Tassi e Borse
Tassi in rialzo, occhio alle aziende indebitate
Il movimento dei tassi di interesse si è verificato a livello internazionale ed stato repentino. È l’effetto Trump sui mercati internazionali. C’è poi la Fed, Istituto centrale americano, che nei prossimi giorni dovrebbe ritoccare tassi Usa verso l’alto, salvo colpi di scena. A fare da argine per fortuna c’è la Banca centrale europea che, per bocca di Mario Draghi, ha deciso giovedì 8 dicembre di allungare i tempi per il riacquisto di titoli di Stato e corporate europei fino al termine del 2017, benché riducendo da 80 a 60 miliardi di euro la quantità di denaro da spendere ogni mese. Vedremo cosa accadrà. In questa inchiesta ci occupiamo dei debiti delle società quotate in Piazza Affari e, nelle pagine 6 e 7, di ciò che accade sui listini stranieri.
effetto tassi sul debito
Nella tabella in pagina c’è l’elenco delle blue chip italiane e la loro solidità finanziaria indicata dal rapporto totale debito su Ebitda (o Mol, margine operativo lordo) forniti da Factset. Tale indicatore fa emergere la solidità finanziaria degli emittenti: più questo rapporto è alto, meno una società è in grado di fare fronte con la generazione di margini operativi agli oneri finanziari del debito. « Il tema chiave dei prossimi mesi sarà appunto l’impatto della fine del ciclo ribassista dei tassi di interessi — spiega Mario Spreafico, direttore investimenti di Schroders Wealth Management in Italia —. Le aziende italiane hanno beneficiato dell’“effetto rarità” dei corporate bond grazie ai riacquisti della Bce. Tassi bassi e riacquisti della Banca centrale europea hanno consentito ai direttori finanziari di riscadenzare il debito, spostandosi su posizioni lunghe » . Quindi c’è stato il tempo di mettersi al riparo dal rialzo dei tassi. « In alcuni casi sono stati effettuati buyback ( si veda l’articolo a pagina 5) — aggiunge Spreafico —. Insomma mediamente le società quotate italiane hanno sfruttato il momento dei tassi bassi per ottimizzare la struttura del debito». Tanto più che, come sottolineato, la Bce continuerà ad acquistare bond per l’intero 2017. Quindi c’è altro tempo ( vedi anche intervista in basso e l’articolo sui settori a pagina 5) per mettere a posto i conti.
il ritmo americano
Tutto a posto dunque? La Bce continua sulla sua strada ma chi scandisce il “ritmo” è sempre Wall Street. « Stiamo modificando i portafogli e suggeriamo ai nostri clienti di alleggerire la parte azionaria — dichiara il consulente finanziario Agostino De Luca (Ag Advisory) —. Ci sono tanti indicatori che segnalano infatti l’arrivo di un pesante storno » . In particolare De Luca evidenzia i dati forniti dalla Fed in merito alla percentuale complessiva dei debiti delle aziende Usa sul Pil statunitense: « Tocca il 45%, lo stesso livello raggiunto nel 2008, quando ci fu il crack Lehman, e nel 2000 quando cominciò a sgonfiarsi la bolla hi- tech » .
bicchiere pieno o vuoto?
Siamo dunque nella classica fase del bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto. Mezzo pieno, fanno notare gestori e strategist, perché il movimento dei tassi in rialzo è il segnale di una economia che ricomincia a crescere. Quindi più ricavi per le aziende che possono, grazie ai margini, ripagare gli oneri finanziari del debito. E c’è il bicchiere mezzo vuoto: il mercato azionario ha infatti già corso molto, soprattutto negli States e quindi occhio alla bolla che potrebbe scoppiare. Alla base di tutto, come suggeriscono consulenti e gestori, vi è un portafoglio costruito con i crismi della diversificazione e degli obiettivi da raggiungere. Le decisioni di breve termine sono difficili: trader e i gestori hedge sono i più avvezzi a tali metodi. Per gli altri è meglio costruire ben prima un portafoglio equilibrato. E controllare l’ansia da mercati.