stevens, Ferrero e Gabetti hanno restituito i titoli
la struttura azionaria