Un voto alle opportunità dei territori
Ognuno di noi, da Nord a Sud, avrebbe una sua risposta. Chi vive a Vibo, o nella sua provincia, ne conosce i pregi e i limiti, esattamente come accade a chi vive a Pisa, ad Aosta o a Benevento.
Ma la classifica del Sole 24 Ore non intende affatto misurare la soddisfazione di vivere in un luogo piuttosto che in un altro. La “felici- tà” è soggettiva (si lega anche agli affetti, al contesto familiare e amicale) e quindi difficilmente misurabile, mentre le opportunità sono oggettive e si possono contare. E sono quelle che emergono nell’indagine del Sole 24 Ore sulla qualità della vita, che cerca di valutare le “qualità” dei territori – ovvero le 110 province – in termini di efficienza dei servizi pubblici, di quantità (e qualità) delle dotazioni infrastrutturali, di occasioni di lavoro, di si- curezza dei cittadini .
La classifica, costruita sommando i punteggi ottenuti dalle province nelle 42 graduatorie riferite a sei aree tematiche, altro non è che il tentativo di ridurre all’unità fenomeni molto complessi. Si tratta, evidentemente di una semplificazione statistica, ma – questo va detto – senza la presunzione di voler utilizzare i risultati per indicare la “provincia ideale”.
Il tenore di vita, la facilità nel tro- vare lavoro, la disponibilità di servizi pubblici (e la loro efficienza, dalla sanità alla giustizia), la sostenibilità ambientale, le occasioni di tipo culturale segnano, però, molte differenze tra un territorio e l’altro. L’indagine del Sole 24 Ore – quest’anno alla 27esima edizione – vuole intercettare e rappresentare queste peculiarità. Sapendo perfettamente che si può vivere bene anche da ultimi in classifica.